Come non proibiti? Non c'erano patologie, non c'erano prescrizioni mediche e appunto se ne faceva un
abuso, è quello il concetto per cui vi hanno condannati. Appunto Frode sportiva.
Ma l'hai letta la sentenza o mi stai perculando?
Per quanto invece riguarda la questione dell’abuso di farmaci la
Corte di Cassazione ha ritenuto inamissibile la motivazione dell’assoluzione della
Corte d’Appello, secondo la quale
“l’abuso di farmaci non era punito dalla legge all’epoca dei fatti”. Secondo la
Corte di Cassazione infatti:
“chi somministra ai partecipanti alla competizione, sostanze atte ad alterarne le prestazioni, e che fraudolentemente mira a menomare o ad esaltare le capacità atletiche del giocatore, pone in essere una condotta che consiste in un espediente occulto per far risultare una prestazione diversa da quella reale, in un artifizio capace di alterare il genuino svolgimento della competizione, con palese violazione dei principi di lealtà e di correttezza: per l’effetto, gli atti posti in essere sono agevolmente riconducibili alla nozione di atti fraudolenti di cui alla normativa in esame” (legge sulla frode sportiva). La Corte ha quindi ritenuto che la somministrazione eccessiva di farmaci possa configurarsi come reato di frode sportiva e ha quindi annullato la sentenza di assoluzione della
Corte d’Appello.
Che c'entrano i calciatori, è un processo penale, non sportivo.
Non lo dico io, lo dicono i periti dell'accusa, i periti (imparziali della giuria) e i giudici che vi hanno condannato in primo grado che hanno analizzato i valori di ematocrito nel sangue dei giocatori della Giuve.
«
Vi è la prova piena e certa» che la Juventus «
ha somministrato eritropoietina ai suoi giocatori per modificarne la prestazione agonistica, alterando il risultato della competizioni sportive». Invece è quel che si legge nelle
326 pagine di motivazioni, in cui il
giudice Giuseppe Casalbore spiega perché, 90 giorni fa, ha condannato Riccardo Agricola a 1 anno e 10 mesi per frode sportiva e somministrazione di farmaci pericolosa per la salute, assolto l' amministratore delegato Antonio Giraudo con formula dubitativa (comma 2 art. 530 Codice di procedura, che assorbe la vecchia insufficienza di prove), e prosciolto o prescritto entrambi per i reati minori contestati dai pm Guariniello, Panelli e Colace. Ma il giudice spiega pure perché dev' esser processato per frode sportiva anche il vice di Agricola, Riccardo Tencone («l' Epo la somministrava materialmente lui, su ordine di Agricola»); e con lui, per falsa testimonianza, una ventina fra medici e calciatori juventini per le bugie raccontate in tribunale. Da oggi saranno tutti indagati. Sicuramente Epo. «
L' Epo - assicura il professor Pasquale Bellotti, direttore della scuola dello sport del Coni - trasforma in campioni anche i brocchi».
E il giudice, come il suo perito Giuseppe D' Onofrio,
non ha dubbi: dai valori ematici di Conte e Tacchinardi «
emerge un uso 'acuto' di eritropoietina, somministrata per brevi periodi» in occasione di ricoveri ospedalieri «per accelerare il recupero agonistico». In uno dei due ricoveri di Conte,
lo sbalzo di emoglobina è talmente rapido e cospicuo da spiegarsi solo con
«pratiche trasfusionali». Poi «si riscontra anche un uso 'cronico' di epo su gran parte dei 20 giocatori considerati»: almeno «Conte, Del Piero, Di Livio, Ferrara, Pessotto, Tacchinardi, Torricelli, Dimas, Iuliano, Montero, Zidane». Troppi esami sospetti. Curiosamente, «dopo un' apprezzabile permanenza nella società del dr. Agricola,
l' emoglobina dei giocatori si assesta su valori più alti di quelli riscontrati al momento dell' arrivo in squadra». Esempio:
in un solo anno di Juve, Dimas acquista 3 punti di emoglobina. Il dottore sottoponeva i calciatori a continue analisi del sangue per «monitorare i soggetti per le concomitanti pratiche e terapie vietate». Pessotto nel ' 98 fece 4 esami in 3 mesi.
Emersero dati abnormi, mentre dalla campagna Coni «Io non rischio la salute» risultò tutto regolare. E qui Agricola, con un «clamoroso autogol», dice che fu allora che si convinse dell' inefficacia dei protocolli Coni erano «inefficaci». La prova, per il giudice, della sua «perfetta consapevolezza che Pessotto assumeva Epo». Conte dopato in Champions. Dopo la finale di Champions League del ' 96, Conte è ricoverato per un infortunio.
L' emoglobina schizza verso l' alto: 3.4 punti in due giorni, al 27 al 29 maggio. Dice la Juve: non c' era motivo per dargli l' Epo, a fine stagione. Ribatte il giudice: «C' era la Nazionale per gli Europei, e Sacchi voleva Conte a tutti i costi». Non solo: «Conte potrebbe aver iniziato la 'terapia' ben prima e in previsione della finale di Coppa e continuato a risentire degli effetti dell' Epo anche dopo, proseguendo magari nella pratica vietata per accelerare i tempi di ripresa». Parole che metteranno in allerta l' Uefa. Altri valori anomali si riscontrano dopo l' infortunio al ginocchio che ferma Conte per sei mesi, dal 9 ottobre ' 96: valori che «non si spiegano se non con Epo», per tentare un recupero disperato in vista dell' Intercontinentale a Tokyo, il 26 novembre. Solo dopo si decise di operarlo. Tacchinardi sputa sangue. Secondo il giudice, Agricola imbottì Tacchinardi di Voltaren e altri antinfiammatori «pur sapendo che era soggetto a gastriti e perdite di sangue dal retto». Così, nell' ottobre ' 97, gli procurò un' ulcera gastrica sanguinante. Ma alla stampa fu detto che il ricovero era dovuto a "stress". In tribunale, poi, Tacchinardi «rende false dichiarazioni per evitare che si conosca quanto capitato. Pur avendo avuto un grave malore, vomitando sangue e perdendone altro attraverso le feci, ha bellamente spiegato che si trattò di un' indigestione per una bibita ghiacciata. Sarà compito del pm individuare chi abbia consigliato al giocatore di fare gravi quanto puerili affermazioni non vere». I sassolini del giudice. Dopo tre anni di processo, Casalbore si leva qualche sassolino dalle scarpe. Difende come «legittima» l' indagine della Procura. Bolla come «aggressivi e ingiustificati» gli attacchi della «disinvolta» difesa Juve a D' Onofrio, accusato «ingiustamente» di essere prevenuto e di aver sbagliato metodi e calcoli, mentre «aveva completamente ragione». D' Onofrio è talmente imparziale da aver scoperto gli «errori nelle analisi» che avevano portato i pm a sospettare degli ematocriti di Di Livio e Padovano. E poi «ha usato il parametro dell' emoglobina, richiesto dalla difesa». L' abuso di farmaci. Durissime, anche sul piano professionale, le accuse ad Agricola: «violava le leggi sui farmaci», ma anche il giuramento di Ippocrate, cioè «i doveri del medico» e il «codice deontologico». «
Acquistava e somministrava 281 specialità di farmaci,
anche dopanti, a
giocatori sani», senza «scopi terapeutici», senza «ricette» né indicazioni nelle cartelle. Per lui «i giocatori sono dei quasi-malati» e «il medico sportivo è legittimato a comportarsi diversamente», come se il calcio fosse una «zona franca». I farmaci (dalla
creatina in dosi da cavallo, 20-30 grammi/giorno»,
ai vietatissimi corticosteroidi) diventavano così «espedienti per migliorare le prestazioni di giocatori affaticati», «con grave rischio per la loro salute».