Allora, non so se potrò essere utile a qualcuno.
Parlo come al solito di gioco contro la cpu.
Premessa, spesso scriviamo che Pes è solo un gioco, ma per molti di noi non è proprio così.
Alcuni ci sono cresciuti, altri ci stanno diventando vecchi.
Un gioco normale, se non ci piace, non continuiamo a giocarlo provando e riprovando dopo oltre due mesi.
Non considero i post di chi scrive che il gioco fa schifo perchè perde quando prima vinceva, o di chi scrive che la cpu fa sempre le stesse cose, e roba simile.
Ma nemmeno di chi è soddisfatto semplicemente perchè trova il gioco più difficile pur con settaggi abbastanza facili o perchè tizio ha gli scarpini giusti.
Però mi ha colpito la disparità di giudizi fra utenti che, a grandi linee, apprezzano la stessa tipologia di gioco.
Il gioco è questo, non riusciamo a farlo diventare "a nostra misura".
C'è la scelta di un arbitraggio piuttosto permissivo, diciamo pure troppo.
C'è forse qualcosa di strano sulla taratura dei livelli. Ma lo si riscontra a livelli diversi fra chi gioca manuale e chi gioca assistito.
Le squadre non sembrano comportarsi esattamente secondo i loro valori, ma un po' c'è sempre stato.
Inoltre, dopo la patch, anche io ho avuto un po' l'impressione che ci sia maggiore differenza fra le grandi e le piccole.
Io, come tanti altri, ho fatto mille prove. Livello, velocità, settaggi, assistenze, telecamere, rivalità ecc....
E, come molti altri, dopo qualche partita, sono rimasto comunque insoddisfatto.
Eppure, se conto anche le partite non portate a termine (ma magari quando stavano finendo), sono ad almeno 300 partite da 15 minuti (e qualcuna da 20).
Con Pes che veramente non mi piacevano, non ero certo a questi numeri dopo così poco tempo.
Ho pensato a quale potrebbe essere riconosciuto più o meno da tutti come l'aspetto migliore di questo gioco.
La parte tattica.
Ho pensato a come giocavo (e, probabilmente, come giocavano tutti) 15 o 20 anni fa. Meno "seghe mentali"
. No, cioè, si, ma non solo. Giocavo studiando le squadre avversarie, cambiando il modulo o la formazione, facendo sostituzioni al momento giusto.
Da anni invece, e non sono certamente fra quelli che non guardano nemmeno la tattica, creo tre moduli standard, offensivo, difensivo, metto il modulo fluido con qualche aggiustamento, un minimo di strategia avanzata occasionalmente, formazione in automatico e sostituzioni in automatico. Al massimo, qualche volta, cambio manualmente in-game l'atteggiamento più o meno offensivo.
Credo che questo discorso valga quasi per tutti per tutti i giochi. Si accende, si imposta qualcosa, e poi si inizia in modalità "pilota automatico".
Basti pensare che una volta era normale, prima di iniziare con qualsiasi gioco, leggersi tutto il libretto delle istruzioni/comandi.
Dopo questo lungo preambolo, vi scrivo cosa ho fatto.
Prima di tutto il livello. Ho sempre sostenuto che se non troviamo un livello che ci soddisfa, il gioco non ci soddisferà mai.
Professionista è carino, ma non c'è niente da fare. E troppo semplice. Si può anche perdere qualche partita, ma avremo il predominio, anche schiacciante, nella stragrande maggioranza delle partite. Contro qualsiasi squadra. In parole povere, non è longevo.
Campione andrebbe bene, ma forse quest'anno è quello più "balzano". Quello in cui più si avvertono le partite "strane".
Rimane superstar. In fondo, anche lo scorso anno, ho giocato la maggior parte delle partite a quel livello.
Quindi ho optato per superstar.
Sempre fullmanual.
Ho iniziato per l'ennesima volta la serie A con il Genoa.
Genoa - Sassuolo 0-1 (partita equilibrata decisa da una sfortunata deviazione su tiro dal limite)
Genoa -Sampdoria 1-0 (rubata, gol in rovesciata su palla vagante dopo un contrasto aereo)
Genoa - Napoli 1-0 (più giusto il pareggio, ma non ho rubato)
Genoa - Lazio 1-1 (giusto così)
Genoa - Inter 1-1 (forse l'Inter meritava qualcosa di più)
Quindi risultati che dimostrano come si possa giocare a superstar in fullmanual e anche senza usare squadroni.
Dimenticavo l'unica concessione che mi sono fatto, che è stata abbassare la velocità a -1.
La differenza l'hanno fatta alcuni fattori.
Il mio modo di giocare, con pazienza e molto ragionato, con retropassaggi quando serviva e senza farmi prendere dal nervosismo se passavo in svantaggio o se sbagliavo gol clamorosi.
Una necessaria attenzione in certi frangenti, evitare ancora di più di andare in pressing a centrocampo, quelle rarissime volte che la cpu ha fatto partire una delle sue serie di passaggi velocissimi (magari qualcuno di tacco) preoccuparsi solo di rinculare e coprire gli spazi, cercare di contrastare con attenzione i tiri avversari, avere pazienza in attacco per attendere l'attimo buono.
Soprattutto, un approccio tattico il più profondo possibile.
Ho cominciato a variare le istruzioni offensive e difensive in base al modulo, magari aumentando la compattezza difensiva quando utilizzo la formazione più difensiva.
Ho utilizzato molto di più le strategie avanzate, cambiandole spesso durante la partita a seconda di come si stava evolvendo.
Ho variato più spesso l'atteggiamento offensivo/difensivo durante la partita.
A volte ho fatto manualmente sostituzioni per avere giocatori con caratteristiche particolari in determinati ruoli.
Contro le grandi sono partito da subito con la formazione più difensiva in previsione del fatto che avrei sofferto.
E così via.
Non ricordo tutto quello che ho cambiato in queste partite, ma con la Samp nel finale ho messo Galabinov al posto di Lapadula per tenere di più la palla in avanti.
Contro il Napoli, visto che, nonostante il modulo difensivo e la compattezza della difesa a 3, riuscivano a inserirsi negli spazi, ho messo difendere l'area di rigore e la compattezza al massimo possibile.
Contro l'Inter praticamente per 75 minuti, nonostante fossi in svantaggio, mi sono solo preoccupato di difendere, per poi cambiare modulo nel finale e riuscire a pareggiare.
Con la Lazio negli ultimi 15 minuti ho messo cross al centro per far arretrare la difesa e ho avuto lo spazio per segnare a 2 minuti dalla fine con un tiro da fuori di Veloso.
Insomma, ho cercato di sfruttare al meglio quello che il gioco offre invece di voler a tutti i costi cercare di farlo diventare come vorrei.