Progetto Fiorentina — Domenico Tedesco

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Francesco Gonzalez

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7 Novembre 2019
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alecastri
Considera che nella carriera però partiró senza mercato per simulare appunto la stagione 19/20. Comunque ho letto anche che si vocifera di Schick per la prossima stagione , e anche di Belotti
Sì, sono altri due papabili, però Schick è più probabile che venga riscattato dal Lipsia in sostituzione di Werner (magari con uno sconto da parte della Roma, che comunque credo arriverà visto come è messa economicamente), mentre Belotti sarebbe molto vicino al rinnovo col Toro. In ogni caso credo che Vlahovic partirà al termine di questa stagione e giocoforza si dovrà fare di necessità virtù puntando tutto su Cutrone, Kouame (più mezza punta che punta vera e propria) e su un altro centravanti che il mercato metterà a disposizione (uno alla Mitroglu insomma). Ricordiamoci che sarà un mercato molto particolare il prossimo e che la Fiorentina nelle ultime due sessioni ha speso non poco, nonostante i risultati...
 

Francesco Gonzalez

Primavera
7 Novembre 2019
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alecastri
Da fiorentino so di essere un po' controcorrente ma Bati non è uno di quelli che farei entrare in società onestamente così come Galli. Per me però non si può prescindere da Antognoni. In futuro, magari dopo un big, mi piacerebbe vedere Aquilani o Borja sulla panchina viola
 
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ElDiablo

Prima squadra
22 Gennaio 2020
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Sì, sono altri due papabili, però Schick è più probabile che venga riscattato dal Lipsia in sostituzione di Werner (magari con uno sconto da parte della Roma, che comunque credo arriverà visto come è messa economicamente), mentre Belotti sarebbe molto vicino al rinnovo col Toro. In ogni caso credo che Vlahovic partirà al termine di questa stagione e giocoforza si dovrà fare di necessità virtù puntando tutto su Cutrone, Kouame (più mezza punta che punta vera e propria) e su un altro centravanti che il mercato metterà a disposizione (uno alla Mitroglu insomma). Ricordiamoci che sarà un mercato molto particolare il prossimo e che la Fiorentina nelle ultime due sessioni ha speso non poco, nonostante i risultati...
Si vociferava anche di un Piatek come ipotesi per la prossima stagione, scelta suggestiva. Kouamè a me piace comunque ma dipende che collocazione tattica gli si vuole dare, tra Vlahovic e Cutrone io sacrificherei il secondo.


Da fiorentino so di essere un po' controcorrente ma Bati non è uno di quelli che farei entrare in società onestamente così come Galli. Per me però non si può prescindere da Antognoni. In futuro, magari dopo un big, mi piacerebbe vedere Aquilani o Borja sulla panchina viola
Aquilani è già in società se non sbaglio. Così come Antognoni che ricopre già il ruolo di club manager. Galli non l’avevo opzionato, mentre Borja in futuro sarebbe molto suggestivo, giocatore per la quale ho tanta stima e ammirazione. Anche un David Pizarro…
 
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ElDiablo

Prima squadra
22 Gennaio 2020
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SOCIETÀ CHE PRENDE FORMA, ORA IL TECNICO
La Fiorentina di Rocco Commisso prende forma, dopo l’adesione al nuovo progetto di Batistuta nei panni di Team Manager e di Fassone come d.g., il d.s. Pradè è al lavoro con i suoi due nuovi colleghi per deporre il tassello più importante del puzzle: il tecnico.
I candidati in lizza sono molteplici, andiamo ad analizzarli nel dettaglio.
I ritratti:


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ROBERTO DE ZERBI
De Zerbi ha un curriculum interessante. Alla sua prima vera esperienza da allenatore è riuscito a mettersi subito in luce con risultati sorprendenti: in due anni, la vittoria nella Coppa Italia di Serie C e un’amara sconfitta nella finale play-off contro il Pisa di Gattuso. Ma non furono tanto i risultati ad attirare l’attenzione, quanto il gioco spumeggiante offerto dal suo Foggia, che nel 2015/2016 era forse la squadra più interessante da vedere giocare nell’intero panorama italiano. Il tecnico dei rossoneri ha dimostrato idee chiare e delineate che in campo si sono concretizzato in un gioco di posizione per niente scontato in un contesto tecnicamente poco attrezzato come Foggia. Nell’agosto 2016 De Zerbi ha lasciato il Foggia ma non ha faticato a trovare una nuova panchina. Forse con un po’ di fretta ha deciso di fare il salto fino alla Serie A, provando a salvare il Palermo del dimissionario Ballardini. Una mossa che, con il senno di poi, ha forse rallentato la carriera: dopo poco meno di tre mesi e una sola vittoria in dodici partite, De Zerbi fu esonerato da Zamparini e dovette attendere fino ad ottobre 2017 per trovare un nuovo incarico. Ma anche un’esperienza che lui stesso ha definito come “una grande scuola” che gli ha permesso di capire quanto il lavoro dell’allenatore debba essere accompagnato «se non da un progetto – parola che in Italia non esiste – almeno dalla serietà». Successivamente quella del Benevento non era certo la panchina più ambita, ma si è rivelata il laboratorio tattico ideale per un allenatore desideroso di emergere grazie all’originalità delle proprie idee. Se i principi di De Zerbi non sono bastati a salvare i sanniti, che hanno chiuso la loro prima stagione in A ultimi con 21 punti, la stagione ha convinto il Sassuolo a fidarsi di lui per il rilancio di un progetto tecnico ambizioso, ma che negli ultimi anni sembrava giunto a un punto di stallo. Il salto definitiva può avvenire a Firenze? È l’uomo giusto?

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IVAN JURIC
Accolto tra scetticismo, diffidenza e una buona dose di ostracismo da tastiera, Juric fu bollato dalla grande stampa nazionale come primo sicuro esonero della stagione e il suo Verona. Un dead man walking. Solo che le storie di pallone girano quanto una partita al Monopoly al momento della pesca degli imprevisti, e il calcio il suo fascino lo alimenta nelle sue contraddizioni. E così è finita che su Ivan Juric non ci ha beccato proprio nessuno. Mese dopo mese, settimana dopo settimana, partita dopo partita, il Verona ha fatto ricredere tutti e si è ritagliato l’ambito ruolo di sorpresa del campionato, tanto da meritarsi l’appellativo di “Piccola Atalanta”. In campo la ricetta del tecnico spalatino è fatta di aggressività e sacrificio che si traduce in un calcio muscolare e animoso che si esalta nella ferocia dei corpo a corpo dell’uno contro uno. E davanti a tutto ciò il popolo va in delirio, una squadra che pensa e ragiona calcio e diverte dando sfoggio di una rapida circolazione della palla, ricerca della profondità, continue sovrapposizioni e attacco delle corsie esterne. La sua Fiorentina sarebbe corsara, dedita al sudore per la patria, volubile tatticamente.

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DOMENICO TEDESCO
Il 34enne, dopo aver sorpreso l’Europa al primo anno con lo Schalke 04 portandolo in Champions, non è riuscito a ripetersi l’anno successivo venendo addirittura esonerato a marzo dopo le pesanti sconfitte contro il Manchester City. Il tedesco di origini italiane non era stato più chiamato da nessuno in estate, aspettando l’opportunità del rilancio che è arrivata proprio dalla Russia e dallo Spartak. Rispetto al suo predecessore il modo di giocare è completamente cambiato. Basta con il 4-2-3-1, ma si passa a un più compatto e coeso 4-3-3 in modo tale da non lasciare mai solo in attacco l’unica punta dato che non si tratta di un vero centravanti. Il tecnico tifa Fiorentina e non ha mai negato la sua passione per il club toscano. È uno dei prospetti più interessanti dell’intero panorama.

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EUSEBIO DI FRANCESCO
Altro nome sul taccuino di Pradè, allenatore che in Serie A ha sempre convinto e fatto bene, eccetto la parentesi sfortunata con la Samp. Artefice di un gioco spumeggiante con il Sassuolo e protagonista di una storica semifinale di Champions con la Roma (indimenticabile la rimonta sul Barça all’Olimpico), il tecnico ha bisogno di una piazza a lui congeniale per rilanciarsi e un progetto solido alle sue spalle. Inoltre, l’impressione è che giocatori come Chiesa possano andare a nozze con la sua concezione di calcio e quel 4-3-3 marchio di fabbrica del DiFra, il tecnico risulta molto stimato anche da Fassone e Batistuta, con cui il tecnico si conosce molto bene. La piazza Viola gradirebbe?

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MIGUEL CARDOSO
Occhio alla sorpresa Cardoso: è uno degli allenatori più promettenti del Portogallo, ma non solo. Alla guida del Rio Ave dallo scorso giugno, il tecnico classe ’72 ha impressionato tutti gli addetti ai lavori per la brillante stagione sulla panchina del club biancoverde, che ha chiuso il massimo campionato lusitano al quinto posto (51 punti in 34 partite), sfiorando così la qualificazione all’Europa League. Nonostante la giovane età, Miguel Cardoso ha una carriera importante alle spalle: ha iniziato ad allenare nelle giovanili della prestigioso vivaio del Porto (dal 1996 al 2004). Poi un lungo girovagare come vice allenatore: dal Belenenses al Deportivo La Coruna, passando per Braga (arrivato sino alla finale di Europa League nel 2011), Academica e Sporting Lisbona. Quindi, a partire dal 2013, ecco l’avventura in Ucraina, dove ha rivestito il ruolo di assistente di Paulo Fonseca, rivelandosi una pedina preziosa nello staff dello Shakhtar Donetsk.Per Miguel Cardoso, quella appena conclusa, è stata la prima stagione da allenatore, mandata in archivio con un quinto posto nella Primeira Liga portoghese che sa di impresa per il Rio Ave. Le prestazioni della squadra biancoverde, che ha impressionato per il calcio votato al possesso e contro palla, hanno calamitato gli occhi di diverse società europee, incluso il Siviglia oltre che alla Fiorentina, che hanno iniziato a seguire con particolare attenzione il tecnico portoghese: il 46enne ha ancora un anno di contratto, ma può liberarsi già questa estate. Miguel Cardoso, il rampante della panchina: dalle imprese col Rio Ave alle sirene europee, con un futuro tutto da scrivere.

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MASSIMO CARRERA
L’outsider, colui che traghettò la seconda Juve di Conte nelle prime 10 gare della stagione 2012/13, col lusinghiero ruolino di marcia di 7 vittorie e 3 pareggi e il fiore all’occhiello rappresentato dalla vittoria in Supercoppa Italiana contro il Napoli. Chi invece è più abituato a tener d’occhio il calcio internazionale, saprà che nel frattempo il buon Massimo è diventato un allenatore vero: vice dell’ex Roma Alenichev allo Spartak Mosca. Carrera è partito dall’usato sicuro, ovvero quel 3-5-2 che conosce a memoria, sia per i trascorsi juventini e azzurri, sia perché quello era il modulo di partenza più volte provato da Alenichev durante il precampionato. Carrera ha così proposto un 4-2-3-1 piuttosto flessibile, che nelle varie fasi dell’incontro può trasformarsi in un 4-3-3. Allenatore emergente, carismatico, flessibile, perfetto per un nuovo corso. Unico neo? Quel passato juventino…dici niente…


•••

GLI ALTRI
Suggestione Spalletti, sogno Valverde

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Ci sono infine nomi altisonanti nel taccuino di Pradè, di cui in città si vocifera, anche con una certa insistenza, ma la sensazione pare essere quella di pure suggestioni. Luciano Spalletti, ad esempio, pare in orbita Benfica o addirittura potrebbe prendersi un anno sabbatico. Valverde, invece, rimasto senza panchina dopo la scissione della sua avventura con il Barcellona, è un’idea accattivante ma destinata a restare tale.

QUAL È IL NOME PIÙ ADATTO PER LA PANCHINA VIOLA?
 

Principe SM

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Bei nomi (a parte Carrera) :)
Grande Diablo!! Io sono indeciso tra De Zerbi e Di Francesco...però il tasso tecnico della squadra e la possibilità di giocare con
 
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Principe SM

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15 Dicembre 2019
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Commento incompleto amico mio :rotfl:
Ahahah....cell impallato, sorry!
...la possibilità di giocare con un il tridente un bel calcio spumeggiante mi fa propendere verso uno dei due,forse più De Zerbi per vederlo in una piazza difficile, esigente e affamata di vittorie.
Firenze è davvero una piazza particolare, basta un attimo e il giocattolo si rompe.
Basti pensare a quanti campioni e allenatori sono passati di li....Da Passarella a Baggio per non parlare del Trap che se non si fosse rotto Batigol sul più bello...
Sarà un'avventura stimolante!
E quando ti capita passa da piazzale Michelangelo...È bellissimo :)
 
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ElDiablo

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Ahahah....cell impallato, sorry!
...la possibilità di giocare con un il tridente un bel calcio spumeggiante mi fa propendere verso uno dei due,forse più De Zerbi per vederlo in una piazza difficile, esigente e affamata di vittorie.
Firenze è davvero una piazza particolare, basta un attimo e il giocattolo si rompe.
Basti pensare a quanti campioni e allenatori sono passati di li....Da Passarella a Baggio per non parlare del Trap che se non si fosse rotto Batigol sul più bello...
Sarà un'avventura stimolante!
E quando ti capita passa da piazzale Michelangelo...È bellissimo :)
Diciamo che De Zerbi e DiFra sono i più abili a usare gli esterni, forse sono quelli più in grado nel valorizzarli. Allo stesso tempo anche un profilo come Cardoso può essere una rivelazione, Carrera invece beh, quel passato juventino non è di grande aiuto… E poi abbiamo Juric e Tedesco, due belle rivelazioni dell’ultimo periodo…
 
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ElDiablo

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ASPETTANDO IL MISTER, PRESENTATA NUOVA MAGLIA

A Firenze Rocco Commisso in persona ha presentato la divisa della Fiorentina per la stagione 2019/20. Il Viola resta il colore dominante e distintivo del club, con una tonalità più ombrata rispetto a versioni precedenti.

181497

Il ritiro inizierà il 12 Luglio, entro quella data verrà reso noto il nome del nuovo allenatore della Viola. In città si respira un clima leggermente ottimista, e la scelta del nuovo tecnico continua a destare grande curiosità: per ora non trapela nulla. Batistuta e Fassone devono ancora insediarsi del tutto in città e società, la sensazione è che un ruolo fondamentale verrà giocato da Pradè.
 

Andrea009900

Primavera
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Mi piacerebbe la consacrazione di De Zerbi anche se qualche sorpresa di quelle che hai citato sarebbero interessanti, vedremo chi sarà il nuovo allenatore e se sarà capace di rendere giustizia alla Viola dopo una pessima stagione come quella 2018/19
 
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ElDiablo

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181531

181532

FIORENTINA:
RIVOLUZIONE IN ATTO


Dal mercato arrivano Agudelo, Duncan, Igor, Cutrone, Kouamè e il super colpo Ribery. Via Gerson e Veretout, ma Chiesa resta


Mentre la società si interroga sul nuovo tecnico, la rosa messa a disposizione da Commisso appare cambiata da quella dell’ultima gestione Della Valle.
dei giocatori arrivati la scorsa stagione non è stato confermato quasi nessuno. Dalla rosa sono usciti Gerson, Edimilson Fernandes, Pjaca, Mirallas, Muriel, Lafont, Norgaard e Hancko, e in più è stato ceduto alla Roma anche Jordan Veretout, uno dei più affidabili e continui nel rendimento nelle ultime due stagioni. Pradè ha dovuto innanzitutto pensare a sfoltire il parco giocatori prima di andare a rinforzare la squadra. L’acquisto più costoso (10 milioni di euro) è stato Erick Pulgar dal Bologna, mentre dal Sassuolo Pol Lirola. A centrocampo è tornato Milan Badelj, definito da Pradè «l’acquisto più importante di quest’anno», e come alternativa nel ruolo di terzino sinistro è stato preso Aleksa Terzic dalla Stella Rossa, oltre a Dalbert. Il grande colpo è stato invece Franck Ribèry, che ha accettato la proposta dei viola dopo il mancato rinnovo del contratto con il Bayern Monaco. Pradè ha poi pescato dal gruppo di talenti comprati negli anni scorsi o usciti dal settore giovanile viola per allungare la rosa e completarla in alcuni ruoli scoperti: Vlahovic, Sottil, Dalle Mura e soprattuto Castrovilli. A completare poi l’organico tanti colpi di grande qualità: Igor, interessante prospetto della Spal, abile sia come centrale di difesa che sulle corsie esterne arretrate o a tutta fascia, Kevin Agudelo, perla colombiana del Genoa, che può agire da mezzala o trequartista, e Cutrone, ex Milan, che i tifosi ricordano per la sua passionale immersione nelle partite. Infine, arrivano anche Duncan dal Sassuolo (ex Inter) e Kouamè, altro tassello importante dal Genoa che nell’ultima annata ha fatto vedere cose importanti. A completare l’organico il giovane Beloko, dalla primavera, mezzala africana. Con questo organico la dirigenza viola affiderà al nuovo tecnico l’impresa di rilancio della squadra. Il colpo più importante? Federico Chiesa, per quest’anno, resta.
 
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FIORENTINA:
RIVOLUZIONE IN ATTO


Dal mercato arrivano Agudelo, Duncan, Igor, Cutrone, Kouamè e il super colpo Ribery. Via Gerson e Veretout, ma Chiesa resta


Mentre la società si interroga sul nuovo tecnico, la rosa messa a disposizione da Commisso appare cambiata da quella dell’ultima gestione Della Valle.
dei giocatori arrivati la scorsa stagione non è stato confermato quasi nessuno. Dalla rosa sono usciti Gerson, Edimilson Fernandes, Pjaca, Mirallas, Muriel, Lafont, Norgaard e Hancko, e in più è stato ceduto alla Roma anche Jordan Veretout, uno dei più affidabili e continui nel rendimento nelle ultime due stagioni. Pradè ha dovuto innanzitutto pensare a sfoltire il parco giocatori prima di andare a rinforzare la squadra. L’acquisto più costoso (10 milioni di euro) è stato Erick Pulgar dal Bologna, mentre dal Sassuolo Pol Lirola. A centrocampo è tornato Milan Badelj, definito da Pradè «l’acquisto più importante di quest’anno», e come alternativa nel ruolo di terzino sinistro è stato preso Aleksa Terzic dalla Stella Rossa, oltre a Dalbert. Il grande colpo è stato invece Franck Ribèry, che ha accettato la proposta dei viola dopo il mancato rinnovo del contratto con il Bayern Monaco. Pradè ha poi pescato dal gruppo di talenti comprati negli anni scorsi o usciti dal settore giovanile viola per allungare la rosa e completarla in alcuni ruoli scoperti: Vlahovic, Sottil, Dalle Mura e soprattuto Castrovilli. A completare poi l’organico tanti colpi di grande qualità: Igor, interessante prospetto della Spal, abile sia come centrale di difesa che sulle corsie esterne arretrate o a tutta fascia, Kevin Agudelo, perla colombiana del Genoa, che può agire da mezzala o trequartista, e Cutrone, ex Milan, che i tifosi ricordano per la sua passionale immersione nelle partite. Infine, arrivano anche Duncan dal Sassuolo (ex Inter) e Kouamè, altro tassello importante dal Genoa che nell’ultima annata ha fatto vedere cose importanti. A completare l’organico il giovane Beloko, dalla primavera, mezzala africana. Con questo organico la dirigenza viola affiderà al nuovo tecnico l’impresa di rilancio della squadra. Il colpo più importante? Federico Chiesa, per quest’anno, resta.
Il mio preferito resta Spalletti ma m'intriga molto Cardoso
 
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181765

PAZZA IDEA COMMISSO: ARRIVA BIELSA?
La pazzia è relativa, chi la stabilisce la normalità?” se questa frase non l’avesse scritta Charles Bukowski si sarebbe potuta attribuire a Marcelo Bielsa, allenatore argentino classe 1955. Nel totoallenatore della Fiorentina del domani è spuntato un nome a sorpresa: quello di Marcelo Bielsa.
Il Loco Bielsa ovvero il pazzo è un allenatore che, nel bene e nel male, ti fa mettere sotto la lente d’ingrandimento. Di tutti. Bielsa non è uno qualunque e sebbene in Europa non abbia vinto tanto è uno di quei simboli che il calcio romantico si porta dietro.
Uno come Bielsa a Firenze riuscirebbe a innamorarsi di un progetto costruito proprio sull’amore, quello del Presidente Commisso verso la squadra e quello dei tifosi.

Il pazzo troverebbe terreno fertile per la sua stravaganza e per il suo modo di fare calcio che, nel mondo dei soldi e del business è venuto meno. Bielsa, al Leeds, è stato capace di trasformare i propri giocatori in spazzini per fargli provare cosa significa il lavoro; sempre l’argentino ha inveito contro una ditta spagnola che non aveva effettuato i lavori allo stadio ai tempi di Bilbao e, quando guidava il Cile, fece costruire un fossato intorno al campo di allenamento della nazionale per non far sbirciare i giornalisti.

Bielsa è un sogno ad occhi aperti, non tanto per una questione monetaria della quale la Fiorentina non ha e non dovrà aver paura, quanto perchè rappresenta uno di quei nomi simbolo del calcio. El Loco è un po’ fiorentino dentro pur senza saperlo: stravagante, appassionato e che non le manda a dire come quando si dimise ai tempi del Marsiglia.

Il tecnico argentino è un perfezionista, tanto da guardarsi oltre settemila video prima dei Mondiali del 2002 con l’Argentina e da farsi installare uno schermo sul caddy che usava per muoversi al Marsiglia.

Oltre al calcio, anche El Loco ha il tredici tra i suoi numeri importanti. Sebbene il tredici per Firenze rappresenti Davide Astori, storico capitano della Fiorentina, questo numero ritorna anche nelle abitudini del tecnico. Perchè? Perchè prima di sedersi e accomodarsi in panchina, Bielsa fa sempre tredici passi, di cui l’ultimo più lungo.

Bielsa, Firenze e i fiorentini sono legati anche in quella che gli americani chiamano way of life. Perchè non sognare e provare una avventura sicuramente pazza? Commisso ci pensa per davvero.
 
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