⚽ Uno sguardo al talento! [Segnalazioni talenti, meteore e pupilli]

Ronin

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Savio - Atletico Mineiro
Classe 2004 a Giugno del 2020 firma il suo primo contratto da professionista, con il "Galo" che decide di inserire una clausola rescissoria da capogiro per l'allora 16enne: ovvero 60 milioni di dollari. Il suo debutto in prima squadra arriva a Settembre dello stesso anno, in una stagione che vede il ragazzino scendere in campo in 8 partite, due addirittura da titolare. La passata stagione invece sono 4 le presenze in Serie A. 56 minuti in totale che gli valgono comunque la vittoria del Brasileirao. Ma è nel campionato statale che Savio riesce a mettere in mostra il suo talento. Cuca punta forte su di lui, e il ragazzo lo ripaga con delle buone prestazioni che consentono all'Atletico di vincere il Mineirao. Cambiata la guida tecnica, con il "Turco" Mohamed che ha preso il posto di Cuca, per Savio è diminuito anche il minutaggio, e nel Mineirao che si sta volgendo adesso ha giocato appena 2 partite. Non solo Atletico però, visto che Savio è stato un punto di riferimento per l'Under 15 brasiliana, trascinata nel 2019 alla vittoria del Sudamericano con 4 gol segnati in 6 partite. Saltata l'Under 17 e 18, a metà Dicembre è stato convocato in quella Under 20. Tatticamente Savio è un esterno che può giocare su entrambe le corsie, anche se a lui piace giocare più a destra per poter così rientrare sul piede forte che è il sinistro

 

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Continuiamo a parlare di meteore, e da Parigi, dove abbiamo parlato di Ongenda, ci spostiamo a Liverpool, dove un'altra big europea sperava di aver messo le mani sul talento di turno. Questa è la storia di Toni Gomes, che da presunta stella è finita a giocare nella seconda divisione turca. Tutto inizia nel 2015 quando il ragazzo parte dalla Guinea-Bissau, ex colonia portoghese, e si reca a Lisbona a trovare il padre. Imbeccati da uno scout che lo segnala al Liverpool, i Reds decidono di fargli fare uno stage nelle loro strutture, e l'impatto di Toni Gomes è devastante, tanto che la società inglese, colpita dalla prestazioni del giovane guineense, lo mette subito sotto contratto. In appena 6 mesi il ragazzo passa dalla Guinea-Bissau al Liverpool senza nemmeno giocare in nessun settore giovanile importante, se non in patria nel Canchungo, piccolo club di una piccola cittadina di 6 mila abitanti. Toni Gomes nelle giovanili dei Reds fa intravedere le sue qualità, che sono una buona velocità e una certa facilità nel saltare l'uomo che gli permettono di poter giocare su tutto il fronte d'attacco. Nel 2017 il Liverpool lo manda al Forest Green Rovers, club di quarta serie, per fargli fare un po' di esperienza tra i professionisti, ma nel Gloucestershire il ragazzo, che intanto è stato convocato dal Portogallo giocando prima nell'Under 17 e poi in quella Under 18, colleziona appena 9 presenze e solo 3 partendo dal primo minuto. Ritornato alla base il Liverpool però lo scarica non rinnovandogli il contratto. Così nel 2018 ritorna in Portogallo e si accasa all'Arouca. Nell'area metropolitana di Oporto Toni Gomes trova i primi gol da professionista, 2 in 9 gettoni, ma alla fine del campionato i gialloblu retrocedono in terza divisione. A questo punto il classe 1998 non se la sente di seguire la squadra nella Liga 3, ma invece di restare in Portogallo cambia completamente vita e si trasferisce addirittura in Egitto all'Haras El-Hodood. Anche qui però gioca poco, 17 presenze (3 solo da titolare) e segna 3 reti, ma come era successo con l'Arouca, il club di Alessandria retrocede in seconda divisione. Questa volta però Toni Gomes resta in Egitto e viene acquistato dall'El Gaish, ma l'avventura al Cairo è a dir poco tribolata, visto che disputa appena 15 minuti in un intero campionato, tanto basta ad Agosto del 2021 di prendere la decisione di lasciare l'Africa e ritornare in Europa, dove a puntare su di lui è il Menemenspor, club turco di seconda divisione. Con i gialloblu sta finalmente trovando un po' di continuità, ed attualmente ha giocato 20 partite (la metà da titolare) e segnato 1 gol. Quella di Toni Gomes sembrava una favola, ma alla fine non c'é stato il lieto fine. Tuttavia la giovane età (parliamo di un ragazzo di 23 anni), gli può ancora regalare una carriera migliore rispetto a quella che ha avuto in queste stagioni

 
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Girare una seduta di allenamento con Ronaldinho nel 2005 all'età di 12 anni, con tanto di palleggi con il fenomeno brasiliano al Camp Nou, per poi nel 2021 a 28 finire nel campionato dell'Azerbaijan, il passo é stato decisamente breve per Cristian Ceballos, uscito nientemeno che dalla Masia del Barcellona. A detta di molti il talentuoso fantasista spagnolo era un giocatore dal futuro brillante, ma una serie di infortuni l'hanno limitato non poco, relegando la sua immagine più al video con l'asso brasiliano, che per la carriera che ha poi avuto. Nato a Santander nel 1992, Ceballos ad 11 anni entra a far parte del mondo Blaugrana. Nelle giovanili catalane è un giocatore importante, anche se non hai mai l'occasione di poter debuttare in prima squadra, così nel 2010 alla scadenza del contratto con il Barcellona, che non può garantirgli un posto in una squadra piena di stelle, e dopo un provino con il Chelsea, è il Tottenham a mettere sotto contratto il ragazzo. Con Gli Spurs non debutterà mai, ma viene convocato per una partita di Premier League e una di Coppa di Lega rimanendo però in panchina. Il club inglese almeno all'inizio crede nel potenziale di Ceballos, e nel 2013 lo manda in prestito all'Arouca. Con i portoghesi gioca una discreta stagione, con 19 presenze, 1 gol e 3 assist, ma il ritorno a Londra l'anno successivo lo vede relegato sempre in tribuna, così nel 2015 scaduto il contratto con il Tottenham resta nei dintorni della capitale inglese, e si accasa gratuitamente al Charlton Athletic. Da qui in poi la carriera di Ceballos ha una brusca sterzata. Con gli Addicks gioca appena 5 partite, per poi andare in Belgio tra le file del Sint Truiden. Con il belgi gioca diverse stagioni, ma solo la prima la disputa da titolare, dove riesce finalmente a far vedere il suo talento, con 5 gol in 30 partite. Tuttavia una serie di infortuni lo tormentano fino al 2019, quando lascia il Belgio per finire in Qatar. Gioca due campionati all'Al-Wakrar, dove mette insieme 25 presenze e 3 gol, poi a Marzo del 2021 cambia casacca e firma per il Qatar SC. Una scelta che però risulta deleteria per Ceballos, che scende in campo in appena 3 occasioni. Così ad Agosto prende un nuovo treno, che lo porta in Azerbaijan al Sabah. Nella città di Masazir parte subito titolare, ma gli infortuni ancora una volta decidono di mettergli i bastoni tra le ruote, lasciandolo al palo da inizio Novembre fino ad inizio Febbraio, quando viene convocato per una partita di coppa, anche se rimane per tutto il tempo in panchina. A 30 anni da compiere il 3 Dicembre, la carriera di Ceballos sembra ormai al capolinea. Sono davvero lontani i tempi in cui il suo video con Ronaldinho spopolava nel web

Qui Ceballos che palleggia con Ronaldinho

 
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Henrique Araujo - Benfica
Classe 2002 Henrique Araujo è la stellina della seconda formazione del club di Lisbona, che attualmente guida il campionato cadetto insieme al Casa Pia. Se gli Ercanados sono primi (anche se essendo un club filiale non possono essere promossi in prima divisione), gran parte del merito va attribuita proprio ad Henrique Araujo, che con 12 reti in 19 partite è al comando della classifica dei bomber insieme all'honduregno Rochez del Nacional, ed ha già superato il suo record di gol, visto che nella stagione precedente ne aveva messi a referto 11 in 28 gettoni. Le ottime prestazioni con la squadra B non sono passate inosservate al piano superiore, tanto che Nelson Verissimo, che ha preso il posto dell'esonerato Jorge Jesus, dopo averlo buttato nella mischia nella finale di Coppa di Lega persa con lo Sporting Lisbona a fine Gennaio, ai primi di Febbraio l'ha voluto convocare per un paio di partite di campionato, facendogli giocare 24 minuti nella sconfitta casalinga con il Gil Vicente, e nella giornata successiva altri 9 minuti nella vittoriosa trasferta a Tondela. Un rapporto quello tra Nelson Verissimo ed Henrique Araujo nato nella formazione B. Infatti si deve proprio al nuovo allenatore della prima squadra lo svezzamento e la crescita del ragazzo con la squadra filiale. A livello di giovanili invece il giocatore lusitano fa parte dell'Under 21 del Portogallo, dove ha messo insieme 3 presenze nelle qualificazioni per il prossimo Europeo, mentre in precedenza il portoghese, che come Cristiano Ronaldo è nato a Funchal nell'isola di Madeira, è stato un punto di riferimento dell'Under 17. Tatticamente Henrique Araujo è una punta centrale di movimento

 

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Thijs Dallinga - Excelsior
Classe 2000 Dallinga in 28 giornate di Eerste Divisie (la seconda divisione olandese) ha segnato la bellezza di 27 gol, praticamente una rete a partita. Davvero una bella storia quella del centravanti olandese, che nonostante la giovane età ha già dovuto fare i conti con un serio infortunio. La sua carriera non inizia nei settori più blasonati dei Paesi Bassi, ma bensì nel modesto Emmen, dove debutta tra i professionisti nel 2017. Nonostante le poche presenze, appena 8 scampoli ma con 1 rete a referto, le prestazioni di Dallinga sono comunque buone, tanto che in Eredivisie è il Groningen a muoversi per primo per acquistare il giocatore, che nel 2018 passa dunque ai biancoverdi. Dopo una stagione nelle giovanili del Groningen, il tecnico Bruijs decide per la stagione 2019 di promuovere in prima squadra il ragazzo, che tra Under 19 e Under 21 ha segnato 22 gol. Dallinga resta in panchina per 7 partite, senza debuttare, ma a fine Ottobre un problema ai muscoli addominali lo mandano ai box. Sembra un infortunio poco serio, e invece l'attaccante resta praticamente fuori per tutta la stagione, rimandando il suo debutto con il Groningen al campionato successivo. Un'annata però da incubo per Dallinga che colleziona 6 partite per un totale di appena 60 minuti. Scaduto il contratto con il Groningen, il ragazzo decide di scendere di categoria per trovare più minutaggio e a Luglio del 2021 si accasa all'Excelsior. A Rotterdam Dallinga riesce finalmente ad esplodere. Mister Dijkhuizen lo mette al centro dell'attacco e il 21enne lo ripaga con prestazioni di grande livello: doppiette, triplette, addirittura due quaterne, che fanno volare l'Excelsior, che attualmente si trova al terzo posto a soli tre punti dalla promozione diretta. Tatticamente Dallinga è un giocatore che nella sua carriera ha sempre giocato come centravanti l'imbucata

 

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Endrick - Palmeiras
Classe 2006 Endrick ha appena 15 anni, e nonostante in prima squadra non ha mai messo piede, gli sono bastate un paio di buone prestazioni nella Copinha (torneo tra i più importanti a livello giovanile), per finire sulla bocca di tutti. Addirittura si parla di squadre come Real Madrid e Barcellona già pronte a scippare il ragazzino al Verdao a suon di milioni. Nelle ultime ore poi dalla Spagna affermano che i Galacticos abbiano già messo sul piatto 45 milioni, operazione che ricorda molto quelle che hanno portato nella capitale Vinicius Junior, Rodrygo e Reinier. Classe 2006, Endrick nel settore giovanile del club paulista sta comunque bruciando ogni record, e dal 2016 ha messo a segno 171 gol in 175 presenze, una media notevole per un ragazzo che spesso gioca da sotto età. E proprio nella Copinha Endrick ha dato un saggio delle sue qualità, trascinando il club paulista alla vittoria del torneo. Le prestazioni del 15enne sono spesso state di spessore, tanto che Abel Ferreira, allenatore della prima squadra, ha deciso di premiare il ragazzo facendolo allenare con i grandi. Endrick però fino al 21 Luglio (giorno del suo 16mo compleanno), non potrà debuttare tra i professionisti, ma intanto si gode questo grandissimo momento di notorietà. Tatticamente il brasiliano è un attaccante che può giocare sia come 9 che come esterno

 

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Essere paragonato a Cavani a 20 anni, e a 30 il rischio di finire a giocare nelle Serie B bulgara è un qualcosa che Brayan Perea ha sperimentato e sta sperimentando sulla sua pelle. Partiamo però dall'inizio perché questo pennellone colombiano di un metro e novanta quando era poco più che maggiorenne fece parlare molto di se in patria, prima vincendo il Sudamericano Under 20, poi con la maglia del Deportivo Cali si mise in mostra segnando 11 reti in due campionati, prestazioni che inevitabilmente fecero drizzare le antenne di diversi club europei, ma la squadra più lesta di tutti a fiondarsi sul nuovo fenomeno sudamericano fu la Lazio, che nel Luglio del 2013 portò nella capitale la punta colombiana investendo ben 2 milioni e mezzo di euro. Appena arrivato a Formello Ighli Tare se ne uscì con un'affermazione di quelle forti, paragonando Perea a Cavani per il modo di giocare e muoversi in campo. Mai paragone fu più sbagliato. Il "Coco" a Roma giocò poco, e in due stagioni segnò una sola rete in Serie A (più una doppietta al Parma in Coppa Italia, e due gol in Europa League) e una rete in Serie B al Perugia. La Lazio prova allora a darlo in prestito fuori dall'Italia. Nel 2015 finisce in Francia nel Troyes che non gli risparmia qualche capatina in terza divisione con la seconda formazione. Dopo 0 gol in terra d'Oltralpe, si trasferisce in Spagna nel piccolo Lugo, ma nemmeno in Galizia trova il minutaggio necessario, e dopo 13 partite (tutte entrando dalla panchina) e 0 reti, fa ritorno a Roma dove tra Giugno 2017 e Dicembre 2018 si allena solo con la squadra non potendo essere tesserato perché extracomunitario, e nemmeno la Lazio riesce a trovargli un club dove rimandarlo in prestito. Scaduto finalmente il contratto con i biancocelesti, Perea se ne ritorna in patria. A puntare su di lui ci prova l'Independiente Medellín, ma l'aria di casa non gli fa bene. Segna un solo gol e prova allora a rilanciarsi con il Temperley, ma pure nella seconda divisione argentina fa fatica a trovare spazio. Altro giro e altro continente, questa volta va a giocare negli USA nel Palm Beach Star, club fondato da due italiani e che milita addirittura in quarta divisione. L'esperienza del "Coco" in Florida dura un paio di mesi. Giusto il tempo di giocare qualche partita per poi ritornare in Europa a Gennaio di quest'anno. Questa volta a provare a dare una chance al colombiano sono i bulgari del Botev Vratsa, squadra che attualmente sta lottando per non retrocedere. Perea però fino a questo momento non ha mai messo piede in campo e nemmeno in panchina. A 29 anni (compiuti a fine Febbraio), la carriera del colombiano sembra già ai titoli di coda, ma non adesso, da quando ha messo piede in Europa

 

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Rayane Bounida - Anderlecht
Classe 2006 Rayane Bounida, giovanissima stellina delle giovanili dell'Anderlecht, non ha ancora debuttato tra i professionisti, ma su di lui ci sono comunque già una sfilza di club pronti ad investire su questo trequartista di appena 16 anni. La squadra che però in queste ore sembra ad un passo dal prelevare il belga, ma di chiare origini marocchine, è l'Ajax. Il club olandese pur di portare Bounida ad Amsterdam è pronto ad accontentare le richieste dell'entourage del giocatore, che chiede un contratto da 700 mila euro. Il ragazzino intanto, che su Instagram ha più follower dell'Anderlecht, delizia il pubblico con le sue giocate nell'Under 18 dei biancomalva e nell'Under 16 di Diavoli Rossi, dove ha già messo a segno 3 gol in 9 partite. In Belgio sono convinti che questo classe 2006 abbia tutte le carte in regola per diventare il futuro fenomeno del pallone. Tatticamente Bounida può giocare sia da trequartista che sulle fasce

 

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Sana Fernandes - Sporting Lisbona
Classe 2006 nato nella Guinea-Bissau, questo ragazzo è il fratello minore di Joelson Fernandes (altro talento di cui abbiamo già parlato e che adesso è in forza al Basilea). Da Agosto dello scorso anno Sana Fernandes (che deve ancora compiere 16 anni), è stato promosso nella formazione Under 17, dove è uno dei giocatori più importanti. In 20 giornate di campionato ha messo a segno 10 reti, con lo Sporting che è attualmente primo insieme con il Benfica. La selezione portoghese intanto ci sta facendo un pensierino, viste le prestazioni e la doppia nazionalità, e potrebbe presto convocarlo per qualche stage. Tatticamente Sana Fernandes è un esterno che può giocare su entrambe le corsie, anche se a lui gli piace giocare più a sinistra per sfruttare il piede forte che è il destro

 
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Francisco Sagardia - Independiente del Valle
Classe 2002 in Uruguay Sagardia è già stato paragonato ad un piccolo Cavani. Infatti nel modo di muoversi in campo e anche nell'esultare, ricorda molto il "Matador". Il ragazzo a Gennaio è stato dunque preso in prestito e fatto esordire con la formazione Under 20 dell'Independiente del Valle con cui a disputato una grande Copa Libertadores di categoria. Gli ecuadoriani sono arrivati fino all'atto conclusivo della competizione (grazie anche ai 4 centri del puntero uruguagio), però ai calci di rigori l'IDV si è dovuto inchinare al Peñarol. I Negriazul disporranno del ragazzo fino a Dicembre e viste le sue buone prestazioni è stato inserito nella rosa dell'Independiente Juniors, squadra filiale che gioca nella seconda divisione ecuadoriana. Tatticamente Sagardia è il classico centravanti di movimento

 

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Oggi parliamo di un pupillo, ovvero di Nordin Amrabat, classe 1987, nato in Olanda ma di chiare origini marocchine. Una carriera quella dell'esterno maghrebino iniziata nel 2006 nel piccolo Omniworld. In patria ci rimane fino al 2011 giocando prima con il VVV-Venlo e poi nel più blasonato PSV Eindhoven, che lo preleva per 2 milioni di euro dai gialloneri, e dove si ritaglia il suo spazio. Incredibilmente però a Gennaio del 2011 decide di passare in Turchia al Kayserispor. Con il club anatolico gioca un'ottima stagione e mezza tanto da attirare le sirene del Galatasaray. Ad Istanbul vince parecchio, ma gioca una sola stagione intera, visto che già alla seconda viene spedito in prestito al Malaga nel mercato invernale. In Andalusia fa vedere numeri interessanti, tanto da spingere i Boquerones a riscattarlo dal Galatasaray dopo un campionato e mezzo giocato su buoni livelli. I tifosi del Malaga però si godono le prestazioni del marocchino (riscattato per 3,5 milioni) solo per un'altra mezza stagione, visto che a Gennaio del 2016 il Watford decide di puntare forte su Amrabat staccando un assegno di quasi 9 milioni. Salutata la Spagna l'Inghilterra non si rivela però l'habitat ideale e in due anni e mezzo l'esterno maghrebino non trova mai la via del gol. Dopo un 2017/2018 passato in prestito agli spagnoli del Leganes decide di cambiare aria e si trasferisce in Arabia Saudita attratto dai petroldollari dell'Al-Nassr (con il Watford che incassa più o meno la stessa cifra che aveva speso per prenderlo dal Malaga). A Riyadh è una delle stelle della squadra saudita che con i suoi gol e i suoi assist porta a vincere un campionato e due supercoppe. Scaduto il contratto con l'Al-Nassr, ad Agosto del 2021 si sposta di nuovo in Europa e firma per i greci dell'Aek. Ad Atene Amrabat è diventato subito un beniamino della tifoseria e insieme ai compagni sta provando a trascinare le Aquile alla qualificazione per la prossima Conference League. A cinque giornate dalla fine del campionato il marocchino ha segnato 4 gol e sfornato altrettanti assist in 25 presenze. Amrabat da giovane ha spesso giocato con le giovanili dell'Olanda, tuttavia nel 2011 scelse di rappresentare il Marocco con cui ha giocato il Mondiale in Russia nel 2018. Una sua protesta contro il VAR (Var is Bullshit gridato alle telecamere alla fine del match con la Spagna) fece il giro del mondo, con la federazione marocchina che multò il giocatore per ben 50 mila dollari

 

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Quando a Barcellona si parla della classe 1987 la mente va subito a tre grandi giocatori che con le loro prestazioni hanno contribuito a rendere ancora più grande il club catalano. Di Messi, Pique e Fabregas sappiamo ormai tutto. Tutti e tre hanno portato il Barcellona alle vette più alte in patria, in Europa e nel mondo, e tutti e tre hanno avuto modo di giocare nelle giovanili Blaugrana, salvo poi prendere destinazioni diverse (Fabregas per tanti anni all'Arsenal, Pique prima al Manchester United e poi al Real Zaragoza), ma alla fine si sono di nuovo incontrati nel Barcellona dei grandi portandolo a vincere tutto. Loro ce l'hanno fatta a diventare grandissimi calciatori, ma in quella classe 1987 c'era un altro giocatore che aveva tutte la carte in regola per poter sfondare. Il suo nome é Victor Vazquez e di quel Barcellona giovanile era il capitano e uno dei punti di riferimento, anzi per gli addetti ai lavori era addirittura superiore a Messi, ma invece la sua carriera non gli ha regalato le gioie che forse meritava, complice anche qualche infortunio di troppo. In una squadra piena zeppa di campioni solo entrare nella rosa della prima squadra risulta difficile, e Vazquez passa diverse stagioni a fare la spola tra formazione B e quella C, con qualche sporadica apparizione tra i big sotto la gestione Guardiola. In tutto però gioca appena tre partite con la prima squadra, ma si toglie almeno lo sfizio di segnare un gol in una partita di Champions League contro i russi del Rubin Kazan. Mentre i suoi ex compagni nelle giovanili sono ormai dei pilastri del club e alzano trofei a profusione, Vazquez a 24 anni e con un serio infortunio capitatogli al ginocchio, chiude la sua avventura in Catalogna dopo 14 anni a far parte del mondo Blaugrana e si trasferisce al Brugge. Nei 5 anni e mezzo vissuti in Belgio, lo spagnolo a sprazzi fa intravedere tutto il suo talento, soprattutto nella stagione 2014/2015 dove segna ben 11 reti. Nel Gennaio del 2016 (dopo aver vinto uno scudetto e una coppa nazionale e sfornato qualcosa come 50 assist) decide di cambiare completamente vita ed accetta l'offerta del Cruz Azul. Una scelta che alla fine risulta sbagliata. In Messico Vazquez non si ambienta e dopo una sola stagione si sposta più a Nord firmando con il Toronto. In Canada lo spagnolo è decisamente un lusso e insieme a Giovinco e Altidore trascinano il Toronto a vincere una storica MLS. Chiuso il ciclo in Nord America passa in Medio Oriente ed approda in Qatar, prima all'Al-Arabi e poi all'Umm Salal, due avventure avere di soddisfazioni, come avaro è il ritorno nel campionato belga con il piccolo Eupen, dove ci rimane appena due mesi e con una sola presenza in campo. A Marzo del 2021 riprende la strada che porta in MLS e si accasa ai Los Angeles Galaxy dove gioca tutt'ora da titolare inamovibile. Per molti era superiore a Messi, altri gli pronosticavano una carriera da top player, e invece Vazquez tra infortuni, qualche scelta rivelatasi pessima e un po' di discontinuità, arrivato a 35 anni ha sicuramente avuto un percorso professionale al di sotto delle aspettative

 

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Oggi parliamo di un altro giocatore maghrebino, dal grande talento ma che non è riuscito a farlo fruttare del tutto, colpa della discontinuità ma anche dei tanti infortuni che ha avuto in carriera. Sofiane Boufal nasce a Parigi da genitori marocchini, ma i primi passi nel calcio non li muove nella capitale francese, ma bensì nell'Angers. Poco più che ventenne gioca diverse ottime stagioni in Ligue 2, cosi a Gennaio 2015 è il Lille a portarlo in prima divisione per 3 milioni di euro. Con i Les Dogues mette in evidenza tutto il suo talento fatto di dribbling mortiferi e giocate di alta classe. In Alta Francia gioca una sola stagione e mezza, ma quella 2015/2016 lo consacra come uno dei migliori giocatori del campionato, dove segna la bellezza di 11 reti. Prestazioni che fanno drizzare le antenne a diversi club, specialmente quelli inglesi, e alla fine a spuntarla è il Southampton, che per quasi 20 milioni di euro lo porta in Premier League. Con la maglia dei Saints gioca però tre stagioni altalenanti. Quando è in giornata è capace di tutto, ma purtroppo sono troppe quelle dove è lontano parente di quel bel giocatore visto a Lille, con il Southampton che non gli risparmia un prestito al Celta Vigo, dove fa rivedere di nuovo sprazzi del suo talento. Scaduto il contratto con il club inglese Boufal nel 2020 decide di ritornare al suo vecchio amore vestendo di nuovo i colori dell'Angers. Nella prima stagione gioca appena 14 partite, ma è quest'anno che il marocchino sta ritornando sui livelli visti a Lille. Il classe 1993 ha già messo a segno 8 reti a cui vanno aggiunti 5 assist in 29 partite. Numeri che potrebbero essere importanti per l'Angers in chiave salvezza, con i bianconeri che ancora non sono arrivati alla fatidica soglia dei 40 punti. Boufal dal 2016 fa parte anche della nazionale marocchina. Tra Gennaio e Febbraio di quest'anno ha anche preso parte all'ultima Coppa d'Africa disputata in Cameroon, dove ha giocato una buona manifestazione (3 gol in 5 partite), anche se il Marocco è stato eliminato ai quarti dall'Egitto dopo i tempi supplementari. La nazionale del CT Halilhodzic si é anche qualificata per il Mondiale in Qatar e Boufal, salvo infortuni, potrebbe far parte della spedizione

 

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Restiamo sempre in Marocco per parlare di un giocatore che in quanto a talento ne aveva da vendere, ma che poi in carriera ha raccolto meno di quello che ha seminato, complice una testa che non sempre è andata a braccetto con i piedi. Stiamo parlando di Adel Taarabt, altro giocatore cresciuto in Francia (dove si trasferì a 6 mesi) ma figlio di quel Marocco che con la sfera tra i piedi sa dare del tu al pallone. Una carriera quella di Taarabt che inizia nel Lens, anche se in prima squadra gioca appena una partita, perché a Gennaio 2007 il Tottenham Hotspur decide di portarlo in Inghilterra per una cifra vicina ai 4 milioni di euro, un investimento importante per un ragazzo appena 17enne. La scelta di andare agli Spurs alla fine risulta sbagliata, come poi ammise tempo dopo lo stesso diretto interessato, che rifiutò l'Arsenal per andare al Tottenham. Al White Hart Lane in due stagioni vede saltuariamente il campo, e per questo motivo a Marzo del 2009 resta nei dintorni di Londra e viene ceduto in prestito al Queens Park Rangers. Al Loftus Road gioca praticamente le sue migliori stagioni. Warnock gli lascia carta libera e fino al 2013 delizia il pubblico londinese con giocate di alta classe, trascinando il QPR al ritorno in Premier League. I rapporti con Warnock però iniziano a scricchiolare e Taarabt finisce in prestito prima al Fulham (dove Redknapp lo etichetta come pigro, grasso e matto) e poi al Milan. Scaduto il contratto con il Queens Park Rangers nel 2015 si trasferisce al Benfica, ma le prime stagioni in Portogallo sono le più difficili. Il marocchino è infatti fuori forma e viene spedito a giocare con la formazione B e poi in prestito al Genoa, dove a volte fa intravedere il suo talento. Ritornato al Benfica decide di arretrare il suo raggio d'azione e da trequartista passa a giocare come centrale di centrocampo, in più cambia anche stile di vita. Nelle ultime tre stagioni Taarabt diventa una valida alternativa ai titolari e con le Aguias vince anche i suoi primi trofei importanti come il campionato e la supercoppa portoghese. Arrivato a 32 anni il fantasista marocchino non è pentito delle scelte che ha fatto e adesso si gode una seconda giovinezza

 

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Carlos Alcaraz - Racing Club
Classe 2002 Alcaraz da due stagioni si è preso una maglia da titolare nel centrocampo a 3 che propone Gago, e le sue prestazioni vanno di giornata in giornata migliorando. In questa Copa de la Liga il prodotto delle giovanili del Racing è andato già in rete in 4 occasioni (a cui va aggiunto anche un centro in Copa Sudamerica), questo perché Gago spesso lo sta utilizzando come giocatore box to box. Il club di Avellaneda sa bene che non sarà facile trattenere il ragazzo ancora a lungo se continua a giocare su questi livelli, e per questo motivo nelle ultime settimane la società ha deciso di fargli firmare un nuovo contratto a cui è stata aggiunta una clausola rescissoria da 23 milioni di dollari. Tatticamente Alcaraz da quando è in prima squadra ha praticamente giocato in ogni zona del campo. La sua posizione ideale è quella di centrale o trequartista, ma diverse volte è stato provato anche come esterno destro perché ha un buon passo

 

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Negli ultimi venti anni il calcio spagnolo ha sfornato una serie incredibile di talenti, che sono andati a rinforzare le Furie Rosse un po' in tutti i ruoli. Per tanti giocatori che sono diventati dei perni della nazionale e dei rispettivi club, ce ne sono altri che hanno deluso le aspettative. Uno dei nomi più gettonati 8-9 anni fa era senza dubbio quello di Jesè, che dai palcoscenici del Santiago Bernabeu e del Parco dei Principi, è finito a calcare i campi come il Municipal de Urritxe di Amorebieta o l'Estadio Fernando Torres di Fuenlabrada. Cresciuto nella cantera del Real Madrid doveva essere la risposta Merengues ai giovani talenti della Masia del Barcellona. Negli ultimi anni i Galacticos hanno sempre fatto molta fatica a far emerge i lori prodotti locali, e dunque l'arrivo in prima squadra di Jesé, aveva attirato non poco le attenzioni dei tifosi e dei media spagnoli. E le tre stagioni al Bernabeu non sono nemmeno tanto da buttare per un giocatore poco più che ventenne. Non è un titolare vista la rosa a disposizione di Ancelotti prima e di Benitez/Zidane dopo, però si ritaglia il suo spazio, arrivando a quota 94 presenze, 18 gol e tanti trofei vinti (tra cui due Champions League). Invece che restare a Madrid nell'estate del 2016 decide di accettare la corte del Paris Saint Germain che versa nelle casse del Real 25 milioni di euro, mentre al giocatore un ingaggio di 5 milioni annui. Mai decisione fu più sbagliata, perché da allora la carriera di Jesé va a picco. In quattro anni nella capitale francese colleziona 18 presenze e una sfilza incredibile di prestiti. Il PSG lo da al Las Palmas e allo Stoke City, poi lo spedisce al Real Betis e infine allo Sporting Lisbona, e a parte la prima esperienza nelle Canarie, le altre sono a dir poco impalpabili. Jesè fa parlare di sé più fuori dal campo (risse, notti brave, party, litigate con la ex fidanzata) che quello che combina sul terreno di gioco. Stanco di queste bizze la società parigina a Dicembre del 2020 decide di rescindere il contratto con 6 mesi di anticipo rispetto alla naturale scadenza. Il motivo che adduce il PSG è il danno di immagine che lo spagnolo arreca al club con la sua vita sregolata. Rimasto un paio di mesi senza squadra a Febbraio del 2021 è il Las Palmas a farsi avanti. Nelle Canarie aveva giocato benino tra Gennaio e Giugno del 2017 e nell'Isola Jesé ritrova il sorriso e anche la voglia di giocare, diventando uno dei pilastri del club Amarillo. Nell'ultima stagione e mezza lo spagnolo ha messo insieme qualcosa come 54 presenze e 13 reti (11 nel campionato in corso). Ha cambiato vita come posizione in campo giocando più da punta centrale. A 29 anni sarà difficile ritornare a rivivere le serate di Champions, ma Jesè ha ancora qualche anno per non pentirsi di aver sprecato la sua carriera

 

Ronin

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Dinis Rodrigues - Sporting Braga
Classe 2005 il giovane puntero portoghese è dal 2019 che è entrato nel settore giovanile del Braga, dove sta letteralmente bruciando le tappe. In questa stagione oltre a disimpegnarsi nell'Under 17 (15 gol in 33 partite) è stato anche chiamato come sotto quota nell'Under 23, dove ha messo insieme 4 presenze e ben 3 gol con giocatori molto più grandi di lui. Le sue doti da cecchino le sta facendo vedere anche con la nazionale portoghese, dove da Settembre (quando è stato convocato per la prima volta nell'Under 17) ad oggi, ha messo a segno qualcosa come 11 gol in 13 presenze. Attualmente il ragazzo è impegnato nell'Europeo di categoria che si sta svolgendo in Israele, e al debutto ha segnato uno dei 5 gol che il Portogallo ha inflitto alla Scozia. Tatticamente Dinis Rodrigues è una punta centrale

 

Ronin

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Mathys Tel - Rennes
Classe 2005 il ragazzino nato a Sarcelles, città di 60 mila abitanti situata nel dipartimento della Val-d'Oise nella regione dell'Île-de-France, in questa stagione ha avuto modo di debuttare in Ligue 1. Bruno Genesio però lo sta dosando nelle uscite per non fargli bruciare troppe le tappe, con 49 minuti giocati in 7 presenze in prima squadra (più altri due gettoni fatti registrare in Conference League). Tel in questa stagione ha anche giocato con la squadra filiale che milita nel campionato di CFA 2 (la quarta serie), dove ha fatto vedere tutto il suo talento, segnando 6 reti in 6 partite. Le buone prestazioni di Tel non si limitano solo al club di appartenenza, ma anche in nazionale il 17enne è un punto fermo dell'Under 18 e di quella 17, dove fa parte della spedizione francese che sta disputando l'Europeo di categoria in Israele. Tel ci arriva come uno dei giocatori da seguire con maggiore attenzione, e nelle prime due giornate non ha deluso le aspettative, mettendo a segno già 3 gol, a dimostrazione di una certa confidenza con la rete, e pensare che all'inizio della sua giovane carriera giocava come difensore centrale, salvo poi essere dirottato sulla fascia per sfruttare le sue caratteristiche. Tatticamente come detto Tel nasce difensore centrale ma grazie a Thomas Berlette, ha cambiato ruolo diventando un esterno che può giocare su entrambe le fasce (meglio a sinistra per sfruttare il destro) oppure come punta centrale

 
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Ronin

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Le competizioni giovanili spesso possono essere un'arma a doppio taglio. Da una parte mettono in vetrina quelli che poi saranno i top player del futuro, ma dall'altra possono condizionare un'intera carriera, specialmente per quei giocatori che magari giocano un Mondiale, un Europeo o un Sudamericano ad alti livelli, non riuscendo però a ripetersi quando si devono confrontare con il calcio dei grandi. Tra i tanti calciatori che hanno strabiliato in una competizione giovanile, ma poi hanno clamorosamente toppato nei professionisti, uno spazio particolare lo merita Valmir Berisha, nato in Kosovo, ma trasferitosi da piccolo in Svezia, tanto da prendere la cittadinanza svedese e giocare per le rappresentative giovanili del paese scandinavo. Classe 1996 Berisha si fa conoscere agli addetti ai lavori nel 2013, quando nel Mondiale Under 17 svoltosi negli Emirati Arabi Uniti, trascina la Svezia fino alle semifinali, perse con i futuri campioni della Nigeria, per poi rifilare una tripletta all'Argentina nella sfida per il terzo posto, in un Albiceleste che poteva contare su giocatori del calibro di Driussi e Cristian Pavón. Berisha vince la classifica cannonieri con 7 reti e il suo nome inevitabilmente finisce sul taccuino delle squadre più importanti, tra cui la Roma che a Gennaio 2014 lo preleva dalle giovanili dell'Halmstad. Chi si aspetta che lo svedese possa spiccare il volo viene clamorosamente smentito. La carriera di Berisha prende infatti una piega inaspettata. Nella Roma non debutterà mai, e nell'estate dello stesso anno i giallorossi lo girano in prestito al Panathinaikos dove nell'arco di un'intera stagione colleziona 1 presenza. Scaduto il contratto con la Roma, finisce a titolo gratuito al Cambuur, ma anche in Olanda le cose non vanno meglio, con appena 6 presenze e solo 1 da titolare. Forse il calcio ad alti livelli non fa per lui, e l'anno successivo si trasferisce più vicino casa, e firma per l'Aalesund, ma nemmeno nel campionato norvegese, non certamente tra le top leghe in Europa, lo svedese riesce ad essere decisivo, e dopo una sola stagione anche l'esperienza in Norvegia si conclude con un nulla di fatto. Siamo nel 2018 e in 4 anni tra i professionisti Berisha non ha segnato nemmeno una rete. Per iniziare a gonfiare la porta, colui che fu paragonato addirittura ad Ibrahimovic, deve emigrare nel campionato islandese. Due gol con la casacca del Fjölnir e dopo un solo anno le strade si sperano. Ad aspettarlo ci sono i bosniaci del Velez Mostar. Anche nell'ex paese jugoslavo Berisha fa la classica toccata e fuga. Nove presenze, 1 gol ed ennesimo trasferimento dopo un solo campionato. Tra il 2020 e il 2021 gioca per un anno e mezzo in Romania al Chindia, ma più che altro sono spezzoni di partita. Da titolare gioca qualche partita, segna anche 4 reti in due stagioni, ma poi non gli viene rinnovato il contratto, e a Settembre del 2021 cambia di nuovo vita e sbarca nel campionato maltese. Allo Sliema Wanderers forse ha trovato finalmente la sua dimensione. Gioca da titolare, scende in campo in 21 occasioni e segna pure 3 reti, migliore annata della sua fin qui giovane e travagliata carriera. A 26 anni ancora da compiere Berisha ha vissuto una vita calcistica che nemmeno calciatori di 40 anni possono dire di aver mai provato. Quel grande Mondiale giocato con la Svezia gli ha pesato come un macigno e adesso solo nella periferia del calcio sta trovando la sua regolarità

 
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João Veloso - Benfica
Classe 2005 di scuola Benfica, João Veloso in questa stagione si è disimpegnato tra l'Under 17 e addirittura giocando da sotto quota nell'Under 19, e in entrambe le formazioni è stato un punto di riferimento, collezionando 13 partite e un gol con quella 17, e 18 gettoni con 3 centri in quella 19. João Veloso è stato però prezioso anche in nazionale. Nelle qualificazioni per l'Europeo ha giocato tutte e 6 le partite mettendo a referto 2 reti. Ma è nella fase finale del torneo che il giocatore portoghese ha dato saggio delle sue qualità. In 5 partite disputate ha timbrato 3 volte il cartellino: una rete alla Scozia e una doppietta alla Svezia. Tatticamente João Veloso è un centrocampista centrale, che gioca da mezz'ala in un centrocampo composto da tre giocatori, ma può fare anche coppia con un mediana formata da due giocatori

 
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