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PES 2017 – La nostra anteprima

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La settimana scorsa il nostro Jacopo “jappyjoker” Bellomi è tornato a Milano per provare una nuova versione di PES 2017. Di seguito le sue impressioni su questa build del prossimo capitolo della serie. Prima di lasciarvi alle sue parole, vi ricordiamo che tra due settimane ci sarà il Gamescom a Colonia, durante il quale arriveranno news su PES 2017. Seguiteci su facebook per restare aggiornati a riguardo.

PES 2017 – Le impressioni di Jacopo Bellomi

Siamo tornati a Milano, negli studi di Halifax Italia, per provare una nuova versione di PES 2017! Questa volta, ad attenderci, oltre ai gentilissimi ragazzi dello staff, c’erano anche Adam Bhatti, Jay Boor e Manorito Hosoda, rispettivamente PES Global Product & Brand Manager, PR Director e PES Marketing Producer, che ringraziamo per la disponibilità.

Cominciamo con la presentazione della Premium Partnership con il Barcellona da parte di Manorito Hosoda, puntualmente tradotto in lingua inglese. Hosoda-san ci spiega che questo accordo ha una doppia valenza: Konami ottiene il pieno supporto per ricreare il club nel modo più dettagliato all’interno del videogioco e, di conseguenza, fornisce visibilità ai blaugrana, attraverso iniziative di cui parleremo tra qualche riga.

È grazie a questa collaborazione se in PES 2017 ci sarà in esclusiva il Camp Nou, ricreato nei minimi dettagli anche per quanto riguarda la zona adiacente allo stadio e visibile dalle inquadrature aeree ad inizio partita. Sarà presente anche l’inno ufficiale del Barcellona, oltre ad alcuni cori personalizzati per determinati giocatori – Iniesta ad esempio – inoltre l’accordo con il club catalano ha permesso di lavorare in modo ancora più approfondito sui dettagli dei giocatori e sui loro volti, come si può vedere dalle immagini del 3D Photo Scan di Messi e compagni.

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Passiamo poi alle nuove leggende per la modalità myClub. Ronaldo (il fenomeno!), Rivaldo, Guardiola, Xavi, Ronaldinho e Pujol, riprodotti con animazioni e stili di gioco personalizzati, saranno solo alcuni degli ex giocatori del Barça che si potranno trovare esclusivamente in myClub, ma Hosoda ha chiarito che le leggende saranno oltre 20! In aggiunta, in PES 2017 saranno disponibili le divise storiche blaugrana, relative alle stagioni ‘82/83, ‘91/92, ‘96/97 e ‘99/00.

Chiudiamo la presentazione con una nota di Hosoda, il quale afferma che questa strategia commerciale mira anche a far interessare altri club attraverso la promozione nel gioco. A questo proposito ci svela che c’è già qualche contatto con alcune squadre, ma che per tutte le novità bisognerà aspettare il Gamescom di Colonia.

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È ora di provare questa nuova versione di PES 2017! Prima però, se non l’avete ancora fatto, vi consiglio di leggere le impressioni relative allo scorso playtest: quella versione mi aveva stupito sotto molti aspetti e devo dire che è stata ulteriormente migliorata.

Partiamo dalla schermata iniziale, che ora vede protagonista proprio lo stadio del Barcellona, il Camp Nou, e proseguiamo verso la selezione del controller: tutte le impostazioni personali sono rimaste invariate dalla build di giugno, quindi, per non ripetere, vi rimando gentilmente allo scorso articolo.

Le squadre presenti erano Atletico Madrid, Barcellona (ovviamente), Boca Juniors, River Plate, Corinthians, Flamengo, Francia e Germania. Il menù è rimasto lo uguale all’ultima versione, ancora di tipo squadrato e “minimal” che comunque trovo piacevole e intuitivo. Per gli stadi, oltre al Camp Nou, ritroviamo la generica Neu Sonne Arena e questa volta si possono modificare la lunghezza dell’erba e le condizioni del campo – precedentemente erano bloccati.

Menù formazioni: il discorso rimane molto simile allo scorso playtest. Era possibile cambiare moduli ma non spostare i giocatori manualmente sul campo (trascinandoli col cursore). Rimangono le formazioni fluide, che reputo uno degli aspetti più azzeccati della serie, e le istruzioni avanzate* – le trovate a fine articolo – offensive e difensive. Non ne sono state inserite di nuove, ma credo che giocheranno un ruolo importante nello sviluppo soggettivo del gioco. Vi chiederete, ma le novità? In questo menù possiamo trovare le prime. Infatti, è stata inserita la possibilità, attraverso due voci, di rendere automatico il cambio di istruzioni avanzate e il livello offensivo/difensivo della squadra, lasciando gestire tutto alla IA di PES 2017.

Menù impostazioni: erano disponibili tutte le difficoltà del gioco e per le nostre prove abbiamo usato quella massima, inoltre confermo il fatto che le frecce della condizione dei giocatori hanno cambiato colori, come già evidenziato nello scorso articolo: si va dal rosso della freccia giù, all’azzurro della massima condizione. Questa stessa colorazione si riflette poi sui valori delle abilità, quindi, se prima una statistica sopra il 90 era rossa, ora è azzurra.

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Siamo pronti per giocare la partita, premo X e si parte per il Camp Nou. Come visto nel trailer, lo stadio è stato riprodotto in maniera incredibile, molto dettagliata anche la vista dell’area esterna. Si sente l’inno del Barcellona ad inizio gara, i giocatori fanno l’ingresso sul campo e la definizione grafica dei fenomeni blaugrana è pazzesca, sia per i volti, sia per i modelli di maglie e scarpe. Il Fox Engine sta facendo davvero il suo lavoro alla grande e durante la partita si notano piccoli particolari come le divise sporche, il vapore del respiro, gli schizzi d’acqua, oltre al fatto che ci sono molte animazioni sia nei replay che durante il match. Nell’atmosfera dello stadio non può mancare il pubblico: la scorsa volta, a mio parere, era stato uno degli aspetti carenti, ora sembra che ci sia stato qualche miglioramento grafico. Ho notato anche una maggiore differenziazione.

Fischio d’inizio, attivo l’istruzione del Tiki-Taka e alzo il baricentro della squadra. Tutta la squadra si muove di conseguenza e cerco di fare possesso nella metà campo avversaria, d’altro canto mi trovo davanti l’Atletico Madrid, che mette in pratica un pressing sostenuto e prova a colpirmi in contropiede. Questa sfida mi porta a constatare un miglioramento nella fluidità del gioco e nel controllo del pallone. Come ho affrontato in precedenza, il ritmo è più lento di PES 2016 e questo permette di creare azioni variegate, di pensare la giocata. Un miglioramento che si vede proprio nelle animazioni con la palla: ho visto alcuni stop e controlli che, se eseguiti con la giusta posizione del corpo e di dosaggio del passaggio, sono risultati determinanti per lo sviluppo offensivo dell’azione, nel senso che hanno permesso di saltare direttamente l’uomo o di mettersi nella posizione ideale per un filtrante.

Bene anche la difesa, sempre attenta alle incursioni, ma ovviamente esposta ai contropiedi se il livello offensivo della squadra è alto. I filtranti alti sono meno incisivi e vengono chiusi bene, inoltre bisogna avere giocatori di grande qualità per eseguire lanci millimetrici. Un piccolo particolare, in caso di scontri molto fisici, il controller vibra come in occasioni di tiri che colpiscono il palo.

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Animazioni e skills? Molto, molto bene. Davvero fluide, come tutto il ritmo di gioco in generale. Neymar è incredibile palla al piede, Messi ha sempre il pallone incollato al sinistro – ho preso un gol da cineteca dal mio avversario, dopo una serie di numeri col 10 del Barça. Anche il famoso tiro di precisione con R2 ha perso un po’ di accuratezza: da marcati è difficile che entri, mi è capitato di sbagliarlo da dentro l’area perché avevo due giocatori addosso, e da lontano, a meno di non avere un fenomeno, non è più una certezza. Inoltre i portieri sembrano più reattivi su questo tipo di conclusione.

Capitolo portieri. Rinnovo i miei complimenti a Konami. Probabilmente, insieme alla fluidità, la caratteristica più migliorata di questo titolo. Non c’è molto da dire perché tanto è già stato detto. Anche in questa occasione sono stati autori di alcune parate ad alta difficoltà, molto reattivi sui secondi tiri e con nuove animazioni, anche per i portieri meno forti. A proposito ricordo una triplice parata di Lloris, bravo a rialzarsi e deviare le conclusioni riavvicinate. In un altro caso, il portiere del Flamengo ha respinto un tiro e poi si è buttato per prendere la ribattuta, mancando la palla per poco.

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Arbitri? Buono il sistema di arbitraggio, finalmente fischia e ammonisce per falli duri, inoltre si riesce a fermare il gioco con pestoni e interventi leggermente in ritardo. Qualche vantaggio mancato ma rimane il dubbio perché in tutti i casi si trattava di interventi molto cattivi in attacco.

IA avversaria: il mio voto rimane positivo anche sotto questo aspetto. Il COM, nelle poche partite che ho potuto giocare, ha differenziato abbastanza le sue azioni e anche i tipi di tiro. Se ero troppo alto provava a colpire nello spazio, altrimenti cercava altre vie. Ho preso gol da colpi di testa, da contropiede e dentro l’area, mentre per i pochi tiri da fuori il portiere è stato reattivo. Sono rimasto soddisfatto anche dalla fase difensiva e ho rivisto la famosa Adaptive AI, ovvero la facoltà di adattarsi allo stile di gioco e metterti in difficoltà. Faccio un esempio: con la Francia giocavo spesso su Griezmann e provavo a sfondare in fascia, dopo qualche azione andata a buon fine la difesa si è spostata andando a chiudere più spesso su di lui e lasciando libero Payet dall’altra parte. Questo mi ha portato a dover ripensare le azioni e optare per il cambio di fascia.

PES 2017 – Giudizio generale

Confermo quanto di buono visto nello scorso playtest e direi che il gioco è anche migliorato. Probabilmente questa versione sarà quella che si potrà provare tra due settimane al Gamescom ed è possibile che sia anche quella che verrà rilasciata come Demo ufficiale. In ogni caso sono rimasto colpito dalla qualità del gioco e dalle scelte effettuate dagli sviluppatori nella costruzione di un titolo che ti dà libertà nella costruzione delle azioni, aggiungendo il fatto che molti aspetti negativi sono stati migliorati. Bene la difesa, l’arbitro, i portieri, la grafica… Ci sono tutti i presupposti per un grande capitolo, aspettiamo le ultime notizie su licenze e modalità direttamente dal Gamescom!

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*Istrunzioni avanzate offensive:

  • Hug the touchline: i giocatori sulle fasce rimangono vicino alle linea laterale;
  • Attacking Full backs: entrambi i terzini salgono in avanti, mentre i centrocampisti arretrano per coprire;
  • Wing rotation: quando un giocatore è in possesso della palla in fascia, un compagno lo raggiungerà per fornire opzioni di passaggio;
  • Tiki-taka: la priorità è continuare a passare la palla, i giocatori cambiano posizione per mantenere il possesso;
  • False nr.9: l’attaccante si abbassa per riceve e servire passaggi;
  • Centring targets: l’attaccante rimane in posizione per sfruttare i cross dalle fasce;
  • False Full backs: i terzini si muovono dalla loro solita posizione per occupare una posizione più centrale.

Istruzione avanzate defensive:

  • Tight marking: alcuni giocatori verranno marcato in modo più stretto, con cambi di marcatura appropriati;
  • Deep defensive line: la squadra in difesa arretra per proteggersi dai lanci lunghi, lasciando più spazio in marcatura agli avversari;
  • Swarm the box: quando l’avversario sale sulle fasce, i giocatori in difesa si raggruppano in area di rigore;
  • Center target: l’attaccante rimane in attacco, al posto di tornare ad aiutare la difesa;
  • Gegenpress: quando la squadra perde il possesso prova subito a recuperare la palla con la pressione da parte di molti giocatori.
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