La Grande N - Switchamo!

Peeta

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Segnalo l'uscita di Xenoblade Chronicles X
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Il gioco viene descritto un pò da tutti come un autentico capolavoro. Gdr di stampo ibrido japponese e occidentale.


Xenoblade Chronicles X è un titolo eccezionale, che invece di soccombere sotto il peso delle aspettative si solleva con fierezza, alzando la posta e proponendosi come uno degli JRPG più vasti, completi e appaganti degli ultimi anni. L'estremo livello di personalizzazione sta alla base della natura vincente del progetto: delineandosi perfettamente attorno al giocatore in base alle sue scelte e alle sue esigenze, il titolo risulta praticamente perfetto, qualunque sia il nostro approccio. Senza ombra di dubbio siamo di fronte a un titolo eccelso

Xenoblade Chronicles X è, più che altro, un free roaming in stile The Witcher 3, per nominare un videogioco recente. In un certo senso, è stata questa la più grande scommessa di Monolith Soft e Nintendo: offrire sulla console più sottovalutata della scorsa generazione un vero e proprio kolossal, un titolo di una complessità incredibile pensato soprattutto per una nicchia di giocatori tenaci e intraprendenti.

Xenoblade Chronicles X è un vero e proprio miracolo, talmente è complesso, vasto, ricco e stratificato. Il pianeta Mira è, semplicemente, un incredibile contenitore di avventure, esperienze e scoperte: andate e conquistatelo. La specie umana conta su di voi.

Xenoblade Chronicles X si è rivelato insomma più ambizioso e sorprendentemente meglio riuscito del predecessore su Wii: è senza mezzi termini il miglior gioco pubblicato quest'anno su Wii U ed uno dei giochi di ruolo meglio concepiti degli ultimi anni, capace di riportare il Giappone al pari delle produzioni occidentali (splendida notizia!), superare in qualità Fallout 4 e tanti altri esponenti del genere. Wii U sarà stata anche una console sfortunata dal punto di vista commerciale, ma con Xenoblade Chronicles X mette a segno un altro colpaccio e lascia intendere a chi dichiara di capirci un minimo di videogiochi che questo è un titolo da non lasciarsi assolutamente scappare.
 

Peeta

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Nintendo NX continua a essere un progetto avvolto nel mistero, ma nelle ultime settimane diversi brevetti ci hanno permesso di capire che tipo di console potremmo trovarci di fronte.

Tutte le informazioni riportate da SegmentNext, rivelano nuove caratteristiche della piattaforma e della sua natura portatile e fissa. Ecco i dettagli più interessanti:

Il sistema non sarà formato solo dalla console ma anche da un device supplementare che può essere connesso fisicamente alla console base per garantire ulteriori risorse di calcolo.
L'obiettivo di Nintendo è quello di permettervi di giocare in qualsiasi luogo. Le possibilità di una console (anche) portatile sono quindi parecchie.
La console funzionerebbe in maniera diversa in base a quanto è vicino il device supplementere. Nel caso in cui fosse vicino si occuperebbe del calcolo di ogni elemento, in caso contrario potrebbe occuparsi semplicemente di elementi secondari e meno esosi come gli effetti meteo o la gestione dell'IA.
La console può includere diversi device supplementari per migliorare le capacità generali del sistema. Secondo il brevetto si potranno concatenare questi device in modo da ottenere più potenza.
Naturalmente la console potrebbe rivelarsi molto diversa, ma queste potrebbero essere le linee guida utilizzate per costruire Nintendo NX. Cosa ne pensate?
 

Snake "PES" Plissken

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@Peeta , a che punto sei con Xenoblade?

Poi volevo chiederti, qualunque informazione nuova e reale su NX è ben accetta, dato che sono in un limbo, non so se prendere Wii U (rinunciando a PS4), o aspettare NX, ma non sapendo ancora di cosa si tratta sono indecisissimo.

PS - è ora di cambiare avatar
 

Peeta

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L'ho messo da parte. Purtroppo la coop multi con amici è fatta da cani (che peccato porca miseria, il tipo di gioco sarebbe stato perfetto da questo punto di vista) e visto che l'acquisto era in ottica di giocare qualcosa assieme ad alcuni amici storici, lo abbiamo messo tutti da parte per prendere Monster Hunter :D

Sull'NX si sa poco o nulla Snake, secondo me ti conviene prendere il Wii U in giro sui mercatini riesci a portartelo a casa a prezzi decenti e comunque ci sono ovviamente una manciata di giochi che da soli possono bastare.
Io ragiono sempre in ottica "diversità". Da questo punto di vista se vuoi una seconda console con una filosofia e dei giochi "diversi" il Wii U è perfetto.
 

Peeta

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Riporto un pezzo dei ragazzi di prismomag.com sul nuovo gioco dei pokemon.
Non che sia un appassionato dei mostriciattoli nintendo, seppur da quello che ho sempre letto fossero dei grandi giochi, ma sono rimasto di stucco nel leggere del loro nuovo progetto O__________o


Con Pokemon Go! Nintendo e Niantic uniscono i mostri di Satoshi Tajiri con la tecnologia di John Hanke. Il risultato è un’esperienza di social mobile mai vista prima.

Cosa succederebbe se le sorti del mondo dipendessero dalla coda elettrica di Pikachu? La domanda, in apparenza assurda, è in realtà il pitch alla base di Pokémon Go, l’ultimo episodio di una serie di videogiochi che in quasi vent’anni ha venduto più di 270 milioni di copie, diventando così il secondo franchise di maggior successo della storia videoludica dopoSuper Mario. Non solo: oltre al core business—i videogiochi, appunto— i 751 animaletti partoriti dalla fantasia di Satoshi Tajiri hanno portato a innumerevoli spin-off, serie animate e lungometraggi, diventando così uno dei marchi di maggior successo degli ultimi anni: nel 2013 si è stimato un valore complessivo intorno ai 50 miliardi di dollari, con un fatturato medio di 1,5 miliardi all’anno. Al netto dei conti in banca dei diretti interessati, però, queste cifre sono importanti soprattutto in virtù dell’intergenerazionalità della serie: sono la testimonianza concreta del fatto che molti trentenni condividono la stessa passione per i Pokémon di chi oggi frequenta la prima elementare e che, in certi casi, potrebbe addirittura essere suo figlio. Di conseguenza, continuare a considerare questa serie di prodotti come qualcosa di esclusivamente dedicato ai bambini—o tutt’al più agli adolescenti—è fuorviante e non permette di comprendere la portata di un progetto come Pokémon Go.


Al momento, infatti, tre delle più grandi imprese tecnologiche del mondo—Pokémon Co, Nintendo e Niantic— stanno imbastendo uno dei progetti più ambiziosi del decennio: portare i Pokémon dalle console portatili, cioè da apparecchi dedicati che spesso costano alcune centinaia di dollari e la cui penetrazione è relativamente bassa (circa 54 milioni di unità) agli smartphone,che nel 2016 sfondaranno la barriera dei 2 miliardi di utenti globali. Di primo acchito potrebbe sembrare una mossa puramente economica, ma per quanto le cifre siano di indubbia rilevanza, ciò che rende il progetto interessante—anche per chi non è un fan in senso stretto—è l’uso che promette di fare di tecnologie come la realtà aumentata, la geolocalizzazione e lo storytelling dinamico. In una frase (pardon, un claim): “Imagine the Pokémon in the Real World”.

Immaginiamoli, allora, i Pokémon nella vita reale.
Annunciato agli inizi di settembre, Pokémon Go non ha ancora una data d’uscita certa (per ora è indicato un generico “2016”), ma, data la sua carica innovativa, forse conviene cominciare a ragionare fin d’ora sull’esperimento. Immaginiamoli, allora, i Pokémon nella vita reale.

Collezionali tutti, o anche solo quelli raffigurati qua.
Storie di insetti, Game Boy e miliardiMa prima facciamo un salto indietro nel tempo: Giappone, 1991. Satoshi Tajiri è un game designer in erba con due passioni: i videogiochi, naturalmente, e l’entomologia. Fin da piccolo gli insetti lo hanno sempre affascinato: “Innanzitutto si muovevano in modo buffo ed erano strani; ogni volta che ne trovavo uno nuovo era un mistero per me. […] Spesso li portavo a casa e, più ne collezionavo, più imparavo le loro abitudini, tra cui quella di nutrirsi l’uno dell’altro. […] Scoperte simili mi emozionavano”. Un giorno, ormai adulto, Tajiri vede due ragazzini sfidarsi al Game Boy tramite il Game Link e, constatato che sempre meno giovani passano le loro giornate a cercare cicale nei prati, ha una visione: e se esistessero degli insetti digitali che si possono scambiare attraverso un cavo? In tal modo, forse, quei ragazzini—più figli dei salotti che dei campi—avrebbero potuto rivivere le emozioni che lui aveva provato vent’anni prima: un’idea semplice, ma che proprio in virtù della sua semplicità avrebbe potuto funzionare.

Così, il Nostro bussa alla porta della Nintendo. Una scelta obbligata, essendo la produttrice del Game Boy, ma anche qualcosa di più: nei primi anni 90 in tutto il Giappone non esiste una software house che sia tanto florida economicamente quanto aperta creativamente. E infatti, dopo qualche perplessità, la Big N non solo accetta di produrre il gioco, ma gli affianca anche la sua eminenza grigia, quel Shigeru Miyamoto che tante affinità filosofiche ha in comune con Tajiri (una su tutte: trasformare aspetti della propria infanzia in videogiochi). Nei cinque anni successivi le idee base vengono rifinite e arricchite da altre meccaniche di gioco: gli insetti—diventati nel frattempo animali immaginari—ora combattono tra loro seguendo alcune regole dei giochi di ruolo in stile giapponese, come gli scontri a turni e un sistema di poteri e debolezze basato sulla morra cinese, e fanno capo a un padrone umano che a sua volta deve affrontare altri “allevatori” come lui. In nessun caso, comunque, gli scontri portano alla morte di chicchessia: sconfitta la creatura dell’avversario, essa va ad aggiungersi alla propria scuderia (una nonviolenza dovuta tanto alla volontà del creatore quanto, suppongo, all’ufficio marketing di Nintendo).


Il gioco avrebbe dovuto intitolarsi “Pocket Monsters”, ma a ridosso della pubblicazione si scopre che in America quel nome è già stato brevettato dallo scrittore per ragazzi Roald Dahl; così, in un misto di ingegno e pigrizia, prima si decide di optare per la contrazione “PockeMon”, e poi, al fine di renderlo più riconoscibile—e risparmiare un po’ di spazio sul minuscolo schermo del Game Boy—Pokémon. Il primo episodio della serie, Pokémon Rosso e Blu (la suddivisione del gioco in due versioni, suggerita da Miyamoto per incentivare lo scambio tra giocatori, diverrà una costante) esce in Giappone nel 1996 e, due anni dopo, nel resto del mondo. Fin da subito è un successo senza pari: vende più di 30 milioni di copie, facendo perdere ad altrettanti ragazzi interi pomeriggi e merende al solo scopo di catturare tutti i 151 animali originali nascosti tra i pixel del Game Boy.

Quel gioco semplice pensato per ragazzini si rivela fin da subito un successo senza pari.
Gli anni successivi confermano il plauso di critica e pubblico, che cresce al punto tale da elevare il franchise a vera e propria icona intergenerazionale; in 19 anni sono apparsi 16 giochi della serie principale, oltre 40 spin-off, carte da gioco, anime per la televisione, film e tutto il bagaglio di merchandising tradizionale (abbigliamento, zaini, accessori e quant’altro). Sì, forse è nato come un gioco semplice pensato per ragazzini, ma ormai è diventato qualcosa di ben diverso e di più grande; del resto, lo stesso mondo che a suo tempo accolse la prima generazione di mostri in codice binario non è più lo stesso. Pur con questa eredità alle spalle, l’evoluzione promessa daGo! è però qualcosa di ancora più grande, il cui impatto potrebbe essere parificabile con quello avuto dal primo gioco della serie.

Pikachu e Mewtwo si prenderanno a sberle nella realtà aumentata.
Accoppiamento PokémonCome già accennato, Go! non sarà un gioco tradizionale per console, bensì un’app per cellulari, ed è qui che le cose si fanno interessanti. Anziché limitarsi a un semplice porting, Nintendo e Pokémon Co hanno coinvolto nel progetto una terza compagnia che a pochi dirà qualcosa, Niantic. Eppure dovrebbe: il suo fondatore è John Hanke, ex pezzo-da-novanta di Google, nonché la mente dietro a tutto quello che è la geolocalizzazione secondo Mountain View (a lui si devono Google Earth, Google Maps e Streetview). La sua azienda, fondata nel 2010 come startup interna a Google e successivamente resasi indipendente, si specializza in tutto ciò che ha a che fare con la realtà aumentata. Nel novembre 2012 pubblica per Android e iOS uno dei primissimi ARMG (Augmented Reality Mobile Game), Ingress, in cui gli utenti sono suddivisi in due fazioni contrapposte che devono “sottrarre” il territori al nemico occupando dei luoghi prestabiliti—piazze, strade, monumenti e così via—in tutto il mondo.

Il meccanismo è, a grandi linee, il seguente: cellulare alla mano, si registra la propria presenza presso una location sulla mappa tramite GPS, così facendo la si “occupa”. Dopodiché si erigono delle difese attorno ad essa, la cui efficacia dipende dal livello del singolo giocatore; per espugnarla, la fazione avversaria deve distruggere le difese con armi che sono a sua volta legate al livello degli aggressori. Semplice.

La mappa di Milano vista con gli occhi di Ingress.
In Ingress, però, più che le meccaniche di gioco sono importanti le dinamiche secondarie: la sinergia tra mondo digitale e mondo reale non si limita allo schermo del proprio smartphone o alle statistiche registrate nei server di Niantic, bensì si estende ai rapporti tra persone. Già un paio di anni fa, nella città in cui abitavo, diversi amici giravano vicoli e piazze alla ricerca di punti strategici da conquistare. Inoltre, tra gli appassionati è comune ritrovarsi periodicamente per delle sessioni di conquista che poi diventano—di fatto—dei momenti di socializzazione. Ciò detto, comincia a diventare chiaro l’apporto che l’alfabeto di Niantic e Hanke porteranno all’ecosistema dei Pokémon, e in tal senso le parole pronunciate da Tsunekazu Ishihara (CEO di Pokémon Company) alla conferenza stampa in cui è stata ufficializzata la joint venture con Niantic sono suonate sincere e veritiere: “L’investimento strategico di Pokémon in Niantic pone la basi per un’esperienza di social mobile che il mondo non ha mai visto prima. Pokémon Company si è impegnata a collaborare con compagnie come Niantic che condividono lo stesso spirito di community e innovazione”.

Realtà e aspettativeLa partnership con Niantic non fa che rafforzare le speranze che quanto visto nel primo trailer di Pokémon Go!, apparso su Youtube a settembre 2015, possa avverarsi. Per i fan, la sola idea di poter incontrare Pikachu in un vicolo di Tokyo o dietro il giardino di casa è una bomba. Tuttavia, al di là delle aspettative, i fatti per ora sono pochi. Ciò che si evince dal trailer e dalla rispettiva conferenza stampa è questo: Pokémon Go! sarà appunto un’app gratuita per iOS e Android, basata sull’interazione tra GPS dello smartphone e giocatori, che sfrutterà la realtà aumentata per inserire dei Pokémon nel mondo reale, consentendo agli utenti di collezionarli e farli sfidare via etere. Per trovarli (senza dover guardare il telefono ogni tre minuti) sarà possibile dotarsi di un dispositivo a forma di Pocket Ball, il braccialetto Pokémon Go Plus!, che avviserà l’utente quando c’è una delle creature nei paraggi. Ultima, ma non per importanza, la possibilità di fare acquisti via app—perché va bene tutto, ma da qualche parte i soldi si devono pur fare.

L’elegante accessorio da polso Pokémon Go! Plus.
Oltre a queste poche informazioni per ora non si sa nulla, ma, com’è inevitabile, il gran galà delle speculazioni ha già aperto le danze. Moltissimi youtuber hanno messo a scandaglio ogni frame del video ufficiale e sui forum dedicati si rincorrono voci di corridoio, ipotesi e fantasie: Android e iOS potranno comunicare tra loro; gli oggetti a pagamento saranno sfere Poké e oggetti per potenziare il proprio branco; i profili dei singoli utenti saranno altamente personalizzabili; si potrà sfidare liberamente chiunque si incontri sulla propria strada; la natura dei singoli Pokémon dipenderà da dove ci si trova e via così, in un rincorrersi di deduzioni più o meno giuste e speranze più o meno lecite. Inoltre, alla luce delle strategie di marketing utilizzate in passato da Nintendo e Pokémon Co, l’organizzazione di grandi eventi durante i quali sarà possibile catturare Pokémon rari è quasi una certezza: alla fine del trailer si vede Times Square invasa da allenatori, uniti insieme per catturare Mewtwo, uno dei Pokémon più ricercati.

L’investimento strategico di Pokémon in Niantic pone la basi per un’esperienza di social mobile che il mondo non ha mai visto prima.
Il mondo che saràInsieme a due amici, un urbanista e un economista (fan di lunga data dei Pokémon), ho provato a speculare sulle implicazioni a breve e lungo termine di questo progetto, e la prima cosa da dire in merito è che si tratta di una rivoluzione. Vista la caratura degli sviluppatori e il numero di fan che portano in dote, è lecito immaginare che nel prossimo futuro milioni di persone cammineranno per città, per borghi o su sentieri di montagna alla ricerca di qualche Pokémon che manca alla loro collezione, rileggendo così i concetti di spazio, geografia e identità dei luoghi sotto una nuova luce. Per esempio, c’è già chi immagina promoter immobiliari che vendono spazi nei quali la concentrazione di Pokémon è più alta, oppure guide alpine 2.0 che accompagnano allenatori in cerca dell’evoluzione di Charmander, nonché tour operator con pacchetti safari “reality augmented”.

Grazie a Pokémon Go! perfino l’Arthur Johnson Park di Gardena, CA sembra un posto allegro.
Al di là del gioco in quanto tale, inoltre, il successo dell’app evidenzierà le possibili sinergie tra virtuale e reale, contribuendo così all’erosione del confine che è già in atto da diversi anni; nuove professioni emergeranno, per esempio quella di trader di Pokémon, ed è plausibile che—come avviene da tempo per giochi come EVE Online—nascerà una nuova economia virtuale che marcia di pari passo con quella reale; già in passato è stato florido il mercato legato allavendita degli account di giochi popolari come WOW, perciò è lecito immaginare quanto potrebbe valere un MewTwo allenato a dovere. Inoltre, il prevedibile riscontro di pubblico incentiverà i produttori di supporti—dagli smartphone a quello che verrà dopo Google Glass—a migliorarne le prestazioni aprendosi a un utilizzo più massiccio e organico della realtà aumentata (oggi c’è chi gioca a scacchi con pezzi in binario: un esempio su tutti la start-upMeta, che sviluppa progetti tra realtà aumentata e ologrammi e ha da poco lanciato la campagna “Become a Pioneer”).

Nel prossimo futuro milioni di persone cammineranno per città, borghi e sentieri alla ricerca di qualche Pokémon che manca alla loro collezione, rileggendo il concetto di spazio sotto una nuova luce.
Pokémon Go! è quindi sì un gioco, ma è soprattutto la materializzazione di ciò che fino a 15 anni fa si credeva impossibile: far convergere due tipi di realtà in un unico elemento, rendendolo disponibile a tutti. Com’è ovvio, non si tratta dell’applicazione definitiva di queste dinamiche, bensì della loro versione più commerciabile e popolare—cosa assai più importante agli esordi di una nuova tecnologia—che trasformerà i sogni della mia generazione nella routine dell’attuale. Il futuro si svela, si lascia cogliere e intuire anche e sopratutto da eventi e annunci come questo.

Pika!
Insomma, prima ancora di vedere la luce Pokémon Go! ha già compiuto il suo dovere: insinuare un nuovo paradigma di gioco e, soprattutto, di socialità nella cultura contemporanea. Dopo il suo passaggio resteranno solo sparute sacche di resistenti a reclamare il diritto a una realtà diminuita.
 

Snake "PES" Plissken

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Già creato e pubblicato un livello di Super Mario Maker, molto elementare perchè sono all'inizio, ma il primo step è fatto

Manca sul forum la possibilità di inserire il nick Nintendo, triste non trovare?!?!
 

Peeta

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Già creato e pubblicato un livello di Super Mario Maker, molto elementare perchè sono all'inizio, ma il primo step è fatto

Manca sul forum la possibilità di inserire il nick Nintendo, triste non trovare?!?!

Prima o poi lo accatterò pure io.

Comunque guarda qua:

http://multiplayer.it/notizie/16286...elano-le-vendite-di-wii-u-e-nintendo-3ds.html

12 milioni e mezzo sono veramente una miseria. Incredibile il dislivello rispetto al Wii. Ovviamente era un risultato anomalo in positivo quello del Wii e di conseguenza è anomalo in negativo quello di questo WiiU.
Tanti gli errori fatti dalla grande N, partendo in primis dal nome della console che tanti problemi procurò il primo anno.

Da notare comunque i quasi 5 milioni venduti da Splatoon ed i 3 da Mario Maker. Numeri stratosferici pensando alla base installata. Come se Bloodborne avesse venduto 20 milioni di copie. Che poi anzi nemmeno, visto che Splatoon era una nuova ip.
 

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Prima o poi lo accatterò pure io.

Comunque guarda qua:

http://multiplayer.it/notizie/16286...elano-le-vendite-di-wii-u-e-nintendo-3ds.html

12 milioni e mezzo sono veramente una miseria. Incredibile il dislivello rispetto al Wii. Ovviamente era un risultato anomalo in positivo quello del Wii e di conseguenza è anomalo in negativo quello di questo WiiU.
Tanti gli errori fatti dalla grande N, partendo in primis dal nome della console che tanti problemi procurò il primo anno.

Da notare comunque i quasi 5 milioni venduti da Splatoon ed i 3 da Mario Maker. Numeri stratosferici pensando alla base installata. Come se Bloodborne avesse venduto 20 milioni di copie. Che poi anzi nemmeno, visto che Splatoon era una nuova ip.
E' un casino, Wii ha venduto molto grazie alle masse casual e ai suoi Wii Sport, Resort, Just Dance, e via dicendo, oltre al fattore modifica, cosa che veniva spesso richiesta all'acquisto della console; con Wii U hanno sbagliato con il nome, con la pubblicità, a non farsi notare meglio o aiutare le terze parti (ridicolo che l'unico gioco di calcio uscito sia FIFA 13, che non è altro che FIFA 12 aggiornato, ma davvero, non come si dice spesso con ironia) e comunque fa tristezza se si pensa che come esclusive sia messa meglio di tutte le console nuove, poi l'ignoranza è un male, ancora c'è gente convinta che Mario e Co. siano giochi per bambini, mentre in realtà sono più impegnativi di quasi tutto ciò che è uscito; cioè solo la quaterna Super Mario 3d world, Donkey Kong Tropical Freeze, Bayonetta 2 e Mario Kart 8 meritano (obbligano al)l'acquisto della console, e non dimentichiamo Captain Toad, Wonderful 101, Xenoblade Chronicles X, Super Smash Bros, Zelda Wind Waker HD, il prossimo nuovo Zelda
 

Peeta

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Tutti grandissimi giochi. Effettivamente a livello di esclusive, al di la dei gusti, sovrasta sia ps4 che one.
 

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Peeta tu aggiungimi, su Wii U sono Montipuzz, e se un giorno recupererai Super Mario Maker, cerca FSML, il mio livello semplice ed immediato (se non lo cancellano prima)

Ho visto livelli creati da giapponesi che voi umani non potreste immaginarvi, altro che navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione e raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhäuser, Roy Batty rimarrebbe scioccato.
 

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The Legend of Zelda Twilight Princess HD


jpg


04/03/2016

60€ Versione con Amiibo
50€ Versione liscia


C'è poco da dire, si tratta di un'avventura di Link, uno dei personaggi iconici di Nintendo, in uno dei capitoli più interessanti (in realtà quale non lo è?), ma per molti addetti ai lavori, e utenti, è una delle migliori, che ci terrà incollati, magicamente, emozionalmente e tutto ciò che colpisce la nostra sensibilità videoludica, per decine, decine e decine di ore.
Uscito a cavallo tra Gamecube e Wii (in realtà per entrambe le console), si appresta ora ad uscire su Wii U, quindi in grafica migliorata, ritorno alla normalità, cioè, nel passaggio da GC a Wii, cambiarono il gameplay e la grafica in modo "speculare", per adattarlo ai comandi Wiimote+nunchuk, qui invece torniamo al gioco originale GC, ripulito e disegnato per WiiU, ergo per l'HD.​




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Screen-Shot-2015-11-12-at-2.02.36-PM.png

princess-zelda.jpg



La prima ora di gioco

Unboxing della versione limited con Amiibo*






*Ricordo che l'utilizzo dell'amiibo di Wolf Link permetterà di accedere ad un nuovo dungeon, chiamato "La cava del crepuscolo". Inoltre gli amiibo di Link, Toon Link, Zelda e Sheik potranno aiutare il giocatore fornendogli frecce e cuori per ripristinare l'energia.
Infine, sarà presente una "modalità eroe" che al momento non sappiamo ancora di cosa si tratti esattamente ed è stato specificato che il GamePad sarà utilizzato per la gestione dell'inventario.
 
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Porco miseria quante ora che ci ho fatto... Ed è l'unico Zelda che non ho finito :(
 

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