Sull' orlo dell' abisso
Era l’ 8 aprile 2020 quando tutta la città ardente tremò fino alle fondamenta. In quel giorno, il momento più buio nella storia recente dello Standard Liegi, la Commissione Licenze Belga ( CBAS ) negò alla squadra della Vallonia la licenza per l’ iscrizione al campionato per la stagione 20/21 poiché , secondo la commissione, non furono presentate tutte le garanzie richieste riguardanti l’ imminente cessione dello stadio Maurice Dufrasne alla neonata società immobiliare " Société immobilière Standard de Liège ". Ma facciamo un passo indietro.
Crisi finanziaria e covid
Nella stagione 19 / 20 la crisi finanziaria della squadra era giunta quasi ad un punto di non ritorno, con un ritardo molto pesante nel pagamento degli stipendi dei suoi tesserati. A dicembre 2019 ( quindi PRIMA della crisi dovuta al Covid ) i conti annuali pubblicati presso la Banca nazionale mostravano già una situazione più che preoccupante. Con, in particolare, una perdita operativa di 8.570.000 euro . Ancora più allarmante era stata la relazione del gestore delle licenze alla Commissione omonima. Nils Van Brantegem menzionò un capitale circolante netto negativo di 14.217.000 euro. Uno dei problemi principali dello Standard Liegi è in gran parte costituito dal costo troppo alto dei diritti pluriennali alle prestazioni dei calciatori ( ingaggi + ammortamenti ) costo che, nella stagione passata, toccava i 38 milioni a fronte di un fatturato di soli 23,6 milioni, quest’ ultimo in netto calo rispetto alla stagione 18-19 ( 31, 6 mln ), calo dovuto principalmente allo stop anticipato del campionato Belga per causa Covid. Una mano molto grande arrivò dal mercato in uscita , dove, grazie alle cessioni estive di Djenepo e Marin, lo Standard Liegi incassò 40 milioni di euro realizzando plusvalenze a bilancio per un totale di 34 milioni di euro . Plusvalenze che tuttavia non bastarono a mettere in sicurezza le finanze del club, alla disperata ricerca di liquidità anche perché il mercato in entrata fu comunque dispendioso ( 32 milioni ) nonostante la situazione consigliasse un mercato in entrata meno aggressivo e costoso.
La vendita dello stadio
Per alleviare questo deficit cronico, e soprattutto per garantire la continuità finanziaria del club nella stagione seguente ( criterio imprescindibile agli occhi della Federazione prima di concedere la licenza ), il presidente Venanzi mise in atto un piano per la cessione dello Stadio Marice Dufrasne : Egli costituì una società immobiliare, la " Société immobilière Standard de Liège “, creata ad hoc con lo scopo di acquistare l’ impianto sportivo dello Standard. Una volta creata la società si mise alla ricerca di investitori da far confluire all’ interno di essa; gli altri due investitori che si unirono alla società furono il calciatore Axel Witsel , legato da un legame affettivo molto forte verso la Città di Liegi e verso lo Standard Liegi, società in cui è cresciuto ; il centrocampista attualmente al Dortmund prese possesso del 45% delle quote e pare che provò a convincere anche Marouane Fellaini ( anche lui Ex Standard ) ad entrare in società, con l’ attuale giocatore dello Shandong che però declinò l’ offerta. Il secondo investitore che si unì all’ impresa fu Michael Markowicz con 10 % delle quote mentre il restante 45 % rimase in mano al presidente del club di Liegi, Bruno Venanzi. . L’ Operazione di cessione dello stadio avrebbe dovuto portare nelle casse dello Standard 14 milioni di euro, con il club che da li in avanti avrebbe poi dovuto pagare un affitto per l’ ultilizzo dell’ impianto.
Davanti alla commissione per le licenze
Il 2 aprile la doccia gelata per il club di Liegi. Quel giorno infatti , per mancanza di garanzie sull’ operazione riguardante la cessione dello stadio Maurice Dufrasne, la commissione per le licenze ( CBAS ) negò il rilascio della licenza d’ iscrizione al campionato successivo ; i conti bancari attivi della neonata società immobiliare , tratti dall’ ultimo bilancio disponibile, ammontavano infatti alla cifra irrisoria di 11.336 euro. " Il club non fornisce alcuna prova che la società immobiliare abbia una liquidità sufficiente per portare a termine l’ acquisizione dello stadio “ . Al Club fu comunque concesso tempo fino al 30 Giugno per fornire alla CBAS le garanzie riguardanti la cessione dello stadio, garanzie che poi arrivarono alla commissione il 5 Maggio e che permisero allo Standard di ottenere l’ iscrizione all’ attuale campionato, stagione 20/21 .
Nuova stagione, vecchi problemi
Nella scorsa stagione le plusvalenze Djenepo-Marin e la cessione dello stadio Maurice Dufrasne sono state ossigeno puro per i polmoni affaticati dello Standard Liegi , operazioni servite ai Rouches per mettere una toppa ai problemi finanziari e all’ ottenimento della licenza per l’ iscrizione all’ attuale campionato. Ma la stagione corrente si è aperta con i soliti , atavici problemi, e la sensazione è quella di un forte deja vu .Dato che gli stadi rimarranno ancora chiusi a causa Covid , Il fatturato rimarrà sulle cifre dell’ anno scorso ( 23 mln ) mentre il costo dei calciatori ( ingaggi + ammortamenti ) sarà ancora di 38 milioni e continuerà a pesare quasi il doppio del fatturato. Le uniche strade percorribili che restano allo Standard Liegi in questa stagione sono le solite: la ricerca di nuove plusvalenze ma soprattutto l’ abbattimento del monte ingaggi , abbattimento che porterebbe benefici non solo sul breve periodo ( a differenza delle plusvalenze ) ma anche più a lungo raggio.
Resta da capire a chi sarà affidato questo compito; i Rouches infatti sono impegnati in questi giorni nella ricerca di un nuovo direttore sportivo , un caronte che possa fare il percorso inverso rispetto alla controparte dantesca , portando i rouches lontano dall’ inferno che si prospetta all’ orizzonte qualora non venissero risolti gli squilibri di bilancio attuali, sotto gli occhi sempre vigili della commissione per le licenze pronta ancora una volta a non fare sconti a nessuno.