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PES 2019 – La nostra anteprima dell’E3

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Come ben saprete quest’anno PES2019 ha deciso di anticipare la sua pubblicazione addirittura a fine Agosto (30 Agosto in Europa, 28 Agosto in Nord America).

Konami riparte della base dello scorso anno di PES2018, il quale ha riscontrato un ottimo successo di pubblico e critica: elemento cruciale il gameplay, che ha convinto gran parte dell’utenza. L’obiettivo che Konami si è prefissata quest’anno è stato di potenziare la formula dello scorso anno, senza stravolgere nulla, e di sopperire la perdita della licenza della UEFA Champions League.

Proprio dal punto di vista delle licenze, PES 2019 vanterà della selezione di squadre più grande della serie, con ben 9 leghe con licenza completa aggiunte: Russian Premier League, Superliga Quilmes Clasica (Argentina), Superliga (Danimarca), Liga NOS (Portogallo), Raiffeisen Super League (Svizzera), Ladbrokes Premiership (Scozia), Jupiler Pro League (Belgio). Altri due campionati sono ancora da annunciare, mentre saranno svelate sicuramente nuove partnership con club e nuovi stadi.

Le modalità sono ancora tutte da scoprire. Per PES 2019 myClub sono state annunciate le “più grandi modifiche negli ultimi anni”. Presente un nuovo sistema di cards, e aggiunti i “giocatori performanti” in base alle partite della vita reale: a seconda dell’ultima prestazione in campionato, alcuni giocatori riceveranno un boost nelle statistiche. Confermata la presenza di molte leggende, che sicuramente incuriosirà diversi fan. Anche per la Master League dovremo attendere ancora qualche settimana per saperne di più: per il momento è stato annunciato un miglioramento al sistema delle trattative.

Nella demo che ho potuto provare (lo stesso codice portato all’E3) ovviamente le varie modalità di gioco erano bloccate ma questo non mi ha certo impedito di studiare il più possibile il gameplay durante il tempo concessomi. Ho pensato che potesse essere carino anche parlarvi un po’ di quella che è stata la mia esperienza personale e il luogo dove è stato tenuto l’evento, ma non dovesse interessarvi saltate il paragrafo.

L’evento è stato tenuto a Milano, ed essendo io toscano ho optato per uno spostamento tramite treno… un’ora di ritardo. Non potendomi permettere di andare in un fast-food, il mio pranzo è stata un’insalatissima cuscus e tonno sul treno, con tanto di sguardo palesemente infastidito del mio sconosciuto vicino di posto a causa dell’odore. Appena arrivo mi getto alla ricerca di un taxi (non è facile orientarsi a Milano per un campagnolo come me), preso più o meno al volo e via agli uffici di Halifax Italia.

Il gentilissimo personale presente in sede offre bevande e pasticcini (di cui faccio uso e abuso); bando alle ciance, entriamo in una sala con sei televisori, ciascuno collegato ad una PlayStation 4 Pro, mi siedo ed è finalmente tempo di menar le mani.

Ogni anno quando vedo la schermata principale per la prima volta provo un brivido, in particolare beccarmela in un 40 pollici di alta qualità è stato travolgente (sono abituato a giocare con uno schermo molto più piccolo). Una volta premuto il consueto tasto per avviare mi trovo davanti al menu principale: il layout è simile ma non proprio identico, i macro-gruppi sopra sono “Home”, “Calcio d’inizio”, “Online”, “Offline”, “Extra”; nomenclatura che sinceramente trovo decisamente più chiara rispetto a “Competizione” e “Mondo Calciatore”, dunque spero che sarà mantenuta anche nella release finale.

Il tunnel della Veltins-Arena in PES 2019

Tra le varie squadre disponibili ho deciso di iniziare la mia esperienza con il Barcellona, come sfidante ho scelto il Liverpool; partita di giorno e meteo sereno, insomma volevo un match più standard possibile. Difficoltà settata a Superstar (era presente solo Regular e Superstar). Cerchiamo quindi di sviscerare un po’ questo primo approccio al gameplay di PES 2019, senza però andare troppo nel dettaglio, considerando infatti che la mia esperienza è limitata ad una decina di partite su una versione alpha del gioco.

Il mio primo impatto (ma anche quello degli altri miei colleghi presenti) è stato di un gioco più lento ma più fluido, dunque più realistico rispetto al suo predecessore. Altrettanto sorprendente come sensazione è stata quella di un grande lavoro svolto sugli effetti di luce e ombre (in particolare giocare al Camp Nou, di cui PES detiene l’esclusiva, è meraviglioso). È stata inoltre aggiunta la neve come condizione atmosferica. Molto piacevole notare come si sia lavorato anche sul fronte delle animazioni, mantenendo quelle dello scorso anno, ma aggiungendone diverse altre.

Nonostante la mia curiosità di esplorare e di fare degli stress-test per andare di proposito a cercare qualche falla, per la natura della prova sono dovuto rimanere molto concentrato per riuscire a fronteggiare la CPU. In particolare, non ho trovato molta difficoltà nel mantenere il possesso di palla, ma piuttosto ho fatto veramente fatica a giungere alla conclusione, in quanto la difesa avversaria si adattava perfettamente a qualsiasi tipo di manovra offensiva (gioco sulle fasce, attacco centrale etc..); come negli anni passati, PES spinge molto il giocatore a cercare di creare una fitta rete di passaggi, e dunque evitare l’abuso di azioni personali. Unito alla difficoltà di arrivare al tiro, si aggiunge anche, come lo scorso anno, un’ottima abilità dei portieri, capaci di compiere miracoli veri e propri (ma mai irreali).

Diverse novità, come evidenziato dal trailer, per le abilità e i tricks: meccaniche rimaste rispetto al predecessore – ma alcune nuove abilità come i “Rising Shot” contribuiscono a fornire una nuova e buona varietà al gameplay di PES 2019.

Nella seconda partita ho impostato la difficoltà a regular, così per giocare in maniera più tranquilla e fare gli opportuni test. Ho provato ad esempio a creare più collisioni possibili, mettere il replay e notare se le collisioni funzionassero regolarmente e non si presentasse nessuna compenetrazione: il risultato è stato soddisfacente, il Fox Engine è veramente egregio da questo punto di vista.

La qualità e la variabilità delle animazioni di PES 2019 a volte risulta veramente sorprendente, tanto da lasciare a bocca aperta per diversi gol realizzati sia da noi player che dalla CPU. Diverse volte capitava di sentire nella sala della prova “oh, venite a vedere che gol!”. Nello specifico, ad un collega è capitato di subire una rete dalla CPU con Maradona, in semirovesciata, stile copertina Panini.

Graditissima novità sono le sostituzioni veloci, eseguibili durante una cutscene premendo il touchpad del controller PS4 (non ho idea su Xbox o PC come funzioni, c’erano solo PS4 disponibili).

Ho spulciato un po’ anche il menu formazioni, provando le varie tattiche, ma non ho notato nessun cambiamento di rilievo.

Parlando inoltre dell’estetica, 3 stadi erano disponibili: Camp Nou, Anfield e Maracana. Li ho provati tutti e sono uno più bello dell’altro, sia di giorno che di notte (come detto sopra è stato svolto un gran lavoro per l’illuminazione). Ricordo che quest’anno saranno presenti oltre 40 stadi.

Nella mia ultima partita ho provato una delle novità che più mi incuriosiva di questa versione di prova: la neve. L’effetto è molto carino, e la neve nell’intorno del campo è stata ben realizzata; spero che nella versione finale si vada a depositare anche sul manto erboso del campo (magari cambiando qualche impostazione, o cambiando stadio, lo avrebbe fatto anche in questa, come detto ho avuto il tempo di fare una sola partita in tali condizioni).

Confrontandomi anche con i colleghi in sala, siamo usciti tutti soddisfatti da questa anteprima. Il gameplay c’è, quello che invece ci impensierisce è se Konami riuscirà a trovare un modo per portare molti più giovanissimi dalla sua parte (tornei a premi ad esempio?), in quanto PES inizia a sentire il bisogno di un ricambio generazionale. In ogni caso, finché il videogioco ci soddisfa, la strada tracciata non può che essere quella giusta; concludo invitandovi a seguire il nostro sito per tutte le news a riguardo e – se avete qualche domanda, siamo a disposizione! 🙂

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