⚽ Uno sguardo al talento! [Segnalazioni talenti, meteore e pupilli]

Ronin

Prima squadra
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7 Gennaio 2011
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La Masia del Barcellona è uno dei settori giovanili più conosciuti al mondo. Negli ultimi 20 anni dalla cantera catalana sono usciti giocatori del calibro di Messi, Iniesta e Xavi, giusto per citare 3 assoluti protagonisti di questo sport. Ultimamente però i Blaugrana stanno facendo un po' fatica a far emergere futuri campioncini. Carles Aleña, Munir, Sandro Ramirez hanno deluso le aspettative, e solo Ansu Fati sembra avere le carte in regola per poter sfondare, sperando che il brutto infortunio al ginocchio non porti strascichi nella carriera del giocatore. In queste prime due giornate di Liga l'attenzione l'ha però rubata Pablo Martinez Paez Gavira, meglio conosciuto come Gavi. Il centrocampista classe 2004 non ha giocato nemmeno un minuto, però Koeman l'ha voluto portare in panchina per fargli assaporare il calcio dei grandi. Del ragazzo se ne parla un gran bene, per molti è la perla della cantera catalana, e la passata stagione ha avuto modo di giocare 2 partite con la squadra B, oltre a 24 presenze con la Juvenil dove ha messo a segno anche 6 gol. Tatticamente Gavi può giocare sia da trequartista che da mezz'ala. Tecnicamente invece è un giocatore dalle notevoli doti balistiche. La sua visione di gioco gli permette spesso di trovare la soluzione più congeniale, che sia un passaggio alto, un filtrante oppure un'apertura di campo non fa alcuna differenza, Gavi sa sempre cosa fare con il pallone tra i piedi. Il baricentro basso lo aiuta nelle situazioni di traffico in mezzo al campo, riuscendo a divincolarsi con agilità sfruttando una certa bravura negli spazzi stretti, infatti il dribbling è uno dei punti di forza del ragazzo. Come i migliori interpreti spagnoli ha ottimi tempi di inserimento che lo portano ad essere pericoloso in zona gol. Forse per giocare ad alti livelli deve mettere su un po' di muscoli, ma in quanto a talento lo spagnolo ne ha da vendere

 
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Johan_14

Primavera
28 Dicembre 2018
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Oh, sono ancora in tempo per parlare di Raul Moro? a me pare abbia mezzi tecnici notevoli, si, sono di parte, si, fisicamente deve proprio iniziare a costruirsi, sembra me a 14 anni.
Però boh, il modo in cui porta palla e la testa sempre alta mi danno sensazioni importanti.
 

papawaigo77

Juniores
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7 Ottobre 2012
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Torno dopo le rigeneranti ferie e vado con un mio uber pupillo, ma che è da considerare un talento, visto che gioca ancora in MLS, nonostante lo spropositato talento.
Sto parlando di Ezequiel Barco, classe 1999, argentino, scuola Diablo Rojo, ovvero Independiente.
Esterno sinistro (prevalentemente) tutto pepe. E' capace di iniziative ficcanti palla al piede, come di giocate di prima intenzione ad eludere il pressing avversario. Ama svariare sulla trequarti, ma non disdegna neppure l'essere decisivo in zona gol.
Penso meriti la chiamata europea. Già ai tempi dell'Independiente, con Holan in panchina, aveva mostrato i crismi del campioncino. Ora praticamente è la stella indiscussa dell'Atlanta United. Peccato non sia sbocciato l'amore tra il Gringo Heinze e il club, perché prometteva davvero bene l'accoppiata. Considerato che sia Heinze che Holan, sono dichiarati discepoli ed adepti del Bielsismo.

 
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papawaigo77

Juniores
Moderatore
7 Ottobre 2012
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@papawaigo77 buonasera, c’è un modo per creare questi talenti su pes ?
Sì. Per i dati fisici e le caratteristiche tecniche ci sono molti siti ai quali appoggiarsi. Per le statistiche devi affidarti a qualche convertitore di valori da Football Manager, per esempio. Oppure fai ex novo in base alle conoscenze.
 

Ronin

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Il legame che unisce l'Olanda (come la Francia e anche il Belgio) ai paesi maghrebini è sempre molto forte. Sono tanti i giocatori nati in queste tre nazioni che hanno delle chiari origini nord africane. Nel Groningen, che ha iniziato la stagione con tante difficoltà e che in questo momento del campionato si trova in piena zona retrocessione, c'é un giocatore che per qualità tecniche spicca più di tanti altri. Il suo nome è Mo El Hankouri, è nato a Rotterdam ma nelle sue vene scorre sangue marocchino. Cresciuto nelle giovanili del Feyenoord, con il club biancorosso El Hankouri non è riuscito ad imporsi, e nemmeno un prestito al Willem II aveva portato con se grandi soddisfazioni. Così nel 2018 scaduto il contratto con il club di Rotterdam, il 24enne si accasa al Groningen, dove dopo il classico rodaggio diventa un punto di riferimento importante per la formazione biancoverde, tanto che da questa stagione il classe 1997 è diventato anche il capitano. Il passato campionato è stata un po' la stagione della consacrazione per il giocatore olandese (che ha giocato nell'Under 20 Orange ma anche nell'Under 23 del Marocco), che ha messo a referto 3 gol e 3 assist in 34 partite di Eredivisie. Tatticamente El Hankouri è un giocatore che gioca prevalentemente sulla fascia sinistra, ma in questa stagione è stato spesso dirottato a destra, giocando un paio di partite anche da terzino. Tecnicamente come tanti giocatori di origine maghrebine fa del tocco di palla e del dribbling i suoi punti di forza, tanto che il doppio passo è diventato il suo marchio di fabbrica per disorientare gli avversari. Buona velocità di base, El Hankouri è molto abile nel destreggiarsi negli spazi stretti. Deve mettere su qualche chilo perché soffre un po' i duelli fisici

 

Ronin

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Quando si parla di Sporting CP con la mente si va subito alle giovanili del club portoghese. I Leoes hanno una delle Accademy più importanti a livello mondiale. Sono tanti i giocatori che sono usciti dalla cantera dei lusitani, un nome su tutti Cristiano Ronaldo, ma anche Nani, Quaresma, Rui Patricio, Daniel Podence e tanti altri hanno mosso i primi passi nel club biancoverde. Di potenziali crack di scuola Sporting ne abbiamo già analizzati diversi in questo topic, ma adesso la lista si va ad ingrossare con Pedro Sanca, giovane talento che a Giugno di quest'anno ha firmato il suo primo contratto da professionista. Questo classe 2005 è nato in Portogallo, ma le sue origini portano in Africa, precisamente nella Guinea-Bissau. Prima di entrare nel mondo dello Sporting, Pedro Sanca ha giocato anche per i rivali storici del Benfica, ma la sua stabilità sembra averla trovata con i Leoes, dove adesso è impiegato nella formazione Under 17. Le ottimi prestazioni offerte con la squadra di club, gli hanno anche spalancato le porte della nazionale portoghese, dove ha giocato con l'Under 16 e ora con quella Under 17. Tatticamente Pedro Sanca è un esterno destro, che gioca sulla corsia del suo piede forte (appunto quello destro), ma può giocare anche sulla fascia opposta. Tecnicamente il portoghese è un'ala veloce, dal buon fisico (che spesso spicca con avversari di pari livello), bravo nel dribbling e nel destreggiarsi negli spazi stretti. Devi un po' migliorare sotto porta dove non sempre ha la lucidità per dare la stoccata vincente

 

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Nel River Plate che è ad un passo dal ritornare a vincere il campionato, unico trofeo che manca a Gallardo da quando è diventato allenatore dei Millonarios nel 2014, c'é un giocatore che più di tutti sta contribuendo a riportare un titolo che il River non riesce a vincere dal 2014 quando in panchina c'era Ramon Diaz. Il suo nome è Julian Álvarez e in 20 giornate di campionato l'attaccante Franjirrojos ha messo a segno la bellezza di 15 reti. Nato come esterno destro, in questa stagione Gallardo l'ha voluto mettere con più frequenza al centro dell'attacco del River Plate, e i risultati sono stati sorprendenti, tanto che il ragazzo (classe 2000) ha già attirato le attenzioni di grandi club europei. Non è infatti insolito vedere osservatori di squadre importanti assistere alle partite dei Millonarios per seguire le prestazioni di Álvarez. Una stagione magica per il talento prodotto dalle giovanili del River, che gli hanno spalancato anche le porte delle nazionale maggiore. Tatticamente Alvarez può giocare sul tutto il fronte d'attacco, e in passato è stato utilizzato anche come seconda punta o trequartista. Tecnicamente invece è un giocatore che dispone di un'ottima visione di gioco, ha un buon dribbling, ma soprattutto si sta rivelando un cecchino dentro l'area di rigore, oltre a non disdegnare la conclusione da fuori. La sua valutazione adesso è di 20 milioni, ma se continua a giocare su questi livelli potrebbe anche aumentare

 

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Dopo tanti talenti parliamo anche di qualche pupillo come per esempio Younes Belhanda. Da buon maghrebino la sua tecnica è a dir poco meravigliosa. Peccato solo che dopo aver vinto il titolo con il Montpellier, abbia deciso di andare a svernare in campionati non di prima classe

 

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Dal Marocco spostiamoci in Algeria, dove c'é un giocatore tecnicamente molto bello a vedere. Il suo nome è Zinedine Ferhat. L'algerino è arrivato un po' tardi in Europa (aveva 23 anni), e le ultime 5 stagioni l'ha spese in squadre francesi molto modeste come il Le Havre e il Nimes, a cui non sono bastati 6 gol e 10 assist nell'ultima Ligue 1 per salvare la sua squadra dalla retrocessione in seconda divisione. Oltre al dribbling anche il passaggio vincente è una delle armi in più di Ferhat che in carriera ha messo a referto 82 assist (20 in un solo campionato quando vestiva la maglia del Le Havre)

 

Ronin

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Se il Lanus a tre giornate dalla fine del campionato è ancora in lotta per un posto nella prossima Copa Sudamericana, oltre che a Pepe Sand (che a 41 anni ha messo a segno 13 gol), lo deve anche all'apporto del giovane José Lopez, autore fin qui di 12 reti. Questo classe 2000 alla sua seconda annata tra i professionisti è letteralmente esploso questa stagione, formando con il compagno Sand una coppia d'attacco tra le più prolifiche del campionato argentino. José Lopez prima di finire nelle giovanili del Lanus, ha girato diversi club importanti militando nelle cantere di Boca Juniors e Independiente, ma solo con la maglia Granate ha messo in mostra tutto il suo potenziale e adesso a 21 anni ancora da compiere, il suo nome è finito sul taccuino di diversi osservatori. Tatticamente El Flaco ha iniziato la sua carriera come esterno, ma visto il fisico (188 cm) è stato dirottato al centro dell'attacco con numeri fin qui da vero bomber: 12 gol in 22 partite di campionato. Tecnicamente è un'attaccante molto mobile, bravissimo nel gioco aereo e con uno stacco non indifferente. Sa giocare di sponda e spesso si scarifica in fase difensiva

 

Ronin

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Oggi vogliamo parlare di un giocatore veramente sfortunato che un paio di stagioni fa, poco più che ventenne, ha rischiato di chiudere la sua carriera con il calcio. Stiamo parlando di Charly Musonda, giocatore belga di origine zambiane, che a 25 anni compiuti da poco, ha dovuto fare i conti con un paio di tremendi infortuni al ginocchio che hanno lasciato il segno. Musonda è da due anni abbondanti che non riesce più a giocare ad alti livelli, lui che quando faceva parte delle giovanili del Chelsea era considerato come uno dei classe 1996 più talentuosi al mondo, tanto che a 18 anni trascinò i Blues a vincere la Youth League, uno dei trofei più importanti a livello giovanile. Dopo un prestito di due stagioni al Real Betis, dove giocò con abbastanza regolarità (specialmente la prima stagione), dal 2017 al 2019 gioca 12 partite: 8 con il Celtic e 4 con il Vitesse, e proprio con gli olandesi, ad una settimana dal suo arrivo, si strappa i legamenti del ginocchio, e qui ha inizio il suo calvario. Nel 2018 gioca appunto una sola partita, poi dopo un anno di recupero, gioca appena 3 match nel 2019 con il ginocchio che fa di nuovo crack, ma nonostante le poche presenze, le tante operazioni e le continue ricadute, il Chelsea ha comunque onorato il contratto, con Musonda che ancora adesso fa parte della famiglia Blues, e in questa stagione (dopo due anni dall'ultima presenza su un campo di calcio), ha giocato un paio di partite con la formazione Under 23. Musonda a fine stagione sarà comunque libero di accasarsi altrove, infatti è notizia di poche settimane fa che il belga ha deciso di rescindere il contratto con il club inglese, e adesso sarà interessante capire chi ha ancora voglia di puntare su un giocatore tecnicamente davvero molto bravo (dribbling, velocità e tecnica sopra alla norma), ma con una tenuta fisica non proprio rassicurante, anche se c'é da dire che Musonda in questi anni ha avuto una grandissima forza di volontà e si é sempre rialzato, allenandosi duramente per ritornare di nuovo a giocare a calcio

 

Ronin

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Fenomeni e meteore, il Brasile più di tante altre nazioni ha sempre sfornato un buon numero di giocatori talentuosi, ma anche tanti giocatori che sembrava dovessero spaccare il mondo, ma poi alla fine si sono rivelati dei normalissimi calciatori. Uno che può entrare in quest'ultima categoria è sicuramente Adryan Oliveira Tavares, semplicemente conosciuto come Adryan, da tutti definito il nuovo Zico, ma che alla fine di Zico non aveva assolutamente nulla, se non la squadra dove è cresciuto. Infatti come il fenomeno ex Udinese, anche Adryan inizia la sua carriera nel glorioso Flamengo, e nelle prime stagioni gioca anche un discreto numero di partite, tanto da diventare un punto di riferimento delle varie selezioni giovanili del Brasile, dove indossa sempre la 10, numero che viene affidato a chi ha davvero talento. Con il Flamengo non vince tanto (un campionato statale e una Copa do Brasil), ma le sue prestazioni e il modo di giocare, fatto di sombreri, doppi passi e finte, stuzzica non poco il palato del calcio europeo, così nel 2013 il classe 1994, inserito nel 2011 dalla prestigiosa rivista spagnola Don Balón nella lista dei migliori giocatori nati dopo il 1991, finisce addirittura in Italia rimarcando ancora quel filo conduttore con Zico. Adryan però va al Cagliari ma in Sardegna ci rimane giusto 5 partite per un totale di 151 minuti giocati, prima di essere rispedito a Rio. Il Flamengo allora lo cede di nuovo in prestito, questa volta al Leeds United, ma pure nella seconda divisione inglese fa la comparsa. Va un po' meglio la stagione seguente dove gioca nel Nantes (24 partite e 7 gol tra campionato e coppe), ma i francesi a sorpresa decidono di non riscattarlo. Nel 2016 ritorna al Flamengo dove in due stagioni gioca una manciata di partite, e via per un nuovo prestito al Sion. In Svizzera il trequartista verdeoro trova la sua dimensione, ma anche se non è un titolare in due stagioni riesce comunque a mettere insieme 44 partite e 14 gol. Nonostante dei discreti numeri il Sion lo gira in prestito prima ai turchi del Kayserispor (dove gioca appena 4 partite), e poi lo manda all'Avai, nella Serie B brasiliana, ma anche qui Adryan fa un buco nell'acqua, e a Luglio di questa stagione ritorna al Sion, dove attualmente è sceso in campo in appena 5 occasioni (1 sola da titolare). Dall'essere paragonato a Zico a finire nel campionato elvetico il passo è stato davvero breve per questo ragazzo che almeno all'inizio della sua carriera aveva fatto vedere dei numeri interessanti, ma che poi non è riuscito a mantenere

 

Ronin

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In questo topic abbiamo sempre parlato di talenti, di meteore, di bidoni oppure dei nostri pupilli, ma c'é un'altra categoria sui cui bisogna spendere due parole, ovvero quei giocatori che seppur di talento decidono di andare a giocare in campionati di seconda o terza fascia, specialmente in quelli asiatici come quello cinese, emiratino oppure saudita. Tra i giocatori di buon talento che hanno deciso di abbandonare l'Europa per rincorrere i petroldollari e rimpinguare il conto in banca c'é sicuramente Matheus Pereira, trequartista brasiliano che all'età di 14 anni entra a far parte delle giovanili dello Sporting Lisbona. Infatti la carriera di questo classe 1996 parte direttamente dal Vecchio Continente, anche se in prima squadra gioca poche partite. Tra il 2017 e il 2019 i Leos lo mandano in prestito prima al Chaves, dove in prima divisione segna 7 reti (score che comunque non basta per fare ritorno a Lisbona), e poi in Germania al Norimberga dove gioca 19 partite e mette a referto 3 gol. Nonostante le buone prove offerte tra Portogallo e Germania, lo Sporting decide di cederlo al West Bromwich Albion per 9 milioni di euro. Al primo anno in Championship segna 8 reti e sforna qualcosa come 20 assist, dando un grandissimo contributo al ritorno in Premier League dei Baggies. Nella passata stagione è probabilmente uno dei pochi giocatori a salvarsi nella disastrosa annata del WBA che retrocede subito in seconda divisione. Matheus Pereira non sembra accusare il salto in Premier, tanto che chiude la sua stagione con 11 gol e 8 assist in 33 presenze. Tutti si aspettano un suo approdo ad una squadra medio-altra del campionato inglese, e invece il brasiliano a sorpresa decide di accettare la corte dell'Al Hilal. Attualmente in Arabia Saudita ha giocato appena 7 partite (solo 4 da titolare) e non ha segnato nessun gol. Una scelta quella di finire in Medio Oriente dettata dal portafoglio, ma che rischia di rovinare la carriera di un giocatore dalla tecnica sopraffina, dal dribbling ubriacante e dalla fantastica visione di gioco

 
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Ronin

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Continuiamo a parlare di giocatore brasiliani, ma questa volta ci spostiamo in Svizzera dove da tre stagioni a questa parte c'é un giocatore che sta facendo grandi cose a Basilea. Il suo nome è Arthur Cabral e di ruolo è attaccante. Un centravanti dalla buona stazza (186 cm per 86 chili), ma che in campo sa muoversi con grande naturalezza. Questo classe 1998 si può infatti definire il classico attaccante completo: bravo nel gioco aereo, abbastanza veloce, capace di saltare l'uomo, come tirare da fuori area (grazie ad un destro secco e potente), ma sa anche segnare in acrobazia. Cresciuto nelle giovanili del Cearà gioca per il Vozao fino al 2019, quando ha la grande chance di passare nel blasonato Palmeiras dopo un'ultima stagione nella città di Fortaleza doveva aveva segnato 11 reti. Nello Stato di Sao Paulo però Arthur Cabral non riesce a ritagliarsi il suo spazio, chiuso da tanti buoni attaccanti, così nell'Agosto dello stesso anno il Verdao lo cede in prestito al Basilea. In Svizzera l'attaccante brasiliano trova la sua dimensione. Il primo anno segna 14 gol in 26 partite di campionato. Le ottime prestazioni convincono la società svizzera a riscattare il giocatore per 6 milioni di euro. Una scelta saggia visto che Cabral lo scorso anno segna 18 gol in campionato (uno in meno del capocannoniere Nsame dello Young Boys). Quest'anno invece il 23enne viaggia su numeri ancora più importanti. Infatti su 15 presenze in campionato il centravanti brasiliano ha già messo a referto 14 gol a cui vanno aggiunti ben 11 gol segnati in Conference League tra preliminari e fase a gironi. Prestazioni che non stanno affatto passando sotto traccia, tanto che i media svizzeri parlano di un possibile interessamento del Barcellona. Intanto la sua quotazione sale e il Basilea da una sua cessione poterebbe ricavarci più del doppio di quello che spese per riscattarlo

 

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Restiamo in Sud America senza però muoversi dall'Europa per parlare di un giocatore dal talento cristallino ma che in questi anni sta facendo i conti con una serie di infortuni che lo stanno limitando non poco. Il suo nome è Maxi Romero e da un paio di stagioni gioca in Olanda con il PSV Eindhoven. Giocare forse è una parola troppo esagerata, visto che dal suo approdo in Eredivise nel 2018 l'attaccante argentino in prima squadra ha disputato appena 9 partite tra campionato e coppe. Classe 1999 Maxi Romero si mette in mostra con la maglia del Velez Sarsfield dove segna con una discreta regolarità, ma soprattutto si dimostra un'attaccante abbastanza completo, tanto che in Argentina i media lo paragonano ad attaccanti del calibro di Agüero oppure di Falcao, e proprio con il colombiano condivide il soprannome. Infatti anche a Maxi Romero gli viene affibbiato l'appellativo del "Tigre". Le buone prestazioni con il Velez fanno drizzare le antenne a diverse squadre europee, ma alla fine a spuntarla è il PSV che sborsa ben 10 milioni e mezzo per portarlo ad Eindhoven. La prima stagione è di apprendistato con l'argentino che fa la spola tra prima e seconda squadra, ma gioca anche un discreto Sudamericano Under 20, dove segna 2 gol con l'Albiceleste che finisce il torneo al secondo posto. A Luglio del 2019 il PSV decide di girarlo in prestito al Velez dove il "Tigre" ritrova il campo e anche i gol (7 in 22 presenze). A questo punto tutti si aspettano la definitiva esplosione ma il suo ritorno in Olanda è costellato da una serie incredibile di infortuni. Nella stagione 2020/2021 gioca appena due partite, segna subito un gol alla seconda giornata poi però il ginocchio fa crack e resta fuori per tutto il resto del campionato. In questa stagione invece, saltato il trasferimento all'Udinese dove non passa le visite mediche, è sceso in campo in 4 occasioni con la prima squadra e in altre 4 con il Jong PSV, club che milita nella seconda divisione olandese, dove ha messo a referto 2 gol. Tatticamente Maxi Romero è una prima punta che ama però svariare per tutto il fronte d'attacco. Tecnicamente invece è un giocatore completo un po' in tutti i fondamentali. Nonostante non sia altissimo (179 cm), se la cava molto bene nel gioco aereo, ma sa anche andare via in dribbling oppure in velocità

 

Ronin

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L'Uurguay è sempre stata patria di grandi attaccanti. Da Scarione a Petrone, passando per Schiaffino, Ruben Sosa, fino ad arrivare a Forlán, Cavani e Suárez, le punte hanno dato sempre quel qualcosa in più al movimento locale. Ultimamente poi ci sono diversi giovani interessanti che si stanno mettendo in mostra. In questo spazio abbiamo già parlato di due potenziali crack come Matias Arezo e Augustin Alvarez, che però giocano ancora in patria. Chi invece in Europa sta facendo vedere grandi numeri è Darwin Nuñez, da due stagioni a questa parte in forza al Benfica. Classe 1999 la carriera dell'attaccante uruguagio inizia nel glorioso Peñarol, dove scala le varie giovanili fino ad approdare nel 2017 in prima squadra. Con la maglia giallonera non gioca tante partite, ma quando scende in campo dimostra di avere la stoffa del campione, tanto che nel 2019 l'Almeria decide di investire quasi 6 milioni di euro tra trasferimento e bonus. Cifra di tutto rispetto per una squadra di seconda divisione. In Spagna Darwin Nuñez alla prima stagione mette a segno 16 gol in 30 partite. Nonostante le ottime prestazioni gli andalusi non riescono a centrare la promozione in Liga e trattenere il bomber charrùo diventa difficile, specialmente quando in estate il Benfica bussa alla porta del club spagnolo con un assegno da 24 milioni di euro. I portoghesi pur di bruciare la concorrenza di tante squadre decidono di investire una cifra probabilmente più alta del reale valore del giocatore. Una scommessa rischiosa che però le Aguias vincono in pieno. Alla prima stagione la punta uruguagia scende in campo in 44 occasioni (più della metà entrando a partita in corso) e mette a referto 14 gol in tutte le competizioni. Ma è in questa prima parte di stagione che il talento di Darwin Nuñez esplode del tutto. In campionato è già a quota 11 gol dopo 12 presenze, a cui vanno aggiunti anche 3 gol in Champions League, che hanno permesso al Benfica di conquistare la seconda piazza a spese del Barcellona. Se si mantiene su questi livelli la quotazione del 22enne potrebbe anche raddoppiare a fine stagione. Tatticamente Darwin Nuñez è una punta, anche se in qualche partita è stato proposto sulle fasce, ma il meglio di se lo da al centro dell'attacco. Tecnicamente invece si può tranquillamente definire il classico attaccante bravo in tutti i fondamentali. Veloce, tecnico, dal fisico compatto, cecchino in area di rigore, bravo nel gioco aereo, trovargli un difetto è davvero difficile. Dal 2019 fa anche parte della nazionale, dove fino adesso con la Celeste ha collezionato 6 presenze e 2 reti

 
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Riportiamo su il topic restando in Uruguay per parlare di un giocatore che per molti era la fotocopia di Edinson Cavani. Il suo nome è Ruben Bentancourt e come il più famoso connazionale condivide il paese di nascita (Salto), la trafila nelle giovanili del Danubio, il fisico e le movenze. Ma le somiglianze però non finiscono qui, come Cavani anche Bentancourt ha origini Indios e questo anche visivamente lo fa assomigliare veramente molto al giocatore in forza al Manchester United. La carriera di Betancourt però non ha preso la stessa strada del Matador. Se il bomber uruguagio è ancora oggi un giocatore importante e titolare in nazionale, il suo sosia ha avuto un destino calcistico decisamente diverso. Approdato giovanissimo in Europa, all'età di 20 anni viene acquistato dagli olandesi del PSV, ma con il club di Eindhoven giocherà solo per la squadra filiale. Nel 2014 incrocia Cavani nel campionato italiano, ma le sue avventure prima all'Atalanta (che lo aveva preso gratis dal PSV) e poi al Bologna, si rivelano un buco nell'acqua. Va un pochino meglio all'Arezzo, dove segna 4 gol in 31 presenze, ma nel 2016 decide di dire basta con l'Italia e con l'Europa e se ne ritorna in patria. Gioca nel modesto Sud America dove segna 10 reti in 17 partite, prestazioni che gli valgono la chiamata di un nobile club colombiano come l'Independiente Santa Fe. Nella terra cafeteros segna però un solo gol in 22 presenze, e via per una nuova avventura, questa volta in Messico con l'Atlante, ma pure con gli Azulgranas Bentancourt la porta la vede con il binocolo, e chiude la sua esperienza nordamericana con 0 gol in 9 partite. Nel 2020 ritorna a giocare in Uruguay e l'aria di casa gli fa molto bene. Nel piccolo Boston River è la vera stella, e il piccolo Cavani colleziona 35 gettoni e mette a referto ben 14 reti. Un bottino che non passa inosservato visto che nell'Agosto del 2021 il glorioso Peñarol decide di fargli vestire la maglia del più grande club uruguagio. Con i gialloneri Bentancourt gioca più che altro spezzoni di partita, ma alla fine mette insieme 10 presenze e 3 gol, dando anche lui il suo contributo alla vittoria del campionato. A 28 anni è ormai impossibile ripercorre le orme di Cavani, ma Bentancourt (che è stato pure un pilastro dell'Under 20 Celeste) può ancora dire qualcosa in patria

 

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Ritorniamo a parlare di meteore e spostiamoci a Parigi dove all'inizio dell'era del fondo del Qatar c'era un giocatore che doveva essere il fiore all'occhiello della nuova proprietà araba. Il suo nome è Hervin Ongenda e per il famoso giornale Le Parisien, era considerato uno degli astri nascenti del calcio francese insieme a gente come Martial, Coman e Rabiot, tutti giocatori che alla fine stanno avendo una buona carriera. Ongenda entra nella scuderia del PSG ad appena 11 anni, facendo tutte le trafile del club transalpino fino ad approdare nel 2013 in prima squadra, dove debutta sotto la guida di Carlo Ancelotti in una partita di Coppa di Francia con l'Arras. Ongenda gioca poco, ma quando viene butto nella mischia riesce comunque a far intravedere numeri interessanti. Di ruolo trequartista, le sue abilità migliori sono il dribbling, la visione di gioco e la velocità. Il primo gol arriva in Agosto nella finale di Supercoppa con il Bordeaux, con il PSG che all'83' è sotto 1-0, ma l'ingresso del baby prodigio risulta determinante per la conquista del trofeo. In attacco però c'é grandissima concorrenza e Laurent Blanc, che aveva preso il posto di Ancelotti, non gli può garantire il minutaggio necessario per crescere. Infatti nella stagione 2013/2014 Ongenda gioca appena 6 partite. Ad Agosto del 2014 il PSG decide di cederlo in prestito per fargli fare esperienza, ma il classe 1995 invece di spiccare il volo si inceppa. Finisce al Bastia ma in Corsica gioca 16 partite e non trova mai la via del gol. Ritorna dunque a Parigi dove in due stagioni gioca 5 match in campionato segnando un gol. Il Paris Saint Germain non crede però più nelle doti del ragazzo e nel Gennaio del 2017 decide di lasciarlo partire per appena 300 mila euro al PEC Zwolle. Nonostante un contratto di 3 anni e mezzo, Ongenda in Olanda gioca appena 5 mesi scendendo in campo solo 3 volte. A Giugno rescinde il contratto e finisce nella terza divisione spagnola al Real Murcia, ma nemmeno in un campionato semiprofessionistico come la Segunda B il francese riesce ad essere decisivo. Allora dopo 2 presenze e 56 minuti effettivi in campo, via per una nuova avventura, questa volta in Romania, precisamente al Botosani, una città situata ai confini tra l'Ucraina e la Moldavia. Con i rumeni tra alti e bassi Ongenda riesce a far intravedere qualche numero, tanto che nel mercato invernale di Gennaio del 2020 il Chievo decide di dargli una chance, acquistandolo per 500 mila euro. La Serie B però è un campionato duro e Ongenda non si ambienta giocando appena 39 minuti. Ritorna dunque al Botosani da svincolato, e nella città rumena ci rimane fino al mercato di riparazione di quest'anno. Infatti dopo 20 presenze da titolare e 3 gol, i ciprioti dell'Apollon Limassol lo acquistano dai rumeni per 200 mila euro. Da futura star al PSG Ongenda è finito nella periferia del calcio professionistico e a 26 anni la sua carriera sembra già segnata

 

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