Oggi qualcuno mi ha chiesto come sia possibile provare un interesse per il campionato transalpino essendo uno dei meno attraenti del panorama calcistico europeo:
ci ho pensato su e ho tratto le seguenti conclusioni:
Premessa: deve essere genetico in quanto coltivo passioni che alla maggior parte delle persone darebbero l’orticaria… amo il Jazz e amo incondizionatamente il baseball… potevo non amare la ligue 1? hahahah
Non riconoscere che il campionato di prima divisione francese rientri a pieno titolo tra i tornei minori del calcio europeo sarebbe davvero anacronistico e poco onesto.
Tuttavia, se analizziamo i principali tornei del nostro continente, non ci troviamo davanti ad un momento così interessante del football. Paragonato a qualche decennio fa il pallone di oggi, tolto l’aspetto da copertina patinata offre abbastanza poco sul versante qualità/interesse/spettacolo/tecnica/sorpresa…. Esistono un numero di club inarrivabili per gli altri in termini economici come mai era avvenuto in passato e un numero limitato di giocatori davvero annoverabili tra i così detti fuori classe. La maggioranza dei giocatori ha un livello medio più che accettabile ma dannatamente simile nel modo di giocare. Frutto delle scuole calcio che ormai puntano tutte allo stesso tipo di gioco e giocatore.
Non credo che vi dica nulla di nuovo se affermo che il numero 10 vero e proprio è ormai quasi sparito e quando una compagine annovera un giocatore con quelle qualità non tende a nascondere il suo imbarazzo nel doverlo si utilizzare ma come? Diventa un problema invece che una risorsa.
In questo panorama di compitini ben fatti ma di sostanziale - non dico mediocrità - ma sicuramente si banalità, lo spettacolo e il piacere per chi osserva è sempre più raro.
Prendiamo il campionato per eccellenza più in auge oggi: la Premier, bellissima non dico il contrario, un giocattolo ben confezionato che funziona da solo…ecco il punto è proprio questo: lo paragono alle nuove confezioni di lego, volte a creare il soggetto per cui sono nate , riproduzioni perfette che però una volta costruite restano fini a se stesse, con quei mattoncini non ci si può fare null’altro che quanto riportato sulla confezione… dopo poco ovviamente stufano e si torna a rimpiangere i cari vecchi mattoncini tutti uguali ma che lasciavano spazio alla fantasia di ciascuno.
Così è la Premier, squadre e stadi scintillanti, atmosfere bellissime ma alla fine il gioco è quasi sempre lo stesso, si c’è più tecnica che negli anni settanta ma non esiste più che pathos che fuoriusciva un tempo ad ogni zampata che si dava sul terreno pur con giocatori molto più rozzi e meno preparati. E sto parlando comunque del campionato meglio confezionato d’Europa. Mi astengo su altri. il discorso cambia se parliamo di serie minori dove il panorama per fortuna è molto differente e qualcosa di interessante a livello di pancia c’è ancora. La Championship inglese è stupenda, la serie cadetta spagnola pure, quella nostrana pur con i suoi difetti mantiene un certo interesse.
Però in questa divagazione sul calcio voglio attenermi sui campionati maggiori del continente. In questo panorama il mio interesse alla fine si è rivolto ad un torneo come ho già scritto di seconda fascia dove otre tutto il dio denaro ha creato un mostro come il PSG che nulla ha a che fare con quel torneo ammazzando dalla prima giornata l’interesse su un possibile vincitore finale diverso.
Pur con queste premesse non certo esaltanti, il campionato transalpino regala due aspetti da non sottovalutare.
In primo luogo le compagini francesi sfornano un numero impressionante di giovani interessanti che vengono fatti giocare sin da subito. In un clima di non esasperato tatticismo, i tecnici transalpini lasciano a questi ragazzini piena libertà di esprimere il loro estro e il loro essere ancora legati ad un mondo del pallone giocato sui campetti piuttosto che ad un calcio limitato in schemi non sempre utili. Il secondo aspetto è dettato da un equilibrio tra tutte le compagini fatta appunto eccezione per il PSG che fa un campionato a parte (ancora per pochi anni…).
Questo palese equilibrio (pur se livellato più verso il basso) tra i diversi club della prima divisione porta a mantenere alto l’interesse verso ogni singolo incontro quasi mai scontato nel risultato e regalando a volte giocate che professionisti ben più pagati e osannati non sempre sanno fare in tornei più blasonati.
Ovviamente una conoscenza del passato di questo torneo, della storia dei club, dei principali commentaristi e tutto ciò che gira intorno al mondo del football francese avvantaggia un possibile interesse rispetto a chi – come titolo d’esempio - non ha mai sentito parlare di un certo Pierre Ménès.
Questi due aspetti, uniti ad un contorno più che accettabile, un approccio non morboso della stampa e un buon interesse del pubblico rendono il campionato di Ligue 1 uno spettacolo molto più interessante di quello che ci si aspetterebbe.
Un caro saluto