⚽ Uno sguardo al talento! [Segnalazioni talenti, meteore e pupilli]

papawaigo77

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A detta di giornalisti ed opinionisti brasiliani Leandro Damiao era stato indicato come il futuro numero 9 del Brasile. Mai previsione fu più sballata, perché alla fine il giocatore paranaense non è riuscito ad esplodere del tutto. Gli addetti ai lavori si accorgono di Damiao nel 2010, quando da riserva nell'Internacional entra negli ultimi 20 minuti della finale di andata della Copa Libertadores contro le Chivas, e mette a segno un gol importante (gara finita 3-2 per i brasiliani che poi andranno a vincere 2-1 anche in Messico). A Porto Alegre l'attaccante verdeoro ci rimane fino al 2013, mettendo a segno un buon numero di gol, tanto che le sue prestazioni non lasciano indifferenti i club europei, specialmente quelli italiani. Milan (quando già si era trasferito al Santos) e Napoli sono le due squadre che vanno più vicine ad acquistarlo, ma alla fine Damiao preferisce restare a casa per provare a giocarsi un posto nei 23 convocati per il Mondiale brasiliano (cosa che che però alla fine non avverrà). Il Leandro Damiao post Internacional è però solo l'ombra di se stesso. Alterna delle buone stagioni (come quella del 2015 al Cruzeiro), ad altre anonime. Nel mercato invernale del 2016 sbarca finalmente in Europa. Le buone prestazioni con la "Raposa" convincono il Real Betis a puntare sul ragazzo, con un prestito con diritto di riscatto fissato a 12 milioni di euro (il cartellino era ancora del Santos). In Spagna però gioca appena 3 partite, tanto basta alla dirigenza per capire che forse l'attaccante brasiliano non era fatto per il calcio europeo. Dopo un paio di stagioni al Flamengo e il ritorno all'Internacional, nel 2019 Damiao decide di cambiare vita e si trasferisce in Giappone nel Kawasaki Frontale, dove si riscopre di nuovo bomber, segnando 40 gol nelle ultime tre stagioni. A 31 anni è ormai troppo tardi per diventare il numero 9 del Brasile, ciò non toglie che per fisico e doti tecniche Leandro Damiao poteva fare sicuramente di più

Damiao volevo inserirlo anche io. Mi ricordo che attorno al 2012 se non eri accostato a Damiao non eri nessuno. In Brasile sembrava un portento. In Giappone si è parzialmente ritrovato, ma si sa che la J League non è che sia una grande unità di misura come metro di una stagione.

Io nel frattempo torno nella mia amata Argentina e segnalo una meteora.
Trattasi di Matías Defederico.
Trequartista tutto pepe ed inventiva, è stato protagonista di una delle cavalcate più entusiasmanti del decennio precedente nel panorama albiceleste, ovvero il quasi titolo conquistato dall'Huracán di Ángel Cappa (un convinto Bielsista).
In quel Globo giocavano i vari Pastore, Bolatti (passato in Italia), la materia grigia Toranzo, il leader difensivo Goltz, il puntero "Wanchope" Ábila e, appunto, "el Enano" Defederico.
In quell'annata magica, purtroppo culminata con un secondo posto infausto, a favore del Velez di Gareca, è stato uno dei giocatori più impressionanti del torneo Clausura. Le giocate da funambolo gli sono valse la convocazione con la Nazionale, con la quale ha all'attivo due presenze ed un gol.
Chiusa la parentesi con l'Huracán, però, la sua carriera ha preso una piega decisamente cupa. Prima il passaggio fallimentare al Corinthians, tramite il quale cercava di emulare le gesta di Carlitos Tévez, poi un vano peregrinare toccando paesi quali la Turchia, India, Ecuador, Arabia Saudita e Grecia, prima di fare mesto ritorno in patria all'Agropecuario.
Ora balza agli onori della cronaca per vicende amorose e all'ancor giovane età di 31 anni (classe 1989) si è ritirato dal calcio professionistico. Ai campi di gioco, dove incantava con giocate d'alta classe, preferisce i rotocalchi di gossip.
Peccato, perché mi ero davvero innamorato di quei 170 centimetri di puro talento.

 
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Ronin

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7 Gennaio 2011
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Damiao volevo inserirlo anche io. Mi ricordo che attorno al 2012 se non eri accostato a Damiao non eri nessuno. In Brasile sembrava un portento. In Giappone si è parzialmente ritrovato, ma si sa che la J League non è che sia una grande unità di misura come metro di una stagione.

Io nel frattempo torno nella mia amata Argentina e segnalo una meteora.
Trattasi di Matías Defederico.
Trequartista tutto pepe ed inventiva, è stato protagonista di una delle cavalcate più entusiasmanti del decennio precedente nel panorama albiceleste, ovvero il quasi titolo conquistato dall'Huracán di Ángel Cappa (un convinto Bielsista).
In quel Globo giocavano i vari Pastore, Bolatti (passato in Italia), la materia grigia Toranzo, il leader difensivo Goltz, il puntero "Wanchope" Ábila e, appunto, "el Enano" Defederico.
In quell'annata magica, purtroppo culminata con un secondo posto infausto, a favore del Velez di Gareca, è stato uno dei giocatori più impressionanti del torneo Clausura. Le giocate da funambolo gli sono valse la convocazione con la Nazionale, con la quale ha all'attivo due presenze ed un gol.
Chiusa la parentesi con l'Huracán, però, la sua carriera ha preso una piega decisamente cupa. Prima il passaggio fallimentare al Corinthians, tramite il quale cercava di emulare le gesta di Carlitos Tévez, poi un vano peregrinare toccando paesi quali la Turchia, India, Ecuador, Arabia Saudita e Grecia, prima di fare mesto ritorno in patria all'Agropecuario.
Ora balza agli onori della cronaca per vicende amorose e all'ancor giovane età di 31 anni (classe 1989) si è ritirato dal calcio professionistico. Ai campi di gioco, dove incantava con giocate d'alta classe, preferisce i rotocalchi di gossip.
Peccato, perché mi ero davvero innamorato di quei 170 centimetri di puro talento.

È stato anche un mio pupillo. Ho sempre avuto un debole per questo tipo di giocatori. Peccato che abbia reso molto meno rispetto alle qualità che aveva. Ultimamente poi di lui si parlava più di storie extracalcistiche legate al gossip che quello che faceva in campo :D
 
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Il Portogallo è sempre stata terra di grande esterni offensivi. Sulla scia dei vari Luis Figo, Cristiano Ronaldo, Nani e Quaresma stanno venendo su altri giocatori di questo tipo. Se Pedro Neto è ormai una certezza e gioca da titolare in Premier League nel Wolverhampton Wanderers, Joelson Fernandes è invece la nuova scommessa del calcio lusitano. La funambolica ala prodotta delle giovanili dello Sporting Lisbona, ha tutti i crismi per poter ripercorrere le orme dei suoi predecessori. Destro naturale, questo classe 2003 (nato però in Guinea-Bissau), ama giocare a sinistra per poter sfruttare i tagli verso al centro così da sprigionare la sua velocità, ma soprattutto la tendenza ad andare via con estrema facilità ai suoi avversari, questo grazie ad una serie di tricks che gli permettono di dribblare in svariati modi i vari marcatori. Nella stagione da poco conclusa Fernandes non ha avuto modo di debuttare in campionato, nonostante sia stato convocato in prima squadra diverse volte, giocando principalmente nella Liga Revelacao Sub 23, dove ha segnato 5 gol in 16 presenze. In prima squadra comunque Joelson Fernandes ha già giocato nella stagione precedente, raccogliendo in tutto 4 presenze, mentre nel Portogallo ha fatto tutte le trafile fino ad arrivare nell'Under 21. Il potenziale per diventare un possibile crack del calcio portoghese c'é, ma ora sta al ragazzo e allo Sporting farlo venire fuori del tutto

 

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Tra i brasiliani che promettevano tanto ma che poi hanno fatto abbastanza poco ci aggiungerei Ganso, all'epoca accostato al Milan ad ogni finestra di mercato ma sbarcato poi molto più tardi in Europa (senza grossi risultati tra l'altro)
 

Ronin

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Tra i brasiliani che promettevano tanto ma che poi hanno fatto abbastanza poco ci aggiungerei Ganso, all'epoca accostato al Milan ad ogni finestra di mercato ma sbarcato poi molto più tardi in Europa (senza grossi risultati tra l'altro)
Troppo lento per il calcio europeo, anche per quello spagnolo dove ti danno più tempo per ragionare. Infatti a Siviglia e in Francia con l'Amiens ha lasciato poche tracce. Nel complesso quello che fece vedere al Santos quando era giovane non l'ha più replicato
 

Ronin

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7 Gennaio 2011
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Ritornando su discorso meteore argentine, penso che anche Ruben Botta possa far parte di questa categoria. Il giocatore visto al Tigre era qualcosa di spaventoso per tecnica e modo di andare via agli avversari. Poi dopo l'esperienza italiana non è più riuscito a toccare quelle vette. Due buone stagioni in Messico al Pachuca, il ritorno in Argentina al San Lorenzo dove ha fatte vedere rare volte il suo talento. Una toccata e fuga al Defensa y Justicia e infine il passaggio alla Sambenedettese in serie C dove ha deliziato il pubblico marchigiano con 8 gol e 7 assist, la migliore stagione realizzativa della sua carriera

 

papawaigo77

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Ritornando su discorso meteore argentine, penso che anche Ruben Botta possa far parte di questa categoria. Il giocatore visto al Tigre era qualcosa di spaventoso per tecnica e modo di andare via agli avversari. Poi dopo l'esperienza italiana non è più riuscito a toccare quelle vette. Due buone stagioni in Messico al Pachuca, il ritorno in Argentina al San Lorenzo dove ha fatte vedere rare volte il suo talento. Una toccata e fuga al Defensa y Justicia e infine il passaggio alla Sambenedettese in serie C dove ha deliziato il pubblico marchigiano con 8 gol e 7 assist, la migliore stagione realizzativa della sua carriera

Mi ricordo che quando è arrivato all'Inter avevo un fomento incredibile. Mancino, argentino, dribblomane e con la cannonata dai 25 metri... ho pensato: "è il mio giocatore!". Invece la finaccia che non ha fatto.

E a proposito di mancini, ai quali piace partire da destra, e di argentini, raccolgo l'assist di @Ronin e vi parlo di un altro talento proveniente dalla mia patria putativa, sperando che, anch'esso, non faccia la fine triste di Botta; ovvero Luca Orellano.
Classe 2000, elettrico esterno destro del Vélez, sta uscendo nell'ultimo anno in maniera prepotente lanciato in prima squadra da Pellegrino, ex vice di Rafa Benitez.
In possesso di una "zurda", come dicono da quelle parti, al fulmicotone, sembra possa essere un futuro craque, dovesse mantenere il livello di continuità mostrato anche in fase realizzativa. Ovviamente non gli manca l'audacia nel dribbling, si destreggia divinamente nello stretto ed è capace di sterzate ficcanti.
Il suo procuratore è Matias Sabbag, un volto noto in Italia, il quale ha portato diversi suoi assistiti a giocare nel nostro calcio. Che sia possibile vederlo un giorno calcare uno dei nostri campi?
Vista la possibile partenza di Orsolini, lo vedrei come erede del numero 7 del Bologna, a fare compagnia a Nico Dominguez, quest'ultimo assistito dallo stesso Sabbag.

 
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Mi ricordo che quando è arrivato all'Inter avevo un fomento incredibile. Mancino, argentino, dribblomane e con la cannonata dai 25 metri... ho pensato: "è il mio giocatore!". Invece la finaccia che non ha fatto.

E a proposito di mancini, ai quali piace partire da destra, e di argentini, raccolgo l'assist di @Ronin e vi parlo di un altro talento proveniente dalla mia patria putativa, sperando che, anch'esso, non faccia la fine triste di Botta; ovvero Luca Orellano.
Classe 2000, elettrico esterno destro del Vélez, sta uscendo nell'ultimo anno in maniera prepotente lanciato in prima squadra da Pellegrino, ex vice di Rafa Benitez.
In possesso di una "zurda", come dicono da quelle parti, al fulmicotone, sembra possa essere un futuro craque, dovesse mantenere il livello di continuità mostrato anche in fase realizzativa. Ovviamente non gli manca l'audacia nel dribbling, si destreggia divinamente nello stretto ed è capace di sterzate ficcanti.
Il suo procuratore è Matias Sabbag, un volto noto in Italia, il quale ha portato diversi suoi assistiti a giocare nel nostro calcio. Che sia possibile vederlo un giorno calcare uno dei nostri campi?
Vista la possibile partenza di Orsolini, lo vedrei come erede del numero 7 del Bologna, a fare compagnia a Nico Dominguez, quest'ultimo assistito dallo stesso Sabbag.

Il Velez ha diversi giovani interessanti. Abbiamo parlato di Thiago Almada e adesso di Orellano, ma per il futuro vanno assolutamente seguiti anche Federico Versaci (classe 2002) e Mateo Pellegrino (anche lui classe 2002). Nato in Spagna (è figlio del "Flaco" che giocò nel Valencia dell'era Cuper e Benitez) è passato anche nelle giovanili dell'Inter prima di ritornare in Argentina dove è stato proprio Mauricio a farlo debuttare in prima squadra. Fisicamente poi Mateo è un attaccante che non passa inosservato visto che è alto 192 centimetri, altezza abbastanza inusuale per gli standard argentini, mentre Versaci è il classico giocatore che punta tutto sulla tecnica. Dribbling, visione di gioco e un mancino delicato (bravissimo sui piazzati) sono i suoi punti di forza

Di questi due ragazzi ci sono pochi video

 

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Continuando a parlare di talenti Albiceleste uno dei più mediatici è sicuramente Luka Romero. Classe 2004, nato in Messico perché il padre Diego all'epoca giocava con il Durango. Nel 2011 si trasferisce in Spagna con tutta la famiglia diventando anche cittadino spagnolo. Luka Romero è balzato agli onori delle cronache per essere diventato il 25 Giugno dello scorso anno il giocatore più giovane a debuttare nella Liga (15 anni e 219 giorni), in quella che è stata l'unica presenza di quel campionato con il Mallorca (retrocesso poi a fine stagione). Quest'anno invece il ragazzo ha fatto la spola tra la prima squadra, dove ha giocato 6 partite segnando anche il suo primo gol tra i professionisti, e il Mallorca B, formazione filiale che milita nella Tercera Division (la quarta serie del calcio spagnolo, ma che con la riforma della Segunda B diventerà dalla prossima stagione la quinta). Nelle ultime ore sembra quasi imminente il suo acquisto da parte della Lazio. Luka ha anche un gemello che si chiama Tobias (ruolo portiere) che ha però preferito la nazionale messicana, rispondendo alla convocazione dell'Under 17, a differenza del fratello che ha invece deciso di difendere i colori dell'Argentina, dove ha giocato nell'Under 15 e adesso è stato promosso nella Sub 17. Sia in Spagna che in Argentina molti lo definiscono il nuovo "Messi" per le movenze, il modo di giocare, ma anche perché come la "Pulce" è mancino e ama svariare per tutto il fronte d'attacco. Il ragazzo ha talento da vendere, ma nel calcio dei grandi deve ancora dimostrare tutto, sperando che la solita etichetta di nuovo "Messi" non gli pesi troppo sulle spalle

 

Kimi85

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Continuando a parlare di talenti Albiceleste uno dei più mediatici è sicuramente Luka Romero. Classe 2004, nato in Messico perché il padre Diego all'epoca giocava con il Durango. Nel 2011 si trasferisce in Spagna con tutta la famiglia diventando anche cittadino spagnolo. Luka Romero è balzato agli onori delle cronache per essere diventato il 25 Giugno dello scorso anno il giocatore più giovane a debuttare nella Liga (15 anni e 219 giorni), in quella che è stata l'unica presenza di quel campionato con il Mallorca (retrocesso poi a fine stagione). Quest'anno invece il ragazzo ha fatto la spola tra la prima squadra, dove ha giocato 6 partite segnando anche il suo primo gol tra i professionisti, e il Mallorca B, formazione filiale che milita nella Tercera Division (la quarta serie del calcio spagnolo, ma che con la riforma della Segunda B diventerà dalla prossima stagione la quinta). Nelle ultime ore sembra quasi imminente il suo acquisto da parte della Lazio. Luka ha anche un gemello che si chiama Tobias (ruolo portiere) che ha però preferito la nazionale messicana, rispondendo alla convocazione dell'Under 17, a differenza del fratello che ha invece deciso di difendere i colori dell'Argentina, dove ha giocato nell'Under 15 e adesso è stato promosso nella Sub 17. Sia in Spagna che in Argentina molti lo definiscono il nuovo "Messi" per le movenze, il modo di giocare, ma anche perché come la "Pulce" è mancino e ama svariare per tutto il fronte d'attacco. Il ragazzo ha talento da vendere, ma nel calcio dei grandi deve ancora dimostrare tutto, sperando che la solita etichetta di nuovo "Messi" non gli pesi troppo sulle spalle

Lo ha preso la Lazio
 

Ronin

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Una delle grandi rivelazioni dell'ultima Championship è stato sicuramente Michael Olise del Reading. I Royals hanno lottato per buona parte del campionato per un posto nei playoff, ma alla fine il club del Berkshire ha pagato a caro prezzo un'ultima parte dove ha raccolto pochi punti. Olise è stato uno dei trascinatori del Reading, chiudendo la sua prima vera stagione da titolare con dei numeri di assoluto livello per un giocatore di 19 anni: 7 gol e 12 assist in 44 presenze. Prestazioni che ovviamente non sono passate inosservate al piano superiore, con il Crystal Palace che poche settimane fa si è aggiudicato il giocatore per una cifra superiore ai 9 milioni di euro, per un operazione che assomiglia molto a quella che portò Eberechi Eze a lasciare lo scorso anno il QPR (dopo una stagione da 14 reti) per finire proprio alle Eagles, che però sborsano quasi 18 milioni. Storia particolare quella di Olise, nato a Londra e in possesso del passaporto inglese e guianese, il ragazzo però alla fine ha optato per giocare con le selezioni giovanili della Francia prendendo parte nel 2019 al Torneo di Tolone. Di ruolo trequartista, sotto la gestione Paunovic l'ex Reading è stato provato anche sulle corsie laterali (specialmente a destra per via del mancino), questo per sfruttare la sua naturalezza nel saltare l'uomo, unita ad una buona velocità e accelerazione, oltre ad un tiro dalla media-lunga distanza che sa essere molto pericoloso. Olise però ha anche un ottima visione di gioco e sa dettare l'ultimo passaggio come dimostrano i tanti assist messi a referto in questa stagione. A 19 anni ha giocato da veterano in un campionato logorante e molto fisico come è appunto la Championship, a dimostrazione che il giocatore anglo-francese ha tutte le potenzialità per poter diventare un giocatore di livello superiore

 

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Futuro da fenomeno oppure grande bluff mediatico? Xavi Simons sta divedendo non poco gli addetti ai lavori, ma anche gli appassionati di calcio. Da una parte c’è chi vede in lui un giocatore che può diventare un futuro top player, dall'altra invece c’è chi pensa che sia solo un bluff mediatico, pompato dai social (oltre 3 milioni di follower), dagli sponsor (già sotto contratto con la Nike) e dai video con i suoi tricks che spopolano sul web. Solo il tempo ci potrà dire se Xavi Simons finirà in una di queste due categorie. Nato ad Amsterdam nel 2003, gran parte della sua formazione calcistica la spende in Spagna entrando all'età di 10 anni nella Masia del Barcellona. In Catalogna ci rimane fino al 2019, quando Mino Raiola, che l'aveva da poco portato nella sua scuderia, convince il ragazzo a lasciare i Blaugrana per accasarsi al PSG. In prima squadra debutta nella stagione da poco conclusa, giocando una manciata di minuti in Coppa di Francia, per poi ad Aprile debuttare anche in campionato contro lo Strasburgo. Xavi Simons (che deve il suo primo nome al grande mediano del Barcellona) è un giocatore che può giocare come centrale di centrocampo oppure come trequartista. Tecnicamente il giovane olandese è un giocatore che punta molto sul dribbling, a volte intestardendosi troppo nella giocata di classe, ma anche su strappi ed accelerazioni. Ha un'ottima visione periferica che gli permette di essere un buon rifinitore per i compagni. Quello che però salta all'occhio quando gioca (oltre ai suoi riccioli) è il fisico a dir poco minuto (più che un 18enne sembra un 13enne), che spesso lo mettono in difficoltà contro avversari più dotati fisicamente. In Catalogna in pochi si sono disperati per la sua partenza dato che l'hanno spesso etichettato come un giocatore troppo discontinuo. Come detto prima però solo giocando con continuità potremmo capire se Xavi Simons è veramente un fenomeno oppure no

 

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Ritorniamo di nuovo in Argentina, nazione sempre molto florida quando si parla di esterni. Un giocatore interessante da questo punto di vista è Exequiel Zeballos, tanto da essere battezzato da Daniele De Rossi quando ha militato al Boca come "un giocatore in un altro livello". Nato a Santiago del Estero (oltre mille chilometri dalla capitale Buenos Aires), all'età di 11 anni il Boca Juniors lo porta nelle sue giovanili, dove si mette in mostra subito a suon di gol. Zeballos è un esterno che può giocare su entrambe le fasce (è destro, ma sa usare bene anche il mancino), ma nel futuro potrebbe anche essere utilizzato come seconda punta. Il 19enne si è affacciato quest'anno in prima squadra, giocando in tutto 6 partite in campionato, e un paio di minuti in Copa Libertadores. Il "Changuito" (ovvero la scimmietta, come viene soprannominato in Argentina) è un giocatore che fa della velocità e del saltare l'uomo i suoi punti di forza, ma il ragazzo è bravo anche nei tiri da fermo (punizioni e rigori sono roba sua) e a giro (una giocata che prova spesso quando gioca sulla fascia sinistra). Zeballos però ha anche una buona predisposizione nei tempi di inserimento partendo dall'esterno, che gli permettono spesso di trovare la via del gol (questo almeno nelle giovanili). Con l'Argentina ha vinto il Sudamericano Under 15 (segnando 5 gol), e quello Under 17

 
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L'Ajax è da sempre fucina di giovani interessanti. Non per niente gli olandesi hanno una delle Academy più importanti al mondo, dove vige il metodo TIPS che sta a significare: Techniek, Inzicht, Persoonlijkheid, Snelheid, ovvero Tecnica, Visione, Personalità e Velocità. Tutti parametri che servono ai vari staff per valutare i giocatori in una di queste 4 categorie, con voti che vanno da 0 a 10. Facendo poi una media lo staff valuta se puntare sul quel determinato giocatore oppure scartarlo, come fecero ad esempio con Weghorst, che prese 10 in personalità, ma nemmeno la sufficienza in nessun altro dei tre parametri. Un giocatore che invece ha superato brillantemente questo metodo (che in Olanda stanno utilizzando un po' tutti), è sicuramente Naci Unuvar. Il ragazzo ha già debuttato in prima squadra (una presenza e un gol nella Coppa d'Olanda, giocatore più giovane a segnare con la maglia del club di Amsterdam) anche se nella stagione da poco conclusa si è disimpegnato solo con il Jong Ajax (dove ha messo a segno 7 gol). Classe 2003 (di origine turche) Unuvar può giocare sia come esterno sinistro (ruolo che ricopre di solito nel Jong Ajax), ma a volte è stato provato anche come trequartista per sfruttare la sua grande visione di gioco. I punti di forza del folletto olandese è la facilità nel saltare l'uomo, ma anche nel mandare in gol i compagni. Con le giovanili dell'Olanda ha vinto da protagonista l'Europeo Under 17 nel 2019, e nello stesso anno si è spinto fino alle semifinali del Mondiale di categoria

 

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Dando uno sguardo alla Masia del Barcellona, c'é un giocatore che per fisico e talento rischia di poter diventare un futuro crack. Il suo nome è Iker Bravo ed è appena un classe 2005 ma già con un fisico sviluppato per uno della sua età (184 centimetri). Di ruolo attaccante, Iker è una punta fisica ma allo stesso tempo anche tecnica. Buona progressione palla al piede, bravo nello smarcarsi e nel proteggere il pallone, il delantero catalano dispone anche di un tiro potente, tanto che in passato gli allenatori avversari gli chiedevano se poteva smettere di tirare così forte per quanto era avvantaggiato. La sua altezza lo aiuta molto anche nei duelli aerei (dove può comunque migliorare), ma Iker è un giocatore che sa giocare pure di sponda per mandare in rete i compagni. Attualmente gioca con la Cadete A del Barcellona, dove ha vinto il campionato di categoria, segnando 15 gol in 14 partite. Il "Matador", che fa anche parte della selezione Under 16 delle Furie Rosse, è un'attaccante completo, e se fatto crescere può davvero diventare un pezzo pregiato del calcio spagnolo

 

papawaigo77

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Il Velez ha diversi giovani interessanti. Abbiamo parlato di Thiago Almada e adesso di Orellano, ma per il futuro vanno assolutamente seguiti anche Federico Versaci (classe 2002) e Mateo Pellegrino (anche lui classe 2002). Nato in Spagna (è figlio del "Flaco" che giocò nel Valencia dell'era Cuper e Benitez) è passato anche nelle giovanili dell'Inter prima di ritornare in Argentina dove è stato proprio Mauricio a farlo debuttare in prima squadra. Fisicamente poi Mateo è un attaccante che non passa inosservato visto che è alto 192 centimetri, altezza abbastanza inusuale per gli standard argentini, mentre Versaci è il classico giocatore che punta tutto sulla tecnica. Dribbling, visione di gioco e un mancino delicato (bravissimo sui piazzati) sono i suoi punti di forza

Di questi due ragazzi ci sono pochi video
Diciamo che il Fortin è solito sfornare 4/5 giocatori all'anno dal settore giovanile degni di nota. Ho sentito parlare del figlio di Pellegrino, mentre non ancora di Versaci. Mai visto giocare entrambi, mi hai incuriosito.
Continuando a parlare di talenti Albiceleste uno dei più mediatici è sicuramente Luka Romero. Classe 2004, nato in Messico perché il padre Diego all'epoca giocava con il Durango. Nel 2011 si trasferisce in Spagna con tutta la famiglia diventando anche cittadino spagnolo. Luka Romero è balzato agli onori delle cronache per essere diventato il 25 Giugno dello scorso anno il giocatore più giovane a debuttare nella Liga (15 anni e 219 giorni), in quella che è stata l'unica presenza di quel campionato con il Mallorca (retrocesso poi a fine stagione). Quest'anno invece il ragazzo ha fatto la spola tra la prima squadra, dove ha giocato 6 partite segnando anche il suo primo gol tra i professionisti, e il Mallorca B, formazione filiale che milita nella Tercera Division (la quarta serie del calcio spagnolo, ma che con la riforma della Segunda B diventerà dalla prossima stagione la quinta). Nelle ultime ore sembra quasi imminente il suo acquisto da parte della Lazio. Luka ha anche un gemello che si chiama Tobias (ruolo portiere) che ha però preferito la nazionale messicana, rispondendo alla convocazione dell'Under 17, a differenza del fratello che ha invece deciso di difendere i colori dell'Argentina, dove ha giocato nell'Under 15 e adesso è stato promosso nella Sub 17. Sia in Spagna che in Argentina molti lo definiscono il nuovo "Messi" per le movenze, il modo di giocare, ma anche perché come la "Pulce" è mancino e ama svariare per tutto il fronte d'attacco. Il ragazzo ha talento da vendere, ma nel calcio dei grandi deve ancora dimostrare tutto, sperando che la solita etichetta di nuovo "Messi" non gli pesi troppo sulle spalle
L'ho visto poco giocare, per cui non riesco a dire la mia, però indubbiamente le qualità le ha, altrimenti non arrivi a quell'età, ad esordire in Liga.
Futuro da fenomeno oppure grande bluff mediatico? Xavi Simons sta divedendo non poco gli addetti ai lavori, ma anche gli appassionati di calcio. Da una parte c’è chi vede in lui un giocatore che può diventare un futuro top player, dall'altra invece c’è chi pensa che sia solo un bluff mediatico, pompato dai social (oltre 3 milioni di follower), dagli sponsor (già sotto contratto con la Nike) e dai video con i suoi tricks che spopolano sul web. Solo il tempo ci potrà dire se Xavi Simons finirà in una di queste due categorie. Nato ad Amsterdam nel 2003, gran parte della sua formazione calcistica la spende in Spagna entrando all'età di 10 anni nella Masia del Barcellona. In Catalogna ci rimane fino al 2019, quando Mino Raiola, che l'aveva da poco portato nella sua scuderia, convince il ragazzo a lasciare i Blaugrana per accasarsi al PSG. In prima squadra debutta nella stagione da poco conclusa, giocando una manciata di minuti in Coppa di Francia, per poi ad Aprile debuttare anche in campionato contro lo Strasburgo. Xavi Simons (che deve il suo primo nome al grande mediano del Barcellona) è un giocatore che può giocare come centrale di centrocampo oppure come trequartista. Tecnicamente il giovane olandese è un giocatore che punta molto sul dribbling, a volte intestardendosi troppo nella giocata di classe, ma anche su strappi ed accelerazioni. Ha un'ottima visione periferica che gli permette di essere un buon rifinitore per i compagni. Quello che però salta all'occhio quando gioca (oltre ai suoi riccioli) è il fisico a dir poco minuto (più che un 18enne sembra un 13enne), che spesso lo mettono in difficoltà contro avversari più dotati fisicamente. In Catalogna in pochi si sono disperati per la sua partenza dato che l'hanno spesso etichettato come un giocatore troppo discontinuo. Come detto prima però solo giocando con continuità potremmo capire se Xavi Simons è veramente un fenomeno oppure no
Su di lui ho grossissimi dubbi. Quando inizi, già da giovanissimo, a spostarti in club del genere, a sottoscrivere contratti di sponsorizzazione ed essere utilizzato come testimonial, rischi di diventare davvero un fenomeno mediatico, più che un calciatore. Speriamo non faccia la fine - per citarne un altro di nuovo - di Mastour.
Ritorniamo di nuovo in Argentina, nazione sempre molto florida quando si parla di esterni. Un giocatore interessante da questo punto di vista è Exequiel Zeballos, tanto da essere battezzato da Daniele De Rossi quando ha militato al Boca come "un giocatore in un altro livello". Nato a Santiago del Estero (oltre mille chilometri dalla capitale Buenos Aires), all'età di 11 anni il Boca Juniors lo porta nelle sue giovanili, dove si mette in mostra subito a suon di gol. Zeballos è un esterno che può giocare su entrambe le fasce (è destro, ma sa usare bene anche il mancino), ma nel futuro potrebbe anche essere utilizzato come seconda punta. Il 19enne si è affacciato quest'anno in prima squadra, giocando in tutto 6 partite in campionato, e un paio di minuti in Copa Libertadores. Il "Changuito" (ovvero la scimmietta, come viene soprannominato in Argentina) è un giocatore che fa della velocità e del saltare l'uomo i suoi punti di forza, ma il ragazzo è bravo anche nei tiri da fermo (punizioni e rigori sono roba sua) e a giro (una giocata che prova spesso quando gioca sulla fascia sinistra). Zeballos però ha anche una buona predisposizione nei tempi di inserimento partendo dall'esterno, che gli permettono spesso di trovare la via del gol (questo almeno nelle giovanili). Con l'Argentina ha vinto il Sudamericano Under 15 (segnando 5 gol), e quello Under 17
Bravissimo lui. Bella chiamata, era anche sul mio taccuino. :D

L'Ajax è da sempre fucina di giovani interessanti. Non per niente gli olandesi hanno una delle Academy più importanti al mondo, dove vige il metodo TIPS che sta a significare: Techniek, Inzicht, Persoonlijkheid, Snelheid, ovvero Tecnica, Visione, Personalità e Velocità. Tutti parametri che servono ai vari staff per valutare i giocatori in una di queste 4 categorie, con voti che vanno da 0 a 10. Facendo poi una media lo staff valuta se puntare sul quel determinato giocatore oppure scartarlo, come fecero ad esempio con Weghorst, che prese 10 in personalità, ma nemmeno la sufficienza in nessun altro dei tre parametri. Un giocatore che invece ha superato brillantemente questo metodo (che in Olanda stanno utilizzando un po' tutti), è sicuramente Naci Unuvar. Il ragazzo ha già debuttato in prima squadra (una presenza e un gol nella Coppa d'Olanda, giocatore più giovane a segnare con la maglia del club di Amsterdam) anche se nella stagione da poco conclusa si è disimpegnato solo con il Jong Ajax (dove ha messo a segno 7 gol). Classe 2003 (di origine turche) Unuvar può giocare sia come esterno sinistro (ruolo che ricopre di solito nel Jong Ajax), ma a volte è stato provato anche come trequartista per sfruttare la sua grande visione di gioco. I punti di forza del folletto olandese è la facilità nel saltare l'uomo, ma anche nel mandare in gol i compagni. Con le giovanili dell'Olanda ha vinto da protagonista l'Europeo Under 17 nel 2019, e nello stesso anno si è spinto fino alle semifinali del Mondiale di categoria
Penso sia nella "lista selezionati" di molti club. Ne parlano davvero ovunque e pare sia un predestinato. Se fossi in lui aspetterei di impormi in prima squadra, solo poi mi sposterei.
Dando uno sguardo alla Masia del Barcellona, c'é un giocatore che per fisico e talento rischia di poter diventare un futuro crack. Il suo nome è Iker Bravo ed è appena un classe 2005 ma già con un fisico sviluppato per uno della sua età (184 centimetri). Di ruolo attaccante, Iker è una punta fisica ma allo stesso tempo anche tecnica. Buona progressione palla al piede, bravo nello smarcarsi e nel proteggere il pallone, il delantero catalano dispone anche di un tiro potente, tanto che in passato gli allenatori avversari gli chiedevano se poteva smettere di tirare così forte per quanto era avvantaggiato. La sua altezza lo aiuta molto anche nei duelli aerei (dove può comunque migliorare), ma Iker è un giocatore che sa giocare pure di sponda per mandare in rete i compagni. Attualmente gioca con la Cadete A del Barcellona, dove ha vinto il campionato di categoria, segnando 15 gol in 14 partite. Il "Matador", che fa anche parte della selezione Under 16 delle Furie Rosse, è un'attaccante completo, e se fatto crescere può davvero diventare un pezzo pregiato del calcio spagnolo
Non lo conosco, ne ho mai letto nulla su di lui. Mi hai incuriosito - parte 2. :D

Aggiornato in prima pagina tutti i nomi citati per avere una riconducibilità nel thread, che inizia a popolarsi a dovere.
Domani se riesco ne posto uno anche io.
 
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Ronin

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Diciamo che il Fortin è solito sfornare 4/5 giocatori all'anno dal settore giovanile degni di nota. Ho sentito parlare del figlio di Pellegrino, mentre non ancora di Versaci. Mai visto giocare entrambi, mi hai incuriosito.

L'ho visto poco giocare, per cui non riesco a dire la mia, però indubbiamente le qualità le ha, altrimenti non arrivi a quell'età, ad esordire in Liga.

Su di lui ho grossissimi dubbi. Quando inizi, già da giovanissimo, a spostarti in club del genere, a sottoscrivere contratti di sponsorizzazione ed essere utilizzato come testimonial, rischi di diventare davvero un fenomeno mediatico, più che un calciatore. Speriamo non faccia la fine - per citarne un altro di nuovo - di Mastour.

Bravissimo lui. Bella chiamata, era anche sul mio taccuino. :D


Penso sia nella "lista selezionati" di molti club. Ne parlano davvero ovunque e pare sia un predestinato. Se fossi in lui aspetterei di impormi in prima squadra, solo poi mi sposterei.

Non lo conosco, ne ho mai letto nulla su di lui. Mi hai incuriosito - parte 2. :D

Aggiornato in prima pagina tutti i nomi citati per avere una riconducibilità nel thread, che inizia a popolarsi a dovere.
Domani se riesco ne posto uno anche io.
Vediamo un po' se becchiamo il fenomeno del futuro :D
 

Ronin

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Dopo tanta Argentina, Uruguay e Brasile, vediamo un po' cosa bolle in pentola anche negli altri paesi sudamericani. Questa volta ci spostiamo in Paraguay, dove le attenzioni le sta attirando Julio Enciso, ala che da questa stagione sta giocando da titolare nel Club Libertad, anche se è già dal 2019 che fa parte della rosa del "Gumarelo", dove ha battuto il record di giocatore più giovane ad aver debuttato nel club (15 anni e 21 giorni). Nonostante la giovanissima età, è un classe 2004, il ragazzo sta bruciando le tappe. Nel suo club ha giocato un Torneo Apertura di spessore, segnando 4 gol in 13 presenze, ma ha anche timbrato il cartellino in Copa Libertadores e in Copa Sudamericana. Le ottime prestazioni offerte in campionato hanno poi convinto il "Toto" Berizzo a convocarlo nell'ultima Copa America dove è sceso in campo in due occasioni, anche se per pochi minuti. Julio Enciso è un esterno offensivo che può giocare su entrambe le fasce, ma che all'occorrenza può essere messo anche dietro le punte. Come tanti giocatori che giocano nel suo ruolo, fa della velocità e del dribbling le sue armi migliori, ma il 17enne non disdegna il tiro da fuori (secco e potente), come le conclusioni su palle inattive. Difficile da arginare quando parte palla al piede, il suo gioco è fatto di continui uno contro uno, che lo esaltano non poco. Nonostante non sia una cima (173 centimetri), Enciso ha comunque una buona struttura corporea che gli permette di proteggere bene la palla dagli attacchi degli avversari

 

Johan_14

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Lo ha preso la Lazio

Ancora nulla di ufficiale, eh, anche perchè su di lui si stanno inserendo altri, tipo Marsiglia, Villareal e Valencia,
Ecco, dovessimo farcelo soffiare mi scoccerebbe.
Ha un qualcosa, per quel poco che ha mostrato finora, uno che ha un potenziale immenso eh, sarebbe un colpaccio per la Lazio questo, al netto dell'adattamento tattico e del lavoro con Sarri che possono essere incognite a quell'età.
 

Johan_14

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C'è lui, che per me è potenzialmente un crack totale, Rayan Cherki del Lione, 17 anni, ha già esordito sia tra in Ligue 1 che nelle competizioni europee, mostra una facilità nel far giocate difficili o imprevedibili, insomma, non pare aver sofferto davvero il salto tra i grandi neanche sul piano fisico, ok, vero, non è altissimo ma sembra fisicamente piazzato, non certo il classifico fuscello come molti suoi coetanei.
I suoi detrattori dicono che è innamorato della palla, che insiste troppo a cercare virtuosismi, eh, è uno degli aspetti che si nota maggiormente ma si affina giocando e integrandosi al meglio nei movimenti della squadra.
Ricorda molto il primo Fekir, sperando che fisicamente abbia meno sfortune e più continuità.



E' già del Lione, quindi costerà sia di cartellino che di ingaggio.


p.s. Iker Bravo mi ispira, anche se mi sorprende come dalla masia possa essere uscito un profilo simile, molto "9 classico", poco in linea con quelli che sono i dettami dell'ambiente Barca.
Ma loro hanno una generazione di fenomeni in attesa, oltre a Pedri e Fati, per me anche Trincao può fare grandi cose, in realtà sarebbe già "in ritardo" con le aspettative, curioso di vederlo all'opera ai Wolves, pur pensando che la premier non sia l'ideale per lui.
 
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