C'era una volta...
C’era una volta il Vicenza calcio, quello di un secondo posto in Serie A, di una Coppa Italia vinta contro il Napoli e dell’Europa l’anno successivo, nella Coppa delle Coppe. C’era un volta il miracolo di una provinciale finita a lottare insieme ai giganti, e contro i giganti del calcio, italiano e non solo, e per informazioni chiedere al Chelsea di Vialli e Zola. Eppure 116 anni di storia partono da lontano, proprio ora che l’Associazione Italiana Calciatori ha annunciato che i giocatori biancorossi sciopereranno per il mancato pagamento degli stipendi. E' una storia di grandi calciatori quella del Vicenza, che poi la storia l’hanno scritta davvero, lì e altrove. Come, ad esempio,
Massimo Ambrosini, che ci gioca un anno in prestito.
Lamberto Zauli, uno chiamato "lo Zidane della Serie B", 117 presenze e 15 gol.
Giorgio Sterchele e Mimmo Di Carlo, entrambi nella top 5 di presenze nel club.
Luca Toni, che esordisce in A proprio in biancorosso nel 2000. E poi c’è anche
Paolo Rossi, in tema di bomber, l’eroe Mondiale che a Vicenza segna come mai aveva fatto (e farà) in tutta la sua carriera: prima 21 gol in Serie B per la promozione nel 1977, dunque 24 in Serie A, solo l’anno dopo, per un secondo posto da neopromossa alle spalle della Juventus che ha il sapore del miracolo.
Infine anche
Roberto Baggio, un calciatore che è di tutti ed è amato da tutti, a 13 anni passa dal Caldogno al Vicenza per 500.000 lire.
Lì gioca i primi tre anni di carriera, fino a spiccare il volo verso il Pallone d’Oro che arriverà più avanti nel tempo. Una storia di campioni che fa scendere anche qualche lacrima, di nostalgia e di dispiacere.
Il miracolo del secondo posto
La fondazione è nel 1902, ma la prima svolta significativa in era moderna è quella del 1953, quando la squadra diventa la prima di sempre ad essere sponsorizzata. Fino al 1990 infatti i biancorossi cambiano nome in Lanerossi Vicenza, merito del
maglificio Lanerossi di Schio che proprio il 26 giugno del 1953 rileva la società. L’azienda è fiorente, e dei piccoli capannoni si trasformano presto in un realtà che diventa leader del settore tessile, in Italia e in Europa. In autentica realtà, poi, si trasforma anche il Vicenza calcio, che subito dall’anno successivo ottiene la promozione in A, e nella massima divisione del calcio italiano ci rimane per venti stagioni consecutive, fino al 1975. Poi arriva proprio quel miracolo: due anni in B, la risalita guidata da Paolo Rossi e
il secondo posto in campionato nel 1978, da neopromossa.
È lì che la squadra diventa “la nobile provinciale”, guidata da Giovan Battista Fabbri, e capace di mandare in rete ben dieci calciatori diversi, tutti meno il portiere e il libero Carrera, col primato di migliore attacco assoluto. Quasi l’apice sportivo del Vicenza, già, quasi… perché vent’anni dopo ci sarà anche un trofeo da poter sollevare.
Europa
Passano gli anni ed è ancora il Vicenza ad essere pioniere del calcio italiano, l’ingresso di una società straniera nel nostro calcio parte proprio da lì, quando nel 1997 la società britannica ENIC (finanziaria nel campo del petrolio) rileva la maggioranza delle quote azionarie del club. La proiezione è quella verso il successo, ma il tempo sarà avaro di soddisfazioni. Eppure la squadra aveva appena vinto quella Coppa Italia. Stagione 1996/97 in finale all’andata vince il Napoli con un gol di Pecchia, ma al ritorno gli eroi sono Maurizio Rossi, Giampiero Maini e Alessandro Iannuzzi:
finisce 3-0, ed è festa grande per la città.
L’anno dopo, poi, è anche quello dell’Europa: un grande sogno che si avvera, l’ennesimo. I biancorossi sono allenati da un certo Francesco Guidolin, e nella ormai defunta Coppa delle Coppe eliminano prima il Legia Varsavia, dunque lo Shakhtar Donetsk e il Roda Kerkade.
Il traguardo? Si chiama semifinale, e contro c’è un big della Premier: il Chelsea di Vialli e Zola. All’andata allo stadio Romeo Menti vincono addirittura i biancorossi: rete di Zauli dopo 16 minuti. L’impresa sembra vicina, e al ritorno Pasquale Luiso segna ancora il gol del vantaggio, ma è tutto vano. Poyet, Zola e Hughes ribaltano la partita, e volano verso una finale che vinceranno. Poco male, la storia è stata scritta, come forse mai prima d’ora. E il futuro sembrava roseo, già, sembrava…
Con il sopravvenuto addio di Guidolin, l'annata successivo sancì la fine di questo ciclo berico, con una retrocessione seguita, però, da un'immediata promozione grazie alla vittoria del campionato di Serie B 1999/2000, con il tecnico Edoardo Reja in panchina e un prolifico attacco in cui si distinsero Gianni Comandini, il solito Luiso e il giovane Christian Bucchi. Durò, tuttavia, solo un anno la permanenza in Serie A, poiché la stagione 2000/2001 si concluse con una nuova retrocessione tra i cadetti.
Nel dicembre 2004 avvenne il ritorno della società in mano di imprenditori locali e la nomina a presidente di Sergio Cassingena. Da questo momento la storia del Vicenza vide un decennio in Serie B fatto di salvezze in extremis e tre retrocessioni sul campo di cui due, nel 2005 e nel 2012, poi annullate grazie a sopraggiunti illeciti sportivi di altre squadre. Nel 2013 questo decennio si chiuse con il definitivo declassamento in terza serie a causa di ciclici problemi finanziari, che determinarono un pesante passivo nelle casse societarie.
Negli anni in Serie C il Vicenza fu allenato dall'ex capitano biancorosso Lopez.
Al termine del campionato 2013-2014 il Vicenza perse i play-off contro il Savona per la promozione in serie cadetta, ma venne ripescato in serie B in sostituzione del fallito.
Nel campionato cadetto 2014-2015 la formazione si risollevò terminando al terzo posto, ma furono ancora fatali i play-off, stavolta contro il Pescara.
Nel 2017 i biancorossi, nel frattempo rilevati da una nuova cordata di imprenditori vicentini, retrocesse in Serie C, fatto che acuì ulteriormente la crisi economica del club.
Dichiarato fallito e messo in esercizio provvisorio, nel 2018 il Vicenza rischiò addirittura la retrocessione in quarta serie, ma riuscì a salvarsi vincendo il doppio spareggio salvezza contro il Santarcangelo. Cessate definitivamente le attività sociali, il titolo sportivo del club viene ritirato dalla Federazione Italiana Giuoco Calcio.
A campionato concluso l'imprenditore Renzo Rosso acquistò il ramo societario dell'azienda biancorossa e lo conferì a un'altra squadra di sua proprietà, il Bassano, che grazie ad una deroga federale si trasferì a Vicenza e cambiò denominazione in
L.R. Vicenza Virtus, ponendosi come erede de facto della storica tradizione calcistica berica.
Il Vicenza poté così rimanere in Serie C ed iscriversi al campionato 2018/19 utilizzando però la matricola sportiva del Bassano (questo a sua volta rifondato e ripartito dalle divisioni dilettantistiche venete). Il primo anno della gestione Rosso terminò con la qualificazione al primo turno dei play-off, disputato a Ravenna e terminato sull'1-1: ciò comportò l'eliminazione dei berici per via del peggiore piazzamento in classifica.
Storia recente...
La stagione regolare 2019/20, sotto la guida del tecnico Domenico Di Carlo, ex calciatore biancorosso, si interrompe in anticipo a causa della sospensione del campionato dovuta alla pandemia di COVID-19, ma, trovandosi al primo posto in classifica al momento dell'interruzione del torneo, il Vicenza viene dichiarato vincitore del girone B di Serie C dal Consiglio federale della Federazione Italiana Giuoco Calcio, che ufficializza la promozione del club in Serie B.
Il 9 febbraio 2021 l'Assemblea dei Soci apporta la modifica della denominazione sociale in
L.R. Vicenza S.p.A.
Nell'estate del 2021 la società comunica l'esonero di Di Carlo e l'arrivo di Daniele De Rossi sulla panchina del Vicenza, alla sua prima esperienza da allenatore dopo aver fatto l'assistente a Roberto Mancini nella nazionale italiana.
Articolo preso e rivisitato dal web