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PES League – Inizia il regno del Distruttore

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Guai a dargli del direttore sportivo… ma la cartolina d’apertura di questa finale 2016 è senza dubbio l’abbraccio tra il nuovo campione italiano Luca Tubelli e il suo mentore, l’uomo che negli ultimi anni ha mostrato capacità da dirigente strepitose, colui che da Balboa si sta trasformando lentamente in Mickey Goldmill: Daniele Perrone, al fischio finale dell’ultimo atto al The Hub corre incontro al ragazzo che lui ha fiutato, scovato, allenato, portato in trionfo… Come player Perrone ha certamente ancora tanto da dire, ma la vittoria del distruttore, domenica scorsa al The Hub, è il ritratto della dimensione passionale di un trionfo. Di quella fraterna oseremmo dire, di quello spirito sottostante che a Milano ha fatto diventare Luca il campione di TUTTI. Perché questo è molto più di un gioco… e se avete qualche dubbio fatevi spiegare dagli Elminster.

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Perrone è il personaggio introduttivo ma il protagonista stavolta è lui, Luca Tubelli, il Distruttore, il crack della passata stagione che in due anni ha scalato le vette nazionali con la velocità di un predestinato. Nessuno sbaglierà più il suo nome chiamandolo “Tabellino”, perché ora è inciso nell’albo d’oro di PES, e la sua fama si sta espandendo a macchia d’olio per il “Tubo”. Il napoletano, non ancora ventenne, arriva a Milano con in tasca il terzo posto assoluto di Pesaro anche se il suo nome non è, almeno da un punto di vista più esterno, tra i caldissimi nelle quote del The Hub in virtù di un basso piazzamento nel ranking master.

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E chissà lui, in cuor suo, quanto era cosciente che sarebbe stato il suo anno. Dopo il primo posto nel girone preliminare Tubelli inizia la sua corsa affrontando nei sedicesimo Alessandro Carlo Impero: un signor player, che tuttavia si arrende fragorosamente al capitolo iniziale della distruzione. Il secondo avversario è già uno di quelli da prova del nove. Con indosso la sua orgogliosa casacca arancione il veterano Spinelli si siede vicino a Tubelli insieme a tutto il suo bagaglio d’esperienza. Il Kaiser romano, però, esce frastornato dall’incontro, costretto a rimandare ancora una volta i suoi sogni di conquiste. Luca va avanti, sempre più forte e convinto, illuminato dell’aura degli avversari che ha già sconfitto lungo il cammino, ed è già tempo di quarti di finale.

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Ad aspettarlo c’è Enrico Coviello, un amico, un compagno di squadra…. uno che gliela farà sudare come nessuno fino a quel momento. Sarà stato forse questo il momento chiave? Sette Cavalieri e un Supremacy, un duello di quelli che tempra nell’anima di player, e il destino che spinge affinché l’unico “estraneo” rimasto al concilio del cavalierato sia proprio lui ad affrontarlo.

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Un nome che fa paura: Ettore Giannuzzi. Due volte campione d’Italia e già campione del mondo, è lui il grande boss della semifinale, ma Tubelli è “on fire”, non conosce limiti. Non conosce esitazioni. Il barese va al tappeto non senza lottare in una sequenza “slow motion” che sa un po’ di svolta storica, e per Tubelli si alza il sipario del confronto finale. Dall’altra parte Renzo Lodeserto, da due anni numero uno della penisola, fermamente deciso a fare ciò che mai nessuno aveva fatto prima. E’ la finale secca che cattura la sala del The Hub, che emoziona i bravissimi commentatori Fabrizio Ponciroli e Riccardo Fiorina, che tiene col fiato sospeso tutti gli appassionati collegati in streaming (seguitissimo l’evento su Twitch).

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Ed è una partita pazzesca. Renzo va tre volte sul doppio vantaggio, circostanza che avrebbe stroncato la volontà di chinuque. Evidentemente non quella di Luca Tubelli il distruttore, che dà qui la vera prova di essere un fenomeno. Per tre volte, il napoletano mantiene il sangue freddo, resta concentrato, rimonta contro il peggior avversario che potesse avere di fronte in quel momento. Non ci sono parole per descrivere l’impresa, il gol del 6-5, il sorpasso quando ormai si viaggia su livelli di gioco astratti. Sarebbe stato affascinante entrare nella testa e nel cuore dei due finalisti, mentre si giocavano per motivi diversi la partita più importante della loro vita. Finisce nella maniera più teatrale, più spettacolare. Il campione è un nome nuovo destinato a stupire ancora, lo sconfitto ci metterà un po’ a digerire la delusione, ma di fatto Renzo ha vinto due finali e mezzo: è mancata la consacrazione totale di un triplete mai visto, è vero, ma che prova ancora una volta di questo ragazzo terribile arrivato un solo passo dall’oscurare tutti i suoi predecessori!

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Primo Luca, secondo Renzo, terzo un Moreno Millarte che infila un altro piazzamento scintillante battendo Ettorito nella finalina. Questo il podio, questa l’immagine della PES League 2016 che chiude gloriosamente i battenti salutando il suo nuovo Re, e riabbracciando il concilio di ristretto del Clan Elminster. Eh già, perché se è vero che agli ottavi di finale dell’evento di singolo c’erano sette Cavalieri su otto player, la squadra che si porta a casa il titolo di Campione d’Italia Clan sono gli Elminster di Roberto Trasatti, di nuovo sul tetto d’Italia dopo il successo del 2012 al Tardini. Frasca che batte Lo Scandalo il capolavoro, unito alle zampate di Spinelli e Barberini sui due Millarte. Questa la storia dell’ultimo confronto della guerra galattica di gruppo. L’outsider, il nuovo elemento nella grande famiglia che insieme all’esperienza dei campioni storici spinge il nome su livelli inarrivati.

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Perché la vittoria degli arancioni ha un valore altamente simbolico più che sportivo. Mai nella loro storia gli Elminster si sono posti come un clan allestito esclusivamente, o anche soltanto prevalentemente per vincere. Gli Elminster sono prima di tutto una famiglia allargata dove PES è un filo conduttore presente e percettibile, ma non indispensabile. Non li abbiamo celebrati abbastanza quando a Pesaro arrivarono in massa con una maglia celebrativa; e questa è la loro nuova risposta, quella di chi, comunque vadano le cose, alla fine vincerà sempre. Chi guarda ancora al mondo dei tornei live con un certo e antipatico scetticismo, osservi gli Elminster per capire come una passione può diventare qualcosa di molto più grande. Arriva pure Matteo Betzu dalla Sardegna per stare vicino alla squadra, per espandere un cosmo arancione che riempie il cielo di Milano in una festa dove al centro c’è ancora una volta lui, il Signor Elminster. Sono poche ormai le parole per definire la persona che è Roberto Trasatti; forse l’abbiamo già usata un attimo fa: un signore, appunto. Uno con un cuore grande così, che riesce a vincere un altro titolo nazionale anche senza snaturare la filosofia della squadra. Uno che ce ne vorrebbero tanti al mondo, non solo in quello di PES… Semplicemente un grande!

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Va in archivio così un’altra magnifica pagina di storia nel momento dei ringraziamenti e dei saluti. E’ stato un piacere avere due ospiti illustri come Ponciroli e Fiorina a raccontare la Finale di una splendida location come il The Hub. E’ stato fantastico, ancora, riunire il cuore pulsante di una comunità che continua a battere, e a sognare come dimostrano tutti i messaggi i post, le istantanee pubblicate sui social da chi era presente il 10 aprile a Milano. Ci vogliano perdonare tutti quelli che non siamo riusciti a citare adeguatamente per non far diventare oceanica una news che già sfonderà il muro delle ottomila battute. Un cenno speciale, tuttavia, lo meritano due esponenti dei clan che insieme a Cavalieri ed Elminster si sono giocati la finale di gruppo. In Matteo Taddia del Megagame Soccer in molti hanno visto i tratti di un nuovo “Gravedigger” (chi non sa chi sia fili a studiare un po’ di storia). Il suo progetto è una grande realtà, il suo entusiasmo è degli uomini che hanno cambiato il modo di pensare a PES e ai tornei. L’altro personaggio che vogliamo salutare con affetto è Marco Mercieca del PES&Love. Un “vecchietto” che li ha visti passare tutti da prima di Legend al Distruttore, e che domenica era lì a giocarsi con un suo team un titolo nazionale. Uno che quando gioca fatica ancora a trattenere le emozioni, perché sa quanto esse siano e saranno sempre preziose a dispetto dell’età. Si dice che voglia ritirarsi il “Merci”, quanto meno dal circuito dei tornei più competitivi. Ci auguriamo sinceramente di no, perché qualcuno dovrà pur continuare a metterle un po’ in riga, queste nuove leve!

COMPLIMENTI LUCA, COMPLIMENTI ELMINSTER!

ARRIVEDERCI A PRESTO!

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