[Papà Pig] Il mondo all'incontrario

Papà_Pig

Prima squadra
10 Settembre 2013
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Sir_Porcillotto
Ecco.
Forza, che cedere alla paura è ciò che sveglia i nostri mostri interiori.
Dicono che parlare di certe cose fa bene, eppure quando si prova a farlo si trova il mostro che te guarda con l'occhietto dietro la tenda... e allora meglio di no, meglio il silenzio al rimanere incompresi ed esposti.
Combatti le tue paure, te dicono, e se sapessi quali sono te pare che ne avrei così paura?

Coi miei mostri ci vado a braccetto. Li conosco uno a uno, so pure come se chiamano i figli. Fanno sempre schifo, però. E ce ne fosse mezzo che ho accettato o risolto. Stanno lì, si fanno compagnia, aumentano...
Non è paura dell'ignoto, l'ignoto non mi fa paura, mi incuriosisce tutt'al più. Ciò che mi preme è la realtà. Sto per finire al tappeto e dovrò rialzarmi. Non lo posso schivare, non lo posso evitare. Posso solo aspettare. So che sarà, so che non manca molto, ma non so quando e quanto farà male, ma so che ne farà parecchio. In tanto vado avanti, faccio fatica a essere me e tutte le volte che incontro qualcuno che mi chiede "come va?" vorrei poter dire "di merda, ma sta per peggiorare", invece sorrido (male) e rispondo "bene, grazie" e subito dopo mi faccio schifo e ci sto male.

I miei mostri li vedo intorno a me, ma pure loro stanno giù... passerà, la ferita guarirà ma rimarrà la cicatrice... è complicato...
 
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Johan_14

Primavera
28 Dicembre 2018
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No, non l'ignoto, ma l'inconscio.
Quell'angolo oscuro della mente che ti vorrebbe far dire "di merda, ma peggiorerà" e poi "quindi grazie di niente, perchè se ti chiedessi di aiutarmi davvero spariresti all'orizzonte, vero?".

E' questo.
Quando stiamo bene è tutto bello, vedi i fiori sbocciare, senti gli uccelli cantare, poi però arriva quella stronza della realtà e no, non va bene niente ma devo reggere il gioco all'insieme di finzioni surreali che chiamiamo "esistenza quotidiana".

I momenti peggiori sono anche quelli in cui sei in grado di valutare coloro che ti stanno attorno con più lucidità...
 
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magic

Giovanissimi A
1 Aprile 2014
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magicj74
@Papà_Pig ti sono vicino, non voglio sapere quale sia il tuo problema...qui scrivo poco ma leggo molto, in passato ci siamo pure beccati per vicende calcistiche ma, di fronte alla sofferenza, siamo tutti uguali.

Ti posso dire che so in che stato stai, io da quasi sei mesi ho perso la mia compagna per un brutto male, adesso sono solo con due bambini da crescere. Ti giuro che, malgrado so che devo lottare per loro, che dovrò spaccarmi in quattro per fare meno danni possibili, la tentazione di farla finita aleggia sempre...una gran parte di me se n'è andata quel maledetto 2 maggio...ormai sono un'altra persona, non so nemmeno cosa sono diventato o quello che diventerò.

Però quella sensazione dell'ineluttabile, del disastro imminente, la conosco bene...gli ultimi quindici giorni sono stati quanto di peggio possa capitare ad un uomo. Soffrivo in silenzio, non potevo darlo a vedere né a lei e tanto meno ai bambini, io avevo già capito che mancava poco alla fine...ma l'ho dovuto tenere dentro di me, farci i conti, arrivare quasi ad augurarmi che quella sofferenza finisse presto! Ma non lo potevo accettare...in quei giorni mi ritrovavo a fissare la finestra, tante volte l'ho guardata e ho pensato che bastava poco per liberarsi da tutto il peso e il dolore...

Non so se un giorno riuscirò a vivere tutto questo con il giusto distacco, penso e credo che sarà impossibile.
Ma liberarmi di quella sensazione di disastro imminente, quello già sarebbe una gran cosa.

In bocca al lupo, Man!
 

Papà_Pig

Prima squadra
10 Settembre 2013
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Sir_Porcillotto
@Papà_Pig ti sono vicino, non voglio sapere quale sia il tuo problema...qui scrivo poco ma leggo molto, in passato ci siamo pure beccati per vicende calcistiche ma, di fronte alla sofferenza, siamo tutti uguali.

Ti posso dire che so in che stato stai, io da quasi sei mesi ho perso la mia compagna per un brutto male, adesso sono solo con due bambini da crescere. Ti giuro che, malgrado so che devo lottare per loro, che dovrò spaccarmi in quattro per fare meno danni possibili, la tentazione di farla finita aleggia sempre...una gran parte di me se n'è andata quel maledetto 2 maggio...ormai sono un'altra persona, non so nemmeno cosa sono diventato o quello che diventerò.

Però quella sensazione dell'ineluttabile, del disastro imminente, la conosco bene...gli ultimi quindici giorni sono stati quanto di peggio possa capitare ad un uomo. Soffrivo in silenzio, non potevo darlo a vedere né a lei e tanto meno ai bambini, io avevo già capito che mancava poco alla fine...ma l'ho dovuto tenere dentro di me, farci i conti, arrivare quasi ad augurarmi che quella sofferenza finisse presto! Ma non lo potevo accettare...in quei giorni mi ritrovavo a fissare la finestra, tante volte l'ho guardata e ho pensato che bastava poco per liberarsi da tutto il peso e il dolore...

Non so se un giorno riuscirò a vivere tutto questo con il giusto distacco, penso e credo che sarà impossibile.
Ma liberarmi di quella sensazione di disastro imminente, quello già sarebbe una gran cosa.

In bocca al lupo, Man!

Grazie e credimi, sento l'aiuto di tutti qui e ora sono sicuro che anche tu avrai una stampella, seppur virtuale, a cui appoggiarti se ne avrai voglia. Non posso nemmeno lontanamente avvicinarmi alla comprensione del dolore che provi, ma posso sentire la tua fatica e la tua sofferenza attraverso ciò che scrivi. Quello che posso dirti è di non mollare per i tuoi bimbi, fatti dare da loro la forza che ti serve, fatti sorreggere quando sei stanco e aggrappati al pensiero di loro quando ti senti giù. Gioca a carte scoperte con loro, i bambini non vanno protetti dal dolore ma vanno aiutati a comprenderlo ed elaborarlo. Papà non è meno forte se è triste e piange, papà è come me, prova ciò che provo io, piange come piango io e quindi è giusto ciò che sento e non mi devo reprimere o nascondere. Dai sincerità e trasparenza ai tuoi figli e loro ti daranno una mano ad uscire dai momenti più bui. Ricorda: è proprio quando pensi di non farcela più che devi essere forte.
Ovviamente sentiti libero di vivere il tutto come ti senti, sono consigli non certo ordini, provo a darti una mano da fuori senza avere la piena consapevolezza della fatica che stai facendo e ci sta che magari ti sembrino tutte parole inutili, le mie.

È il dover tenere dentro tutto quello che mi schiaccia. L'agire normalmente come se niente fosse, ben sapendo che tra poco cambierà tutto mi sta logorando dentro. Cerco di essere normale, qui e fuori, ma è una finta...o meglio, sono io che provo a staccarmi da un problema con la normalità...ma mi sembra di prendere in giro sia me che le persone che mi stanno intorno.
Chiedo scusa a tutti, ma egoisticamente ne ho bisogno. Ho bisogno di far finta che sia tutto normale.

Magic, quando sei alla finestra, non pensare che basterebbe poco per liberarsi del dolore...pensa che basterebbe poco per causarne altro a chi già fatica a sopportare quello che ha. Ora non puoi permetterti di lasciarti andare, arriverà quel giorno e sarà quando sarai di nuovo felice, perché si, un giorno sarai di nuovo felice. Anche se sarà una felicità diversa, perché inevitabilmente oggi sei una persona diversa. Dovrà passare del tempo, ma guarda il lato positivo: il tempo passa sempre, veloce o lento, ma comunque passa.

Ho paura di ciò che sarà, quando il tempo sarà passato anche per me, sò già che avrò un sacco di lavoro da fare per rimettere a posto dei pezzi, ricostruire ciò che si potrà ricostruire e conservare ciò che non si potrà rimettere insieme. Il tutto facendo finta che a me non sia successo nulla, essendo sostegno per altri anche quando avrei bisogno io di essere sorretto. Ma il mio ruolo sarà quello e non posso farmi vedere a terra, perché avrò qualcuno che conta su di me per non cadere. Poi, ci sarà tempo anche per me, nel frattempo dovrò trovare un modo di stare in piedi da solo...
 

giuliosr

Prima squadra
21 Settembre 2017
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Grazie e credimi, sento l'aiuto di tutti qui e ora sono sicuro che anche tu avrai una stampella, seppur virtuale, a cui appoggiarti se ne avrai voglia. Non posso nemmeno lontanamente avvicinarmi alla comprensione del dolore che provi, ma posso sentire la tua fatica e la tua sofferenza attraverso ciò che scrivi. Quello che posso dirti è di non mollare per i tuoi bimbi, fatti dare da loro la forza che ti serve, fatti sorreggere quando sei stanco e aggrappati al pensiero di loro quando ti senti giù. Gioca a carte scoperte con loro, i bambini non vanno protetti dal dolore ma vanno aiutati a comprenderlo ed elaborarlo. Papà non è meno forte se è triste e piange, papà è come me, prova ciò che provo io, piange come piango io e quindi è giusto ciò che sento e non mi devo reprimere o nascondere. Dai sincerità e trasparenza ai tuoi figli e loro ti daranno una mano ad uscire dai momenti più bui. Ricorda: è proprio quando pensi di non farcela più che devi essere forte.
Ovviamente sentiti libero di vivere il tutto come ti senti, sono consigli non certo ordini, provo a darti una mano da fuori senza avere la piena consapevolezza della fatica che stai facendo e ci sta che magari ti sembrino tutte parole inutili, le mie.

È il dover tenere dentro tutto quello che mi schiaccia. L'agire normalmente come se niente fosse, ben sapendo che tra poco cambierà tutto mi sta logorando dentro. Cerco di essere normale, qui e fuori, ma è una finta...o meglio, sono io che provo a staccarmi da un problema con la normalità...ma mi sembra di prendere in giro sia me che le persone che mi stanno intorno.
Chiedo scusa a tutti, ma egoisticamente ne ho bisogno. Ho bisogno di far finta che sia tutto normale.

Magic, quando sei alla finestra, non pensare che basterebbe poco per liberarsi del dolore...pensa che basterebbe poco per causarne altro a chi già fatica a sopportare quello che ha. Ora non puoi permetterti di lasciarti andare, arriverà quel giorno e sarà quando sarai di nuovo felice, perché si, un giorno sarai di nuovo felice. Anche se sarà una felicità diversa, perché inevitabilmente oggi sei una persona diversa. Dovrà passare del tempo, ma guarda il lato positivo: il tempo passa sempre, veloce o lento, ma comunque passa.

Ho paura di ciò che sarà, quando il tempo sarà passato anche per me, sò già che avrò un sacco di lavoro da fare per rimettere a posto dei pezzi, ricostruire ciò che si potrà ricostruire e conservare ciò che non si potrà rimettere insieme. Il tutto facendo finta che a me non sia successo nulla, essendo sostegno per altri anche quando avrei bisogno io di essere sorretto. Ma il mio ruolo sarà quello e non posso farmi vedere a terra, perché avrò qualcuno che conta su di me per non cadere. Poi, ci sarà tempo anche per me, nel frattempo dovrò trovare un modo di stare in piedi da solo...
@Papà_Pig ti sono vicino, non voglio sapere quale sia il tuo problema...qui scrivo poco ma leggo molto, in passato ci siamo pure beccati per vicende calcistiche ma, di fronte alla sofferenza, siamo tutti uguali.

Ti posso dire che so in che stato stai, io da quasi sei mesi ho perso la mia compagna per un brutto male, adesso sono solo con due bambini da crescere. Ti giuro che, malgrado so che devo lottare per loro, che dovrò spaccarmi in quattro per fare meno danni possibili, la tentazione di farla finita aleggia sempre...una gran parte di me se n'è andata quel maledetto 2 maggio...ormai sono un'altra persona, non so nemmeno cosa sono diventato o quello che diventerò.

Però quella sensazione dell'ineluttabile, del disastro imminente, la conosco bene...gli ultimi quindici giorni sono stati quanto di peggio possa capitare ad un uomo. Soffrivo in silenzio, non potevo darlo a vedere né a lei e tanto meno ai bambini, io avevo già capito che mancava poco alla fine...ma l'ho dovuto tenere dentro di me, farci i conti, arrivare quasi ad augurarmi che quella sofferenza finisse presto! Ma non lo potevo accettare...in quei giorni mi ritrovavo a fissare la finestra, tante volte l'ho guardata e ho pensato che bastava poco per liberarsi da tutto il peso e il dolore...

Non so se un giorno riuscirò a vivere tutto questo con il giusto distacco, penso e credo che sarà impossibile.
Ma liberarmi di quella sensazione di disastro imminente, quello già sarebbe una gran cosa.

In bocca al lupo, Man!
Senza voler essere scontati,sappiate che anche per un minuto,anche per il tempo della lettura di ciò che avete scritto,mi sono sentito vicino a voi !Vi auguro di essere forti,di riuscire a superare la sofferenza o perlomeno di riuscire a conviverci.La sofferenza che vuoi o non vuoi è sempre con noi,che fa parte di noi purtroppo,che è intrinseca dentro di noi.Vi rinnovo il mio abbraccio...
 

Deleted_member_16100

Prima squadra
22 Novembre 2014
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9,044
113
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eddisbanfi
@Papà_Pig ti sono vicino, non voglio sapere quale sia il tuo problema...qui scrivo poco ma leggo molto, in passato ci siamo pure beccati per vicende calcistiche ma, di fronte alla sofferenza, siamo tutti uguali.

Ti posso dire che so in che stato stai, io da quasi sei mesi ho perso la mia compagna per un brutto male, adesso sono solo con due bambini da crescere. Ti giuro che, malgrado so che devo lottare per loro, che dovrò spaccarmi in quattro per fare meno danni possibili, la tentazione di farla finita aleggia sempre...una gran parte di me se n'è andata quel maledetto 2 maggio...ormai sono un'altra persona, non so nemmeno cosa sono diventato o quello che diventerò.

Però quella sensazione dell'ineluttabile, del disastro imminente, la conosco bene...gli ultimi quindici giorni sono stati quanto di peggio possa capitare ad un uomo. Soffrivo in silenzio, non potevo darlo a vedere né a lei e tanto meno ai bambini, io avevo già capito che mancava poco alla fine...ma l'ho dovuto tenere dentro di me, farci i conti, arrivare quasi ad augurarmi che quella sofferenza finisse presto! Ma non lo potevo accettare...in quei giorni mi ritrovavo a fissare la finestra, tante volte l'ho guardata e ho pensato che bastava poco per liberarsi da tutto il peso e il dolore...

Non so se un giorno riuscirò a vivere tutto questo con il giusto distacco, penso e credo che sarà impossibile.
Ma liberarmi di quella sensazione di disastro imminente, quello già sarebbe una gran cosa.

In bocca al lupo, Man!

Grazie e credimi, sento l'aiuto di tutti qui e ora sono sicuro che anche tu avrai una stampella, seppur virtuale, a cui appoggiarti se ne avrai voglia. Non posso nemmeno lontanamente avvicinarmi alla comprensione del dolore che provi, ma posso sentire la tua fatica e la tua sofferenza attraverso ciò che scrivi. Quello che posso dirti è di non mollare per i tuoi bimbi, fatti dare da loro la forza che ti serve, fatti sorreggere quando sei stanco e aggrappati al pensiero di loro quando ti senti giù. Gioca a carte scoperte con loro, i bambini non vanno protetti dal dolore ma vanno aiutati a comprenderlo ed elaborarlo. Papà non è meno forte se è triste e piange, papà è come me, prova ciò che provo io, piange come piango io e quindi è giusto ciò che sento e non mi devo reprimere o nascondere. Dai sincerità e trasparenza ai tuoi figli e loro ti daranno una mano ad uscire dai momenti più bui. Ricorda: è proprio quando pensi di non farcela più che devi essere forte.
Ovviamente sentiti libero di vivere il tutto come ti senti, sono consigli non certo ordini, provo a darti una mano da fuori senza avere la piena consapevolezza della fatica che stai facendo e ci sta che magari ti sembrino tutte parole inutili, le mie.

È il dover tenere dentro tutto quello che mi schiaccia. L'agire normalmente come se niente fosse, ben sapendo che tra poco cambierà tutto mi sta logorando dentro. Cerco di essere normale, qui e fuori, ma è una finta...o meglio, sono io che provo a staccarmi da un problema con la normalità...ma mi sembra di prendere in giro sia me che le persone che mi stanno intorno.
Chiedo scusa a tutti, ma egoisticamente ne ho bisogno. Ho bisogno di far finta che sia tutto normale.

Magic, quando sei alla finestra, non pensare che basterebbe poco per liberarsi del dolore...pensa che basterebbe poco per causarne altro a chi già fatica a sopportare quello che ha. Ora non puoi permetterti di lasciarti andare, arriverà quel giorno e sarà quando sarai di nuovo felice, perché si, un giorno sarai di nuovo felice. Anche se sarà una felicità diversa, perché inevitabilmente oggi sei una persona diversa. Dovrà passare del tempo, ma guarda il lato positivo: il tempo passa sempre, veloce o lento, ma comunque passa.

Ho paura di ciò che sarà, quando il tempo sarà passato anche per me, sò già che avrò un sacco di lavoro da fare per rimettere a posto dei pezzi, ricostruire ciò che si potrà ricostruire e conservare ciò che non si potrà rimettere insieme. Il tutto facendo finta che a me non sia successo nulla, essendo sostegno per altri anche quando avrei bisogno io di essere sorretto. Ma il mio ruolo sarà quello e non posso farmi vedere a terra, perché avrò qualcuno che conta su di me per non cadere. Poi, ci sarà tempo anche per me, nel frattempo dovrò trovare un modo di stare in piedi da solo...

Mi associo, un abbraccione a tutti e due.

Io a luglio ho perso mio padre, per una leucemia fulminante che mi ha tenuto per 2 mesi in un limbo di incredulità che veniva messo in scena tra ospedali, pronto soccorso, visite, etc.
Non che voglia fare paragoni o associazioni, ci mancherebbe, io sinceramente sto cercando di afferrare la sofferenza perchè, al momento, sono troppo distaccato, e la cosa non mi piace.

Sappiate che vi penso e vi trovo ugualmente vicini, anche se siamo lontani.
 

Papà_Pig

Prima squadra
10 Settembre 2013
9,680
10,372
113
PSN ID
Sir_Porcillotto
Articolo 8

Riflessione:
Enjoy the Silence

No, questa volta non mi faccio nessuna domanda. Questa volta non c'è qualcosa che vorrei mi aiutaste a capire. Sono ancora nella fase di ricostruzione, anche se ormai è visibile la luce in fondo al tunnel. Come ogni strada che percorriamo, quando arriviamo a un bivio, ciò che ci lasciamo dietro non sarà più come ciò che avremo davanti. Mi sta bene, col tempo ho imparato a fermarmi nella mia zona di confort quel tanto che basta per riprendere fiato prima di esserne di nuovo catapultato fuori, vuoi per un motivo, vuoi per un altro.
Sento spesso parlare del potere delle parole. Una forza reale, che riconosco e che tento di imparare ad usare. Una parola in più può essere una medicina, una parola in più può essere ciò che ti affonda. Le parole sono importanti, sono pesanti, sono taglienti. Bisogna sempre stare attenti a quelle che si usano, ma anche a quelle che NON si usano. Se è vero che parlare ha una sua importanza, è pur vero l'esatto opposto: il silenzio è equamente importante.
Saper parlare bene, sapere usare le parole nel momento giusto, sapere quelle da usare per dare l'effettivo significato dei nostri pensieri a chi ci ascolta è estremamente difficile, ma abbastanza appagante se compreso e usato nel modo giusto. Altro discorso è capire quando tutto ciò è inutile, anzi deleterio. Il silenzio mette a disagio. Il silenzio è vuoto e spesso questa assenza ci disorienta e sentiamo il bisogno di riempirla con qualcosa per forza. Con forza. Il silenzio, però, è importante. Solo restando con lui possiamo capire il suono dei nostri pensieri e tradurli in emozioni, disegnarli in sogni e traslitterarli in forma di parole. Nel silenzio possiamo entrare in contatto con quella parte di noi che non grida, che sussurra o che proprio non parla. La nostra parte "debole", che poi potrebbe essere anche la più forte. La nostra parte "oscura", che poi potrebbe essere la nostra parte più vera. Per essere chi sono non mi riempio di belle parole davanti allo specchio, ma me ne sto solo in silenzio, lasciando che fluiscano i pensieri, lasciando che si esternino le emozioni interiori. Ciò che trovo non sempre mi piace, lo ammetto: ciò che penso di essere non è ciò che vorrei essere e nessuno dei due è ciò che realmente sono. Ciò mi porta a fare cose che non vorrei fare, ma che so di dover fare. Cose che spesso non sono nelle mie corde, ma che ho comunque imparato a suonare. Volente o nolente, ci sono delle regole del gioco che devi rispettare. Se non restassi nel silenzio non riuscirei a riallacciarmi con me stesso e, credo, finirei per perdermi del tutto in ciò che non sono e, soprattutto, in ciò che non voglio essere. Almeno non sempre.
Il silenzio è importante non solo con noi stessi, ma anche con gli altri, con chi abbiamo vicino, con chi sentiamo dentro. Nel silenzio lasciamo agli altri la libertà di esternarsi, di aprirsi, di essere. Nel silenzio possiamo accoglierli, stringerli, abbracciarli. Nel silenzio possiamo ascoltare il battito del loro cuore, i sussurri dei loro pensieri, la timidezza delle loro emozioni. È un collante sociale, l'incastro negativo del puzzle che ci permette di comporre la figura con quello positivo di qualcun altro. È l'oscuro in cui ci spostiamo per lasciare la luce a chi ne ha bisogno.
Paradossalmente si dicono più cose nel silenzio di quante si riesca a comunicarne parlando.
Nel silenzio spero abbiate letto ciò che ho scritto, perché ve lo posso assicurare che nel silenzio io non sono riuscito a scriverlo...vabbè, ho ancora pensieri un pò confusi e disordinati. Mi ci vorrà ancora tempo per sistemare tutto. Tempo e silenzio. Silenzio da tradurre in nuove parole.
 

Magic_Of_Immortality

Prima squadra
22 Luglio 2017
6,603
8,624
113
Articolo 8

Riflessione:
Enjoy the Silence

No, questa volta non mi faccio nessuna domanda. Questa volta non c'è qualcosa che vorrei mi aiutaste a capire. Sono ancora nella fase di ricostruzione, anche se ormai è visibile la luce in fondo al tunnel. Come ogni strada che percorriamo, quando arriviamo a un bivio, ciò che ci lasciamo dietro non sarà più come ciò che avremo davanti. Mi sta bene, col tempo ho imparato a fermarmi nella mia zona di confort quel tanto che basta per riprendere fiato prima di esserne di nuovo catapultato fuori, vuoi per un motivo, vuoi per un altro.
Sento spesso parlare del potere delle parole. Una forza reale, che riconosco e che tento di imparare ad usare. Una parola in più può essere una medicina, una parola in più può essere ciò che ti affonda. Le parole sono importanti, sono pesanti, sono taglienti. Bisogna sempre stare attenti a quelle che si usano, ma anche a quelle che NON si usano. Se è vero che parlare ha una sua importanza, è pur vero l'esatto opposto: il silenzio è equamente importante.
Saper parlare bene, sapere usare le parole nel momento giusto, sapere quelle da usare per dare l'effettivo significato dei nostri pensieri a chi ci ascolta è estremamente difficile, ma abbastanza appagante se compreso e usato nel modo giusto. Altro discorso è capire quando tutto ciò è inutile, anzi deleterio. Il silenzio mette a disagio. Il silenzio è vuoto e spesso questa assenza ci disorienta e sentiamo il bisogno di riempirla con qualcosa per forza. Con forza. Il silenzio, però, è importante. Solo restando con lui possiamo capire il suono dei nostri pensieri e tradurli in emozioni, disegnarli in sogni e traslitterarli in forma di parole. Nel silenzio possiamo entrare in contatto con quella parte di noi che non grida, che sussurra o che proprio non parla. La nostra parte "debole", che poi potrebbe essere anche la più forte. La nostra parte "oscura", che poi potrebbe essere la nostra parte più vera. Per essere chi sono non mi riempio di belle parole davanti allo specchio, ma me ne sto solo in silenzio, lasciando che fluiscano i pensieri, lasciando che si esternino le emozioni interiori. Ciò che trovo non sempre mi piace, lo ammetto: ciò che penso di essere non è ciò che vorrei essere e nessuno dei due è ciò che realmente sono. Ciò mi porta a fare cose che non vorrei fare, ma che so di dover fare. Cose che spesso non sono nelle mie corde, ma che ho comunque imparato a suonare. Volente o nolente, ci sono delle regole del gioco che devi rispettare. Se non restassi nel silenzio non riuscirei a riallacciarmi con me stesso e, credo, finirei per perdermi del tutto in ciò che non sono e, soprattutto, in ciò che non voglio essere. Almeno non sempre.
Il silenzio è importante non solo con noi stessi, ma anche con gli altri, con chi abbiamo vicino, con chi sentiamo dentro. Nel silenzio lasciamo agli altri la libertà di esternarsi, di aprirsi, di essere. Nel silenzio possiamo accoglierli, stringerli, abbracciarli. Nel silenzio possiamo ascoltare il battito del loro cuore, i sussurri dei loro pensieri, la timidezza delle loro emozioni. È un collante sociale, l'incastro negativo del puzzle che ci permette di comporre la figura con quello positivo di qualcun altro. È l'oscuro in cui ci spostiamo per lasciare la luce a chi ne ha bisogno.
Paradossalmente si dicono più cose nel silenzio di quante si riesca a comunicarne parlando.
Nel silenzio spero abbiate letto ciò che ho scritto, perché ve lo posso assicurare che nel silenzio io non sono riuscito a scriverlo...vabbè, ho ancora pensieri un pò confusi e disordinati. Mi ci vorrà ancora tempo per sistemare tutto. Tempo e silenzio. Silenzio da tradurre in nuove parole.
Come sempre pensieri molto profondi ed espressi in maniera molto accurata.. mi piace in particolare la parte dove fai i conti con il proprio "io interiore".. conoscere e magari anche accettare ciò che si è 'per davvero' è un cammino che, spesso, può risultare lungo e tortuoso
 

Papà_Pig

Prima squadra
10 Settembre 2013
9,680
10,372
113
PSN ID
Sir_Porcillotto
Articolo 9

Domanda: perché?


Già, perché? Gira che ti rigira alla fine la domanda più pesante a cui dare una risposta è sempre lei: "perché?"
Non è solo curiosità, sapere il perché è sete di giustizia, è voglia di conoscenza, è l'espressione del nostro diritto di imparare, di sapere; i perché sono i veli dietro i quali crediamo, speriamo di trovare il potere di essere autori e non attori della nostra esistenza. Tutti cercano un perché: dottori che cercano i perché di una malattia per poterla sconfiggere, psicologi che cercano di capire i perché della mente umana, filosofi che cercano i perché della nostra anima e via discorrendo...
Ma il vostro perché? Qual'è? Vedete, non è una semplice domanda retorica o un vano tentativo di dare un tono al discorso, no è più di questo. I perché sono la nostra molla, l'energia elettrica che ci scorre nelle vene, il carburante del nostro cuore. Tutti i perché sono importanti e qualunque risposta data seriamente e con sincerità è quella giusta.
Dal perché ti alzi la mattina alle 5, al perché macchi il caffè col latte; dal perché ami i tuoi figli, al perché hai sposato tua moglie. Sono tanti, sono diversi, alcuni opposti magari, ma ognuno di loro è equamente importante a tutti gli altri e la loro somma sarà il risultato di ciò che siamo, NO: di chi siamo.
Il dato difficile da accettare è che ogni risposta ad un perché sarà inevitabilmente schifosamente egoista. Non potrebbe essere altrimenti, dato che ogni perché ci riguarda e ribalta la nostra visione del mondo, mettendo il focus non più su ciò che ci circonda, ma su ciò che abbiamo dentro. "Perché" è lo specchio del nostro io, è l'occhio che ci scruta, ma saremo pronti ad accettare ciò che troveremo?
Molti sono i perché a cui ho cercato di dare una risposta nel corso degli ultimi (quasi) 40 anni. Molte volte mi sono sorpreso di come, alla fine, io abbia fatto la scelta giusta, nel senso che ho scelto di fare ciò che mi rendeva felice (ebbene sì, lo ammetto: io anelo alla felicità), ma per i motivi sbagliati...o meglio, discutibili. Un esempio banale? All'età di 15 anni iniziai a fare calcio a 5. Eravamo una piccola squadra: 8 giocatori. 5 titolari e 3 riserve. Pochi ma buoni comunque, finimmo secondi perdendo solo la finale...nel primo allenamento l'allenatore ci chiese che ruolo volevamo fare e perché: tutti risposero l'attaccante, perché voglio fare gol (=voglio essere l'eroe, voglio la gloria, voglio le attenzioni). Io fui l'ultimo a rispondere:
Io voglio fare il portiere, perché voglio stare davanti all'attaccante che, dopo aver superato la difesa, tira in porta sicuro di sentire gli applausi e voglio essere lo stronzo che glieli nega.
Si, volevo fare il portiere per rovinare i sogni degli altri. Io volevo essere l'incubo dei miei avversari, io non cercavo la mia gratificazione, ma l'annichilimento di quella altrui. Fare la scelta giusta, per il motivo sbagliato.
È difficile rispondere a certe domande, altre volte è difficile accettare la risposta. Ciò che non dovremmo mai smettere di fare è cercare sempre una soluzione al problema più grande di tutti, una risposta alla domanda che l'uomo si pone fin dall'alba dei tempi: perché?
Non avremo mai ogni risposta ad ogni perché, ma per ognuno a cui daremo voce avremo indietro una tessera del puzzle che ritrae chi siamo. Non restate folli, non restare affamati, restate curiosi. Non è tanto farsi la domanda giusta, è trovare la giusta risposta il vero scopo della questione. Scavate, non fermatevi. Andate in profondità, non fermatevi al primo tesoro scoperto o nella posizione più comoda, quelle sono solo distrattori.
Chiedetelo sempre, esigetelo, pretenderemo: perché? Perché ne vale decisamente la pena...
 

Magic_Of_Immortality

Prima squadra
22 Luglio 2017
6,603
8,624
113
Articolo 9

Domanda: perché?


Già, perché? Gira che ti rigira alla fine la domanda più pesante a cui dare una risposta è sempre lei: "perché?"
Non è solo curiosità, sapere il perché è sete di giustizia, è voglia di conoscenza, è l'espressione del nostro diritto di imparare, di sapere; i perché sono i veli dietro i quali crediamo, speriamo di trovare il potere di essere autori e non attori della nostra esistenza. Tutti cercano un perché: dottori che cercano i perché di una malattia per poterla sconfiggere, psicologi che cercano di capire i perché della mente umana, filosofi che cercano i perché della nostra anima e via discorrendo...
Ma il vostro perché? Qual'è? Vedete, non è una semplice domanda retorica o un vano tentativo di dare un tono al discorso, no è più di questo. I perché sono la nostra molla, l'energia elettrica che ci scorre nelle vene, il carburante del nostro cuore. Tutti i perché sono importanti e qualunque risposta data seriamente e con sincerità è quella giusta.
Dal perché ti alzi la mattina alle 5, al perché macchi il caffè col latte; dal perché ami i tuoi figli, al perché hai sposato tua moglie. Sono tanti, sono diversi, alcuni opposti magari, ma ognuno di loro è equamente importante a tutti gli altri e la loro somma sarà il risultato di ciò che siamo, NO: di chi siamo.
Il dato difficile da accettare è che ogni risposta ad un perché sarà inevitabilmente schifosamente egoista. Non potrebbe essere altrimenti, dato che ogni perché ci riguarda e ribalta la nostra visione del mondo, mettendo il focus non più su ciò che ci circonda, ma su ciò che abbiamo dentro. "Perché" è lo specchio del nostro io, è l'occhio che ci scruta, ma saremo pronti ad accettare ciò che troveremo?
Molti sono i perché a cui ho cercato di dare una risposta nel corso degli ultimi (quasi) 40 anni. Molte volte mi sono sorpreso di come, alla fine, io abbia fatto la scelta giusta, nel senso che ho scelto di fare ciò che mi rendeva felice (ebbene sì, lo ammetto: io anelo alla felicità), ma per i motivi sbagliati...o meglio, discutibili. Un esempio banale? All'età di 15 anni iniziai a fare calcio a 5. Eravamo una piccola squadra: 8 giocatori. 5 titolari e 3 riserve. Pochi ma buoni comunque, finimmo secondi perdendo solo la finale...nel primo allenamento l'allenatore ci chiese che ruolo volevamo fare e perché: tutti risposero l'attaccante, perché voglio fare gol (=voglio essere l'eroe, voglio la gloria, voglio le attenzioni). Io fui l'ultimo a rispondere:
Io voglio fare il portiere, perché voglio stare davanti all'attaccante che, dopo aver superato la difesa, tira in porta sicuro di sentire gli applausi e voglio essere lo stronzo che glieli nega.
Si, volevo fare il portiere per rovinare i sogni degli altri. Io volevo essere l'incubo dei miei avversari, io non cercavo la mia gratificazione, ma l'annichilimento di quella altrui. Fare la scelta giusta, per il motivo sbagliato.
È difficile rispondere a certe domande, altre volte è difficile accettare la risposta. Ciò che non dovremmo mai smettere di fare è cercare sempre una soluzione al problema più grande di tutti, una risposta alla domanda che l'uomo si pone fin dall'alba dei tempi: perché?
Non avremo mai ogni risposta ad ogni perché, ma per ognuno a cui daremo voce avremo indietro una tessera del puzzle che ritrae chi siamo. Non restate folli, non restare affamati, restate curiosi. Non è tanto farsi la domanda giusta, è trovare la giusta risposta il vero scopo della questione. Scavate, non fermatevi. Andate in profondità, non fermatevi al primo tesoro scoperto o nella posizione più comoda, quelle sono solo distrattori.
Chiedetelo sempre, esigetelo, pretenderemo: perché? Perché ne vale decisamente la pena...
Sei meglio di Socrate <3 :rotfl:
 

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