Il racconto di Jim
•La master vista dagli occhi di un tifoso
NEL FINALE BELLERÌN!
Sevilla - Arsenal 0-1
Dicevano che bisognava crederci sempre, e che l’ottimismo era il profumo della vita. Ed è quello che avevamo fatto io e papà. Ci eravamo imbattuti in un pellegrinaggio direzione Siviglia, da Londra. La nostra più lunga trasferta europea mia compiuta. Per chi? Per l’Arsenal. Per la nostra squadra del cuore, che in questa stagione da dimenticare gioca un affascinante sedicesimo di Europa League contro il Siviglia di Lopetegui. Se non è fede questa…
Ma, a dire il vero, risultato a parte, c’è un unico e solo motivo per cui volemmo esserci ad ogni costo, e va oltre il calcio:
il ricordo di Reyes.
Va bene, a voi lo posso ammettere amici miei – ormai ci seguiamo e leggiamo da tanto – sto per piangere… anzi, che dico, ho pianto!
Mi volto verso il faccione di mio padre e noto che anche lui ha gli occhi lucidi. L’ho sempre visto come un tipo equilibrato e austero, ma nessuno in quello stadio, nessuna di quelle quasi 40mila anime, riusciva a trattenere le lacrime...nemmeno lui; dietro a quel barbone ispido che gli era cresciuto da Natale in poi: «lo taglio solo se vinciamo l’Europa League», mi disse, per quanto ne andava fiero.
Lo stadio è un cristallo in un religioso silenzio durante la commemorazione e dopo esplode in un boato che può perforare le nuvole e volare lassù, a cercarti con la tua maglietta di gioco.
Che sia dell’Arsenal o del Siviglia poco importa, siamo tutti fratelli, in questi casi. Al ritorno, a Londra, verrai ricordato uguale; ma forse in questo stadio tu “ci sei di più”, perché hai calcato quest’erba. Ma che importa anche se Highbury non esiste più, tu resterai il nostro invincibile. Ci manchi…
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…
Il tempo di asciugare palpebre e guance ed è tempo di udire il fischio d’inizio. Non è facile scrollarsi di dosso quell’emozione per lasciar spazio alla forte adrenalina della partita che stiamo per disputare, ma il calcio è anche questo: andare avanti, in un’altalena di emozioni, senza fine. È forse questa una bella metafora o premonizione dell’essenza della vita stessa?
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Squadre che fanno il loro ingresso in campo, tra le formazioni ci stupisce la titolarità di Nketiah al posto di Lacazette, ma è una scelta che tutto sommato ci può stare vista la stagione non troppo entusiasmante del francese.
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Assistiamo a una delle partite più belle dei ragazzi, per una volta con una gioia. La partita è decisa da Hector Bellerin, che entra al 75’ e dopo circa dieci minuti porta palla dalla destra, trova Nelson al limite, scambio di tacco del giovane e lo spagnolo ha tempo di stoppare e calciare forte di destro, tiro a incrociare bellissimo e potente che batte Bounou infilandosi sotto l’incrocio; schizzando anche sul palo.
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Bellerin sigla così un gol che mette a tacere le voci di una sua rottura con Lucescu a seguito degli errori con il Southampton che lo hanno visto escluso dai convocati per una settimana. Prima del triplice fischio, però, Aubameyang è lanciato a rete contro Bounou, può valere lo 0-2, ma Koundè – devo ammettere con intelligenza – lo stende. Rosso diretto, è fallo da ultimo uomo. Restano in dieci, ma manca pochissimo, e noi non riusciamo a rendere più tondo il vantaggio dei gol fuori casa.
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Finisce così, 0-1 per noi!
«C’monnnnnn», mi batte il cinque mio padre, e anche il tifoso accanto a me mi abbraccia. In un momento così difficile, questa vittoria è una piccola iniezione di fiducia. È stata dura, ma ne è valsa la pena di viaggiare fino a qui.
Ora però non c’è nulla da festeggiare, il ritorno all’Emirates rasenterà la battaglia epica e servirà una prestazione ancora superiore a quella odierna, per volare agli ottavi. Prima ancora, però, testa alla Premier, nella quale ancora non abbiamo risalito la china, nè abbiamo dato speranza di poterlo fare. I nostri avversari saranno i Magpies. All’andata perdemmo, disfatta clamorosa e di cui porto ancora rancore. Quel giorno, allo stadio, c’eravamo anche noi…
NEXT MATCH:
Newcastle - Arsenal
(Premier League)