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PES 2017 provato – Le prime impressioni

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La settimana scorsa il nostro Jacopo “jappyjoker” Bellomi, insieme ad altri fortunati utenti della community italiana, ha provato in anteprima PES 2017. Di seguito le sue impressioni su questa prima versione, ancora in pieno sviluppo, del prossimo capitolo della serie. Prima di lasciarvi alle sue parole, vi ricordiamo che la settimana prossima ci sarà l’E3, durante il quale potrebbero arrivare news su PES 2017. Seguiteci su facebook per restare aggiornati a riguardo.

PES 2017 – Le impressioni di Jacopo Bellomi

Venerdì 3 Giugno ho avuto la fortuna di provare una versione dimostrativa del nuovo PES 2017 per la nostra community di PESTeam.it. L’evento si è svolto a Milano, negli studi di Halifax Italia, quindi colgo l’occasione per ringraziare i ragazzi dello staff che, come al solito, sono stati molto gentili.

Prima della prova, iniziamo con una breve presentazione su schermo delle features e dei miglioramenti del nuovo capitolo Konami. Lo slogan è Control Reality, due parole che fanno capire su cosa punterà il nuovo PES, ovvero più controllo di ciò che succede in campo, da parte del videogiocatore, e la volontà di riprodurre in maniera dettagliata la realtà di una partita di calcio.

Uno degli aspetti fondamentali è il Real Touch, un rinnovamento del sistema del primo tocco che permette più libertà di movimento e scelta. Questo va unito alla migliorata fisica del pallone e alle abilità caratteristiche dei giocatori per determinare la precisione di stop e passaggi.

Non si può parlare di realtà senza passare per il comparto grafico: l’aspetto “visual” è stato migliorato, dalle telecamere dei replay, ai modelli dei giocatori, dalle animazioni delle reti all’illuminazione dello stadio. L’idea è che, avendo una base solida per quanto succede nel rettangolo di gioco, ora bisognerà lavorare su tutto ciò che ci sta intorno per creare una migliore atmosfera calcistica.

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Altra novità è il cosiddetto Team Control. Da una parte è possibile impostare il livello offensivo e difensivo durate la partita, dall’altra le nuove Advanced Instructions permettono di selezionare delle vere e proprie tattiche che influiscono sul gioco della propria squadra. A queste poi si uniscono gli schemi da corner e la relativa difesa a zona o a uomo in area di rigore.

Ma la CPU? Se noi abbiamo tutta questa possibilità di personalizzare i nostri stili di gioco, l’IA avversaria, con la Adaptive AI, saprà reagire e troverà delle contromisure per arginare i nostri punti di forza nel corso della partita. Ma ora… Andiamo a provare PES 2017!

Premo X per superare la schermata iniziale, scelgo lato e impostazioni di base, poi mi trovo subito di fronte alle squadre disponibili: Arsenal (con licenza!), Atletico Madrid, Francia e Germania.

Proseguiamo al menù prepartita. Questo è cambiato, presenta tutte le voci in basso, in orizzontale, con un design squadrato molto “minimal” ma decisamente apprezzabile. Lo stadio è la Neu Sonne Arena e c’era la sola possibilità di cambiare orario, stagione e clima (niente neve), non si poteva toccare la lunghezza del manto erboso. Per quanto riguarda le frecce della condizione, confermo che in questa versione i colori vanno dal massimo dell’azzurro, al minimo del rosso, e la stessa cosa vale per le statistiche individuali dei giocatori (se prima i valori sopra il 90 venivano individuati dal rosso, ora sono azzurri). Non sappiamo se questo cambiamento sarà mantenuto nella versione finale.

Menù formazioni: ricorda quello del 2016, con gli esagoni e le formazioni fluide, ma ci sono delle particolarità. Ora, selezionando uno qualsiasi dei giocatori in campo, il valore di tutti gli altri si adatta temporaneamente al ruolo in questione, in modo da sapere subito chi può rendere al meglio nella posizione, senza passarli uno a uno.

L’altra feature nuova è la voce Advanced Instructions, che spiegheremo nel dettaglio nel corso della settimana. Ci sono sei tattiche offensive (Hug the touchline, Attacking full backs, Wing rotation, Tiki-taka, False nr.9, Centring targets) e sei tattiche difensive (Tight marking, Deep defensive line, Swarm the box, Center target, Gegenpress, False full backs), ma se ne possono selezionare solo due per tipo per la selezione rapida. Ad esempio io ho scelto Tiki-taka e False nr.9 per le due offensive, mentre Gegenpress e Tight marking per le due di difesa. Queste possono essere attivate direttamente in gioco premendo L2 e i tasti direzionali: le frecce su/giù individuano le tattiche di attacco, quelle destra/sinistra le due di difesa. Durante la partita, in basso vicino ai nomi dei giocatori, potremo vedere quali “freccette” abbiamo selezionato, senza i nomi delle tattiche, così il nostro avversario non potrà sapere cosa abbiamo scelto per la nostra squadra.

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Guardando le statistiche dei giocatori, poi, ho trovato due valori nuovi rispetto al vecchio capitolo. Questi sono Physical Contact e Body Control, finalmente due tipi diversi di equilibrio. Il primo individua la forza fisica e la possibilità di resistere alla pressione del contatto avversario, il secondo è relativo all’agilità e alla capacità di rimanere in piedi dopo un tackle o uno scontro fisico.

OK, giochiamo. Dalla prima inquadratura nel tunnel dello stadio rimango a bocca aperta. La definizione del replay è incredibile, la camera vicina fa davvero risaltare la grafica del nuovo PES 2017. La presentazione prosegue in campo, partono gli inni e il pubblico mi accoglie con una “sciarpata”, mi sarei aspettato di più dai modelli della gente sugli spalti, sicuramente una cosa da migliorare. Vedremo più avanti.

Palla al centro e fischio d’inizio. Comincio a fare girare il pallone e mi accorgo che c’è qualcosa di diverso, i giocatori sono molto più mobili e si riesce a farli andare incontro al passaggio, ad anticipare un avversario che tenta di rubarti il pallone, insomma è quel Real Touch di cui si parlava in presentazione. Il ritmo è più lento del 2016, questo ti permette di pensare un po’ di più e di costruire, controllando meglio e scegliendo un passaggio migliore. Guadagno anche alcuni calci di punizione proteggendo il pallone col corpo. Insomma dall’inizio vedo già miglioramenti.

Il passaggio è influenzato dal tipo di stop e dalle abilità del giocatore in questione. Se non stoppi bene la palla e questa ti va lunga, difficilmente il passaggio sarà preciso, aumentando i rischi di un possibile contrattacco avversario. Lo stesso vale per il filtrante alto, che è facilmente leggibile dai difensori. Anche qui serve il giusto tempismo e una marcatura stretta può influire sull’esecuzione del passaggio.

Poi decido di provare i comandi nuovi. Attivo il Tiki-taka e il modo di approcciarsi alla partita dei miei giocatori cambia subito: rimangono più vicini, si muovono nello spazio libero. Le istruzioni avanzate influiscono molto sulla partita, permettendoti di giocare nel modo in cui preferisci affrontare il match.

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Dopo un po’ che faccio girare la palla cambio anche il livello offensivo. Sempre vicino al nome del giocatore, in basso, c’è un piccolo rettangolo con al centro una barra verde che si sposta in alto o in basso a seconda che vogliamo cambiare l’atteggiamento della squadra, con L2+R1/R2. Ci sono cinque livelli, si va dal più offensivo rosso intenso al blu della difesa totale, passando dal bilanciato verde e dai colori intermedi. Anche questa feature influisce molto sul gioco: si nota la differenza tra un livello di attacco alto, in cui il baricentro della squadra è sbilanciato verso l’avversario e si è esposti a contropiedi, rispetto ad una scelta più difensiva , con i terzini che rimangono bassi e la squadra che tende ad aspettare.

Mi capita di provare gli schemi da calcio d’angolo, attivabili con la freccia sinistra del pad, che sono quattro: attacco sul primo palo, sul secondo, in corsa e il trenino. La difesa, invece, può decidere di marcare a uomo o a zona, ma nulla vieta di battere i corner come si è sempre fatto fino ad adesso. Visto che siamo in tema di calci piazzati, i “pallini” della guida direzionale sono stati sostituiti da una sottile freccia gialla, anche questa si può togliere con il tasto apposito. I rigori, invece, direi che non sono cambiati.

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Parlando del sistema di tiro, in questo caso la qualità dell’esecuzione dipende da molti fattori, in primis il controllo della palla, dalla postura e dalla marcatura, anche se credo che si possano migliorare. Le animazioni del tiro preciso con R2 non mi pare siano state modificate, la loro riuscita, però, è stata ridotta se si viene marcati dalla difesa.

Capitolo portieri: non ricordo quante volte ho detto “Ma cosa ha preso?” in riferimento alle parate di Cech. Tante nuove animazioni, molto più reattivi delle loro controparti del 2016. Ho visto Neuer parare un tiro rasoterra in 1vs1 e poi rialzarsi per provare a respingere anche la ribattuta dell’attaccante. Ho visto delle ottime parate in tuffo con la mano aperta di Lloris. Un grande miglioramento e finalmente dei portieri svegli in campo. Unica pecca che abbiano notato, la respinta dei tiri da lontano a volte è troppo potente rispetto alla forza del tiro, ma la cosa si può sistemare velocemente.

Arbitri? Molto, molto meglio. Ho scritto sopra che sono riuscito a conquistare delle punizioni difendendo la palla. Gli arbitri di questa versione fischiano il giusto, fermando il gioco in caso di contatti irregolari come pestoni, spinte o chiusure azzardate. Ammoniscono anche se l’azione prosegue e dura a lungo – ricordo che una volta ci siamo detti “ma questo quando ha fatto fallo?” ed era successo molto prima. Anche loro non sono ancora perfetti: non hanno lasciato andare alcune regole del vantaggio, estraendo subito il cartellino giallo, ma c’è da dire che sono stati falli molto cattivi. Nel complesso, però, l’evoluzione è notevole.

Torniamo sulla grafica. I replay e la loro nuova impostazione televisiva, più vicina all’azione, permetto di ammirare l’altissima definizione del gioco. Sono stati completamente rivisti, sono cambiati gli angoli della camera e le animazioni. Ora, ad esempio, nel replay di un fuorigioco la linea gialla si illumina al momento del passaggio, mostrandoti bene il momento dell’azione; dopo un tiro, vedi il portiere che se la prende coi compagni, mentre le inquadrature delle esultanze dopo il gol sono più basse, ad altezza giocatore, come fossero riprese da bordo campo. Dalla camera principale di gioco non si apprezzano a pieno i miglioramenti grafici, ma da vicino il gioco lascia a bocca aperta.

Animazioni. Ne sono state inserite molte di nuove, abbiamo già parlato dei portieri e dei replay, ma vale anche per passaggi e controllo palla. Come l’anno scorso mi era rimasto impresso un colpo d’esterno al volo di Benzema, quest’anno di PES 2017 mi ha colpito un passaggio di suola all’indietro di Matuidi, fatto con un movimento davvero fluido e “reale”, considerando il gesto tecnico. Ci sono delle novità anche nelle animazioni dei contrasti, per rialzarsi da terra. Ne ho notate molte, ma di sicuro non le ho viste tutte in quelle poche ore di gioco.

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Passiamo alla difesa. A parte le varie tattiche che si possono adottare e che influiscono sul modo di giocare, questa direi che è molto più attenta al lancio lungo (il classico filtrante alto che punisce troppo nel 2016). Ho trovato piuttosto difficile passare per il centro del campo se i difensori facevano densità, dovendo optare per la soluzione in fascia, spesso tornando indietro e ripartendo. Ma anche così, dopo qualche azione andata a buon fine, la CPU ha trovato un modo per ostacolarmi, raddoppiando e fermando le mie iniziative larghe. Sicuramente è un aspetto che potremo assaporare con delle versioni più avanzare, magari da vedere anche nel contesto Master League.

Anche il menù di pausa è cambiato. Ora presenta un grande schermata rettangolare e dinamica in cui, premendo R1/L1, potremo navigare tra le statistiche della partita e le mappe dei flussi di gioco e dei palloni recuperati. Tutte le voci di selezionabili, invece, si trovano in basso, su una griglia scorrevole orizzontalmente che, personalmente, mi è piaciuta e riprende il tema del menù formazione.

Un’altra cosa che mi ha colpito è l’attenzione ai particolari. Il palo di sostegno che vibra e le borracce che si spostano se colpiti dal pallone. Uno dei ragazzi di Halifax mi ha parlato di un fotografo che ha abbassato la testa per non essere colpito dal tiro, gli uomini della sicurezza a bordo campo. Le nuove animazioni della rete e le goccioline d’acqua che si staccano quando si gonfia la rete, l’acqua che si alza mentre si corre o scivola, il vapore dalla bocca nelle partite invernali.

Ah, dimenticavo la vibrazione del controller! Questa è predefinita ma si può disattivare nelle impostazioni. Questa funzionalità contribuisce all’immersione nel gioco: il pad trema se colpisci il palo, fai gol, vai a contrasto con l’avversario e altre situazioni particolari. Una trovata che mi è piaciuta molto.

Giudizio Finale sulla prima versione di PES 2017

La qualità grafica dei replay, i miglioramenti dei portieri e le tattiche sono state le cose che più mi hanno impressionato. A questi si aggiunge un sistema di arbitraggio finalmente rivisto e degno di un gioco di calcio moderno. Sono stato contento anche della difesa e della reattività all’azione. Mi sarei aspettato qualcosa di meglio dalle punizioni e dai rigori, oltre che dal pubblico. Credo che il ritmo più lento, il Real Control e l’interazione delle istruzioni avanzate con i livelli offensivi potranno giocare un grande ruolo nella personalizzazione del modo di giocare, lasciando spazio a quella creatività che si era un po’ persa nell’ultimo periodo. Se questo è l’inizio e se ascolteranno ancora i suggerimenti delle community, potremo trovarci davvero un gran PES 2017.

Se dopo aver letto quest’articolo avete domande, vi invitiamo a farle nel forum, nella sezione dedicata a PES 2017.

Prima di salutarvi, vi linkiamo anche le impressioni di Gabriele Barberini, player PES League che ha provato PES 2017 venerdì scorso.

Jacopo Bellomi al Playtest di PES 2017
Jacopo Bellomi al Playtest di PES 2017
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