Damiao volevo inserirlo anche io. Mi ricordo che attorno al 2012 se non eri accostato a Damiao non eri nessuno. In Brasile sembrava un portento. In Giappone si è parzialmente ritrovato, ma si sa che la J League non è che sia una grande unità di misura come metro di una stagione.A detta di giornalisti ed opinionisti brasiliani Leandro Damiao era stato indicato come il futuro numero 9 del Brasile. Mai previsione fu più sballata, perché alla fine il giocatore paranaense non è riuscito ad esplodere del tutto. Gli addetti ai lavori si accorgono di Damiao nel 2010, quando da riserva nell'Internacional entra negli ultimi 20 minuti della finale di andata della Copa Libertadores contro le Chivas, e mette a segno un gol importante (gara finita 3-2 per i brasiliani che poi andranno a vincere 2-1 anche in Messico). A Porto Alegre l'attaccante verdeoro ci rimane fino al 2013, mettendo a segno un buon numero di gol, tanto che le sue prestazioni non lasciano indifferenti i club europei, specialmente quelli italiani. Milan (quando già si era trasferito al Santos) e Napoli sono le due squadre che vanno più vicine ad acquistarlo, ma alla fine Damiao preferisce restare a casa per provare a giocarsi un posto nei 23 convocati per il Mondiale brasiliano (cosa che che però alla fine non avverrà). Il Leandro Damiao post Internacional è però solo l'ombra di se stesso. Alterna delle buone stagioni (come quella del 2015 al Cruzeiro), ad altre anonime. Nel mercato invernale del 2016 sbarca finalmente in Europa. Le buone prestazioni con la "Raposa" convincono il Real Betis a puntare sul ragazzo, con un prestito con diritto di riscatto fissato a 12 milioni di euro (il cartellino era ancora del Santos). In Spagna però gioca appena 3 partite, tanto basta alla dirigenza per capire che forse l'attaccante brasiliano non era fatto per il calcio europeo. Dopo un paio di stagioni al Flamengo e il ritorno all'Internacional, nel 2019 Damiao decide di cambiare vita e si trasferisce in Giappone nel Kawasaki Frontale, dove si riscopre di nuovo bomber, segnando 40 gol nelle ultime tre stagioni. A 31 anni è ormai troppo tardi per diventare il numero 9 del Brasile, ciò non toglie che per fisico e doti tecniche Leandro Damiao poteva fare sicuramente di più
Io nel frattempo torno nella mia amata Argentina e segnalo una meteora.
Trattasi di Matías Defederico.
Trequartista tutto pepe ed inventiva, è stato protagonista di una delle cavalcate più entusiasmanti del decennio precedente nel panorama albiceleste, ovvero il quasi titolo conquistato dall'Huracán di Ángel Cappa (un convinto Bielsista).
In quel Globo giocavano i vari Pastore, Bolatti (passato in Italia), la materia grigia Toranzo, il leader difensivo Goltz, il puntero "Wanchope" Ábila e, appunto, "el Enano" Defederico.
In quell'annata magica, purtroppo culminata con un secondo posto infausto, a favore del Velez di Gareca, è stato uno dei giocatori più impressionanti del torneo Clausura. Le giocate da funambolo gli sono valse la convocazione con la Nazionale, con la quale ha all'attivo due presenze ed un gol.
Chiusa la parentesi con l'Huracán, però, la sua carriera ha preso una piega decisamente cupa. Prima il passaggio fallimentare al Corinthians, tramite il quale cercava di emulare le gesta di Carlitos Tévez, poi un vano peregrinare toccando paesi quali la Turchia, India, Ecuador, Arabia Saudita e Grecia, prima di fare mesto ritorno in patria all'Agropecuario.
Ora balza agli onori della cronaca per vicende amorose e all'ancor giovane età di 31 anni (classe 1989) si è ritirato dal calcio professionistico. Ai campi di gioco, dove incantava con giocate d'alta classe, preferisce i rotocalchi di gossip.
Peccato, perché mi ero davvero innamorato di quei 170 centimetri di puro talento.