Cronistoria Giornalismo Videoludico

Peeta

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16 Giugno 2012
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http://www.prismomag.com/riviste-di-videogiochi-in-italia/

Parla Riccardo Albini, il fondatore della prima rivista di gaming italiana, Video Giochi, nonché uno dei massimi protagonisti dell’editoria specializzata. Con lui ripercorriamo vent’anni di storia di PC, console e giornalismo.

Come spesso accade a chi torna nella stanza di quand’era sbarbato, qualche tempo fa, frugando alla ricerca di tutt’altro, ho ritrovato alcune delle riviste di videogiochi che compravo da piccolo:Consolemania, The Games Machine, Game Power, K e qualche costosissima edizione di Mean Machines. Per quanto detesti la nostalgia, la scoperta mi ha arrecato sufficiente piacere da spingermi a dar loro una rapida lettura, facendomi riflettere su come è cambiato il modo di scrivere di videogiochi negli ultimi vent’anni. Prendete una recensione da una qualsiasi rivista di fine anni ‘80/primi anni ‘90 e paragonatela a una tratta da Spaziogames o Multiplayer: tra i due approcci c’è un abisso contrassegnato, prima ancora che dalla diversità dei mezzi usati, dai toni adoperati e dal linguaggio: semplicemente perché laddove chi scriveva articoli nel 1990 si rivolgeva perlopiù a ragazzini, il redattore che oggi manda online un pezzo – o un video – deve mettere in conto di avere tra i propri lettori anche numerosi trenta/quarantenni. Questa differenza, riscontrabile da chiunque visiti archivi come www.retroedicola.it owww.oldgamesitalia.net (da cui è tratta la maggioranza delle immagini di questo articolo), rappresenta finora l’unico segno tangibile dell’evoluzione del mercato videoludico del Belpaese.

Ripercorrere i mutamenti di una società e di alcuni suoi fenomeni attraverso la stampa è una prassi che da tempo si fa con i quotidiani – di recente, nel validissimo Ne ammazza più la pennadi Pier Luigi Vercesi – ed è solo questione di tempo prima che qualche azzimato (ex) smanettone lo faccia con i videogiochi. Nell’attesa che ciò avvenga, anche solo bagnarsi i piedi in un passato che ormai appare remoto può essere comunque utile.

Com’è ovvio, non ci si può però accontentare delle proprie memorie, a maggior ragione quando esse lasciano in bianco dieci anni abbondanti di giornalismo videoludico. Si deve partire dal principio, e per farlo non c’è persona migliore di Riccardo Albini, milanese, classe ‘53: noto al grande pubblico per essere l’inventore del Fantacalcio, è anche e soprattutto il decano del giornalismo videoludico italiano. Nei primi anni ‘80 fonda, assieme a Benedetta Torrani e Stefano Guadagni, lo Studio Vit, sotto la cui egida nasceranno, nel corso dei successivi vent’anni, alcune delle più importanti riviste del settore: Video Giochi (la prima in assoluto in Italia),Zzap!, K, Game Power, Playstation Magazine Ufficiale e, infine, Zeta. Il denominatore comune di queste testate si ritrova nella direzione editoriale di Albini, che inventa, riadatta e rifinisce format editoriali che diverranno fin da subito punti di riferimento per l’intero settore; il suo contributo professionale non si limita però solo a questo, ma va anche a toccare almeno due generazioni di giornalisti che, spesso ancora giovanissimi, sotto la sua guida trovano un mestiere che prima – semplicemente – non esisteva.



La novità del CD interattivo.


Prismo: Partiamo dalle basi: qual è stato il tuo percorso di studi? Avevi in mente fin da subito di diventare giornalista?Riccardo Albini: No, in realtà ho cominciato per caso: frequentavo lingue e letterature straniere alla Statale, ma in parallelo seguivo dei corsi di tecniche audiovisive che mi avevano avvicinato alle prime telecamere portatili da mezzo pollice a bobina aperta, soprattutto le Akai. Forte di queste conoscenze, nel settembre del 1977, su invito di alcuni amici del giro di Radio Alice, mi recai a Bologna per filmare il convegno contro la repressione che si tenne al Palazzetto dello Sport; oggi saremmo dei videomaker, ma al tempo ci chiamavamo – da videotape – videoteppisti. Il caso volle che anche la Rai fosse lì a documentare quei giorni e che – per ottenere l’agibilità a girare – si fosse impegnata a includere nel suo programma quindici minuti di montato “del movimento”, cosa che effettivamente avvenne.


L'articolo è molto più lungo, meglio proseguire sul loro sito.
http://www.prismomag.com/riviste-di-videogiochi-in-italia/

Molto interessante e che ricordi...