Io nei tempi morti continuo a sfogliarmi le varie recensioni/commenti e ancora devo trovare qualcuno che non trovi legami col passato e lo consideri un degno erede della saga. Solo la parte iniziale per un oretta o due possono trarre un pò in inganno ma proseguendo gli ingredienti ci sono tutti, la casa e il suo conoscerne quasi ogni anfratto, un virus misterioso e sconosciuti, la componente survival, erbe bauli armi tutte riconducibili alla saga, citazioni alcune velate altre più dirette, un paio di personaggi o cose che succedono (c'è un riservo incredibile di tutti, per fortuna, sulla storia), come diceva
@the elder anche l'atmosfera ed il gameplay hanno un "respiro" che riporta ai primi tre capitoli della saga.
Che poi per me è questa la cosa più importante, a prescindere dalle citazioni dai personaggi dai bauli o dalle erbe la cosa per me fondamentale è quella di riportare elementi della vecchia saga in fatto di sensazioni di gioco, il costante pericolo dovuto alle poche risorse e il senso di ansia che solo i primi due (e in parte in 4) ti davano.
Anche in questa, che è una delle rece più critiche troviamo questi concetti
http://www.staynerd.com/resident-evil-7-recensione/
Resident Evil è un’opera multiforme, che proprio quando pare volervi convincere di aver cambiato totalmente identità, svela il proprio volto. Quello di un titolo fortemente devoto alla formula dei primissimi capitoli, che si inserisce in una struttura di gioco totalmente assimilabile a quanto nostalgicamente eravamo affezionati.
La magione, tra mille rimandi più o meno velati al capostipite della serie sia per quel che riguarda chiare ispirazioni strutturali che per quanto concerne le meccaniche, come la necessità di salvare solo in certe stanze, posare o recuperare oggetti nei bauli, o collezionare chiavi ed emblemi vari, si esplora e si vive in maniera snella, non lineare ma nemmeno eccessivamente appesantita da lunghi e ridondanti backtracking. Allo stesso modo, l’espediente della famiglia svitata con chiari intenti omicidi (più varie ed eventuali che vedrete giocando) sostituisce benissimo zombi e simili a cui siamo stati sempre abituati dando un sapore totalmente inedito al filone, cadenzando con equilibrio momenti di suspance e azione con altri più rilassati.
Qua un un pezzo di ieri di un sito che non conosco ma che parla apertamente anche di questo discorso
https://ilovevg.it/recensioni/resident-evil-7-biohazard/
Resident Evil 7: Biohazard è un degno esponente della saga principale?
Vi possiamo garantire che Resident Evil 7 è un RE a tutti gli effetti e contiene tutti quegli elementi cari ai fan della serie; elementi quali la presenza di un nuovo tipo di Virus, di numerose nuove B.O.W. (Bio Organic Weapon) e di collegamenti, più o meno velati, con l’universo narrativo della saga. Non ci sbilanciamo nel rivelarvi qualcosa di più in quanto gran parte del fascino del titolo risiede proprio nell’evoluzione degli eventi che legano Ethan e Mia con la Famiglia Baker, ma possiamo dirvi che la villa mostrata nei trailer altro non è che la prima metà di gioco. Ad ogni modo i nuovi volti presenti in quest’avventura saranno difficili da dimenticare e, proprio grazie all’utilizzo della prima persona, sentiremo molto vicine le gioie e (soprattutto) i dolori del povero Ethan. Il nostro protagonista, per quanto non particolarmente profondo (dopotutto la saga non ci ha mai abituato a caratterizzazioni esaltanti), riesce comunque ad emergere grazie ad alcune linee di dialogo messe nel posto giusto al momento giusto, facendoci quindi affezionare a lui nel corso dell’avventura. Molto interessanti sono anche i membri della Famiglia Baker che, ognuno per motivi diversi, sicuramente sapranno popolare i vostri incubi per follia e design (non penserete davvero di non vedere mutazioni in questo gioco?! n.d.L.).
E ancora:
Anche per quanto riguarda il gameplay, Resident Evil 7: Biohazard dimostra un grandissimo rispetto per la trilogia originale. Ecco che ci troveremo, quindi, a vagare per i corridoi di Villa Baker a corto di proiettili e con l’ansia di incontrare un nuovo avversario, da evitare accuratamente per evitare di venire uccisi in pochi secondi. Basteranno un paio di colpi ben piazzati dei nostri avversari, infatti, a far comparire sullo schermo la scritta “You are Dead” (vi ricorda nulla?! n.d.L.) e a farci cominciare dall’ultimo salvataggio. Salvataggio che, nei primi due livelli di difficoltà, potrà avvalersi di deteriminati checkpoint automatici, ma che nella modalità “manicomio” ci obbligherà, come in passato, ad utilizzare delle piccole audiocassette per salvare solamente tramite i (pochi) registratori sparsi per la mappa. Altro elemento fondamentale del gameplay è la presenza di un inventario limitato che, spesso, vi costringerà a tornare nelle tanto amate save room (dove i nemici non potranno raggiungervi) per depositare gli oggetti nelle celeberrime casse comunicanti che hanno contraddistinto i primi capitoli della serie. Per rendere il tutto maggiormente realistico, inoltre, alcuni oggetti (in particolare determinate armi) occuperanno più di uno spazio, costringendovi ad organizzare con cura il vostro inventario e a scegliere accuratamente gli oggetti da portarsi appresso. Da evidenziare, inoltre, la presenza delle “Monete Antiche” che potranno essere spese in deterimante save room per sbloccare nuove armi e nuovi potenziamenti utili a Ethan per superare la notte più lunga della sua vita. Tornano anche le erbe medicinali che, se mescolate con una sostanza chimica, vi permetteranno di guarire dalle ferite. La barra vitale, inoltre, è visibile aprendo il menù in tempo reale sullo schermo dell’orologio da polso del nostro protagonista. Ovviamente, sempre in rispetto della tradizione, la quantità di vita sarà definitiva da un ECG che varia dal verde al rosso, passando per il giallo, in base ai danni subiti. Un altro elemento in comune con i primi capitoli della saga è la presenza di puzzle ambientali che, nonostante non si dimostrino mai davvero complessi, riescono a mantenere l’attenzione del giocatore sempre attiva e pronta a reagire.