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PES League – Da nord a sud, ecco il gran poker

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C’è l’imbarazzo della scelta nel decidere da dove cominciare a parlare degli ultimi vincitori dei Master PES League, visto che tra sabato 11 e domenica 12 aprile i tornei ufficiali hanno impazzato su tutto il territorio. Partiamo da sud allora, e in particolare da Messina dove sul gradino più alto del podio si piazza un player che in passato aveva saputo farsi apprezzare eccome a livello nazionale. Sebastiano Russo, detto Russeb, era rimasto silente insieme alla sua classe, assopito come un animale mitologico in attesa di essere svegliato e tornare a incutere timore nei viandanti. E l’incantesimo di Russeb si spezza a Messina in questa domenica di primavera che lo riporta nell’élite di Pro Evolution Soccer, qualificandolo di nuovo a una finale che chiama a sè campioni da ogni dove, come il Kumitè. A un passo dalla gloria improvvisa Stefano Smeriglio, battuto soltanto in finale in una giornata di grazia su cui costruire qualcosa di ancora più importante: perché può andarti bene per un po’, ma se arrivi secondo in un torneo ufficiale PES League devi necessariamente essere un cavallo di razza. Magari ancora grezzo, ma con ottime potenzialità di crescita. A maggior ragione se ti piazzi davanti a un’istituzione della PES League come Milvusss, che dopo il secondo posto a Reggio Calabria deve ancora rimandare l’appuntamento con la vittoria, ma si conferma uno di quei dieci, quindici nomi al massimo che rappresentano l’anima del movimento.

Restiamo al sud, ma puntiamo il navigatore verso la culla di Lecce, teatro ancora una volta, manco a dirlo, delle imprese di Ettore Giannuzzi. Il Cesareo in casa è sempre quotato come il miglior Barca di Guardiola, e anche stavolta l’ex campione del mondo non manca l’occasione per ribadire il suo eccezionale momento di forma. Per lui ormai, anche il parrucchiere di Raul Meireles faticherebbe a inventarsi qualcosa di originale per celebrarlo: promettiamo di pensarci in vista della finale, e intanto ci limitiamo a sottolineare come Lecce sia stato il quinto torneo vinto quest’anno dal player di Giovinazzo; più del doppio dei due di Tubelli e Lillo, segnale evidente di una supremazia che parte dal nome, e non vede ancora la fine. Complimenti giganteschi vanno però anche a Francesco Giove, player dall’orbita sempre più stabile nel sistema solare di PES, che volteggia fiero a Lecce tra la stella accecante di Ettore, e quella emergente di un Luca Tubelli Kid Bu Distruttore ormai sempre a caccia del primo posto quando si muove. Un piazzamento di lusso vero per Giove, di quelli che non ti aspetti da un player che ora è atteso dall’esame dorato della vittoria.

Messina, Lecce, poi la deviazione in terra sarda, con Sassari che appunta la medaglia di rappresentanza al secondo campione che il tre maggio dovrà rappresentare in continente la grande isola. Con Giuseppe Sale già sul ponte della nave, a scrutare l’orizzonte tra il volo dei gabbiani e l’aria tiepida, il secondo campione che partirà alla volta di Pesaro è un player noto al circuto. Alessandro “E così..” Sias, vince il secondo master davanti all’amatissimo Matteo Betzu, e a Emanuele Vacca, con quest’ultimo in entrambi gli appuntamenti sul podio. Non è sbagliato, crediamo, indicare proprio Sias come una delle icone più significative di PES in Sardegna: il nome che negli anni ha saputo riproporsi probabilmente con più continuità, fino a questa nuova e meritata finale. Betzu, dai tempi dei Sop in avanti, può ritenersi un altro grande esponente della comunità italiana, e il secondo posto è un magnifico riconoscimento alla sua passione; Vacca ha dimostrato di essere il più sostanzioso, anche se questo non gli è bastato per strappare un biglietto per la finalissima. A lui va l’invito a riprovarci, ai due rappresentanti della Sardegna un grande in bocca al lupo sulla rotta della gloria.

Infine Genova, nella storica roccaforte dei Liggia che tante pagine di storia ha scritto con inchiostro di pesto e mare. Una location suggestiva, unica, con quella scalinata che ha visto passare tutti i più forti di sempre, ma proprio tutti. Per questo, l’affermazione del PES Torino con Marco Baglioni ha un gusto più raffinato e profondo che in altre occasioni. Il clan della mole alla lunga non è riuscito a tenere il passo dei primissimi team, ma vincere a Genova è come vincere a SPA in Formula Uno, soprattutto se tale risultato corrisponde finalmente al podio del leader granata Christian Alloa. L’uomo che teneva testa ai Legend e ai Sagiptar nella sua precedente vita pessistica, si accoda a uno dei suoi uomini di fiducia sfilando su Genova come un conquistatore d’altri tempi. Un capo Alloa, che gioisce per la squadra e con la squadra, conscio che se ancora non è riuscito a creare il clan più forte, ha certamente messo insieme un grande gruppo che manda un altro player alle finali. Baglioni, Alloa, e infine il tronista della PES League Gabriele Barberini: terza medaglia di bronzo per lui in una stagione, ce lo permetta, un po’ al di sotto delle aspettative considerato il livello di maturità e di competitività raggiunto nel tempo dal player milanese. Il miglior Barberini è uno che se la può giocare con tutti. Uno da top ten? Forse, per questo vogliamo di più da lui…

Per ora è tutto… Pesaro sta arrivando… continuate a lottare!

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