Si, diciamo che rispondevo a un ot, quindi non volevo tirarla lunga qua dentro.
Figurati! Il discorso, allacciato al topic e legato all'importanza sociale del cinema comunque non è da prendere troppo superficialmente. In linea di massima concordavo pure io sul ragionamento legato ad un modo quasi medievale di affrontare certe tematiche di attualità, seppur andrebbero ovviamente fatti dei distinguo. Intanto va detto che nel mondo intero attualmente siamo in una fase diciamo quasi di regressione culturale. Senza andare troppo OT basti pensare alle correnti di pensiero sempre più estremiste che si vedono in Europa e per andare più nello specifico all'America l'avvento di Trump è emblematico. In un paese come quello americano dove il peso del razzismo è sempre stato un macigno, l'elezione di Trump può sta portando e potrebbe portare ad un aggravamento di alcune problematiche che potrebbe portare a tragedie e catastrofi umanitarie ancora più grosse di quelle attuali.
Il cinema da questo punto di vista, appunto in fatto di indirizzo e peso sociale, è sempre stato molto importante. E' uno strumento che può far molto per sensibilizzare milioni e milioni di persone.
Rimanendo in topic è da sempre che nei festival, nei concorsi, nelle manifestazioni, addirittura sempre di più anche nelle scuole ecc si tende a dare risalto a pellicole meritevoli non solo dal punto di vista tecnico ma anche e soprattutto dal punto di vista sociale e in fatto di diritti civili.
Venendo all'Academy l'anno passato le polemiche e le proteste furono clamorose per il fatto di non aver nominato nemmeno un attore o un film "nero". Se a questo aggiungiamo l'avvento sciagurato di Trump, con le polemiche che lui stesso anche in campagna elettorale ha avuto contro tantissimi attori/registi/artisti, ecco che si spiegato il numero enorme di nominati "neri", di film legati alla comunicazione tra i popoli (Arrival), quelli legati all'immigrazione o le guerre nei paesi arabi (i candidati al miglior film straniero), alla discriminazione razziale all'omosessualità e alla discriminazione femminile. Lo stesso Fuocoammare, nostro unico film candidato parla di queste tematiche e addirittura al festival di Berlino si portò a casa il premio più importante. Oppure al film, Il Cliente, del famoso regista Iraniano che a causa di quella clamoroso legge legata al blocco di ingresso di quei sette stati straniere non poteva nemmeno presenziare alla cerimonia.
Il problema per me alle volte sta nella "misura", capisco anche che come dicevo è un periodo storico particolarissimo ma per la miseria potevano anche andarci un pò più piano in certi frangenti.
Il caso di Moonlight, film che parla di umosessualità "nera", emarginazione e bullismo (praticamente un mix di argomenti "scottanti") è emblematico. Io l'ho visto e non mi è piaciuto granchè, eppure comunque ha un palmares clamoroso, non solo per i tre oscar di Hollywood, ma ha vinto dappertutto un botto di riconoscimenti e non solo ufficiali. Anche a livello di critica "libera", su Rotten ha un 97% sonante e su metacritc 99%.
Insomma possibile che io stesso, forse un pochino "stufo" di queste tematiche e che a fatica digerisco quando guardo un film, lo abbia sottovalutato. Possibile che non sia solo questione di tematiche sociali ma che sia un grandissimo film a prescindere. Forse
Detto questo va comunque riconosciuto a protagonisti di Hollywood una grandissima capacità di accettare i verdetti. Li accettano nettamente meglio del pubblico che poi sui social sclerano e vedono complotti ovunque, sono rarissime le polemiche tra due attori in competizione. Il modo con cui hanno accettato l'errore quelli di La La Land che oltre il danno (era praticamente loro quel premio dopo tutti gli altri ricevuti) hanno pure subito la beffa dell'errore in mondovisione. Eppure è stato pronto a dire ai loro colleghi "Sono orgoglioso che abbiate vinto voi". Per carità, quasi sicuramente poi nelle loro stanze di albergo hanno rosicato come pazzi, ma comunque in pubblico non hanno polemizzato nel li ne successivamente.