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PES 2015, ecco le nostre prime impressioni!

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La settimana scorsa abbiamo avuto la fortuna di andare a Manchester per provare con le nostre mani una versione, ancora abbondantemente in fase di sviluppo, di PES 2015. L’evento si è svolto al “Theatre of Dreams”, l’Old Trafford, il celebre stadio del Manchester United, il giorno dopo le Finali Mondiali di PES 2014, che hanno visto arrivare secondo l’italiano Ettore “Ettorito” Giannuzzi. Abbiamo avuto quindi l’occasione di fare una decina di partite su PlayStation 4, prevalentemente 1vs1 e solo pochi minuti 1vsCOM. Senza perdere troppo tempo nei menu, che sono ancora in fase di definizione e potrebbero cambiare pesantemente da qui al rilascio del gioco, ci siamo diretti velocemente verso la nostra prima partita a PES 2015! Prima di iniziare con le impressioni, ci teniamo a sottolineare che si tratta di una versione in via di sviluppo, che presenterà certamente alcune differenze rispetto versione finale. Parlando con dei giornalisti, ad esempio, ci è stato detto che questa versione per alcuni aspetti come grafica e illuminazione era già un bel passo avanti rispetto a quella dell’E3 (un mese fa).


In PES 2014 Konami aveva dato una svolta radicale alla serie, introducendo dopo tanti anni un motore di gioco completamente nuovo, basato sul Fox Engine. Sin da subito si vedeva che il nuovo motore aveva un potenziale incredibile, ma il nuovo inizio di PES è stato più “traumatico” del previsto. I vari aggiornamenti hanno migliorato esponenzialmente il gioco, ma alcuni difetti sono sempre rimasti presenti in PES 2014, almeno secondo il mio parere personale: la solidità e l’equilibrio del gioco ad esempio, oltre a caratteristiche individuali dei giocatori che sembravano un po’ oscurate dalle meccaniche del gameplay e altre situazioni frustranti (come giocatori eccessivamente “pesanti” in alcune situazioni di gioco). Siamo passati da un ritmo di gioco troppo lento ad uno troppo veloce, da tiri troppo deboli a tiri troppo potenti. Si tratta di tanti piccoli problemi che messi tutti insieme hanno minato l’esperienza di gioco di buona parte dei PESFan, nascondendo agli occhi di molti il potenziale del Fox Eninge. Problemi, come detto, risolti man mano con le patch, ma non completamente.
Con queste premesse, l’ansia di vedere il prossimo capitolo della serie in azione era abbastanza alta.

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Al primo impatto i miglioramenti dal punto di vista grafico sono apprezzabili, anche se non si può parlare di una vera e propria rivoluzione come avvenuta nel passaggio da PES 2013 a PES 2014. I 1080p però fanno il loro lavoro e i miglioramenti si notano soprattutto quando si inizia a giocare, con i 60fps costanti che rendono tutto fluido come mai in PES. Anche nei replay e nelle scene introduttive non abbiamo notato il minimo scatto, senza che la qualità dell’immagine fosse ridotta. Tutti i dettagli sono ben definiti anche dalla visuale a grandangolo, in particolare notiamo miglioramenti nel pubblico, che ora sembra più “vivo”. L’anno scorso avendo cambiato il motore di gioco Konami è dovuta ripartire da 0 con i volti, al lancio ce ne erano appena 200 circa, ma già dopo un paio di mesi eravamo oltre 1000. Con i successivi aggiornamenti sono aumentati ulteriormente e la qualità è diventata impressionante già in PES 2014. Con PES 2015 Konami ha continuato a lavorare su questa strada e i Top Player si avvicinano ormai alla perfezione. Anche l’illuminazione ci ha convinto maggiormente rispetto a quanto visto nell’ultimo anno su PS3. Come annunciato nel comunicato stampa inoltre, quest’anno in PES l’illuminazione varierà dinamicamente con il passare dei minuti: “L’illuminazione in tempo reale sarà utilizzata sull’intero stadio, con la visuale che reagirà ai cambiamenti di luce che si possono avere in una giornata di tempo instabile o all’effetto delle luci artificiali durante un match notturno”. Per quanto riguarda invece gli elementi sullo schermo, è possibile scegliere se avere i nomi dei giocatori in basso oppure sopra al giocatore, stessa cosa per la barra del caricamento che può comparire sempre in basso allo schermo oppure sotto al giocatore come in PES 2014.

Passando alle vere e proprie meccaniche di gioco, si nota subito una prima differenza nel sistema dei passaggi, che è senza ombra di dubbio la cosa che abbiamo preferito durante il nostro hands-on. Sin dalle prime battute è evidente che si dovrà fare molta più attenzione al caricamento e alla direzione dei passaggi. Anche con settaggi assistiti l’influenza della CPU è stata notevolmente ridotta ed è lasciato molto più controllo all’utente. Questo permette di impostare meglio il proprio gioco e variare le azioni, anche se specialmente all’inizio si dovrà fare molta più attenzione per evitare di perdere il pallone in zone di campo pericolose. Non si tratta solo dell’assistenza, ma anche del modo in cui la palla viaggerà, grazie alla nuova fisica, che rende il tutto molto più naturale. Costruire azioni con questo sistema di passaggi è risultato più avvincente. Questo elemento, insieme a quelli di cui parleremo in seguito, hanno contribuito a portare un ritmo di gioco quasi perfetto. Molti vedendo i primi video “leaked” di PES 2015 hanno avuto l’impressione che il gioco fosse ancora più veloce dell’ultima versione di PES 2014. Possiamo assicurarvi che, almeno al momento, non è così.

Anche il sistema dei tiri è stato cambiato. In PES 2014 inizialmente per chi non giocava in full manual c’era una media irrealistica (troppo bassa) di gol segnati dalla distanza, poi tutti i tiri sono diventati troppo potenti, anche per giocatori che hanno basse statistiche per quanto riguarda la potenza di tiro. Per quel poco che abbiamo visto, ci è sembrato che il sistema fosse molto più bilanciato e soprattutto che tenesse più conto delle vere abilità dei giocatori: abbiamo provato a tirare in situazioni simili con Tevez o Chiellini, e la differenza è stata evidente, non solo nell’esito del tiro ma anche nell’impostazione e la preparazione.

La reattività è decisamente migliorata. Provando ormai da qualche anno PES in fase di sviluppo, possiamo dire senza problemi che la risposta dei comandi di PES non è mai stata così ottima in questa fase, già meglio della versione finale di PES 2014. L’anno scorso siamo partiti da giocatori eccessivamente pesanti e poco reattivi per arrivare con le patch ad una situazione migliore ma non perfettamente bilanciata. Sebbene in questa versione di PES 2015 abbiamo riscontrato nuovamente un po’ di “pesantezza” in alcune situazioni di gioco per giocatori come Tevez che dovrebbero essere agili, in generale ci è sembrato che Konami stia lavorando per ricreare realisticamente la fisica di gioco, bilanciando i tempi di risposta con quella che dovrebbe essere la fluidità e la fisica del movimento di un giocatore, per evitare che vi siano situazioni frustranti o irrealistiche. La reattività favorisce anche i tiri e i passaggi di prima, anche se ovviamente si deve fare attenzione al posizionamento del corpo del giocatore.

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Altro aspetto più che promosso è la fisica del pallone. Da sempre uno dei punti forti di PES, è stata ulteriormente rifinita. Già l’anno scorso Konami si era concentrata sul rendere il pallone un ente libero e indipendente dal giocatore. Quest’anno il concetto è stato applicato ancora meglio nel gioco, con delle traiettorie che sono sembrate ancora più realistiche e indipendenti, senza accelerazioni/decelerazioni improvvise e irrealistiche. Anche il modo in cui si muove la palla sul terreno sembra molto più reale, e cosa interessante le condizioni del terreno dovrebbero influenzare la fisica del pallone, ma non solo, in alcune modalità sarà addirittura possibile decidere come tagliare l’erba del campo per favorire un gioco rapido o meno, come leggiamo dalla press release ufficiale: “Il tuo avversario preferisce un gioco fatto di passaggi? Allora parla con chi cura il campo e digli di non tagliare l’erba troppo corta. Oppure innaffia il campo per velocizzare il fraseggio della tua squadra. Puoi personalizzare ogni parte dei tuoi stadi per rispecchiare le tue preferenze.” Purtroppo però, in questa build di PES 2015 non era possibile scegliere il meteo.

L’Intelligenza Artificiale è difficile da valutare in così poco tempo, però ci è sembrato di vedere delle squadre che si muovono in maniera più ordinata e compatta, rispettando le disposizioni tattiche. Una cosa che salta all’occhio invece è la differenza tra il modo di giocare della Juventus e del Manchester United, merito di un nuovo “Team ID” che sembra stia iniziando a dare i suoi frutti, ma anche qui 2 squadre sono veramente troppo poche per giudicare con certezza.

Per quanto riguarda le individualità dei giocatori, ne abbiamo fatto cenno nel paragrafo dedicato ai tiri, ci sembra che Konami stia tornando a quello che è la base del “PES feeling”, ovvero a riprodurre fedelmente la caratterizzazione dei giocatori, non solo dal punto di vista estetico ma anche delle abilità, cosa che era andata un po’ persa in PES 2014. Non abbiamo notato il catch-up bug (ovvero che un giocatore veloce venga raggiunto da uno più lento). E’ inoltre evidente la differenza tra un passaggio fatto da Pirlo e Chiellini (non ce ne voglia Chiellini, ma è il giocatore perfetto per questi esempi) e anche per quanto riguarda i dribbling si nota (quasi sempre, visto l’occasionale problema della pesantezza dei giocatori di cui abbiamo parlato prima) la differenza tra uno rapido e tecnico e uno meno abile. Altra cosa che abbiamo notato è la riproduzione della fatica nel gioco, che avviene in maniera molto più marcata.

Per quanto riguarda gli aspetti negativi invece non possiamo che menzionare i portieri, che da anni sono ormai un problema per la serie. Purtroppo allo stato attuale non erano sufficienti, né per quanto riguarda le animazioni che per l’efficacia, con diversi errori notati in poche partite. C’è però da considerare che mancano ancora diversi mesi al rilascio del gioco, e ci è stato detto che sono pronte per essere inserite delle nuove animazioni (su prorevo.de parlano addirittura di 3’000), quindi possiamo ancora sperare. Possiamo comunque segnalare anche una cosa positiva per quanto riguarda gli estremi difensori: nelle situazioni 1vs1 ora sono molto più rapidi e reattivi nell’andare incontro al proprio avversario, senza rallentare inspiegabilmente la propria corsa a metà strada come avveniva in PES 2014. Anche gli arbitri necessitano di miglioramenti. Sono state ridotte le situazioni frustranti in cui vengono fischiati falli perché un nostro giocatore per completare l’animazione del tiro o della scivolata finisce addosso ad un avversario, ma qualche volta è capitato e anche la scelta dei cartellini non ci è sembrata sempre appropriata.

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Avendo poco tempo, non ci siamo concentrati molto sulle finte. Sicuramente però possiamo affermare che la nuova/ritrovata reattività porta benefici in questo aspetto del gioco. Abbiamo provato la Jinking Run, unico nuovo comando al momento, che consiste nel far scorrere il giocatore a lato del pallone con R2 tenendo la sfera a poca distanza, per poi premere R1 per bruciare sul tempo gli avversari. Nella fase difensiva invece il comando per cambiare manualmente un giocatore è passato da L1+R3 alla semplice inclinazione di R3, come avveniva in PES 2013.

Per quanto riguarda il sistema Heart, non era incluso in questa versione. Ci è stato detto che il PES Team sta lavorando all’idea dietro Heart, per renderla più “solida”. Il sistema potrebbe quindi ricomparire in maniera differente in PES 2015, o non esser presente, ma al momento è presto per parlarne.

Ovviamente è difficile, se non impossibile, farsi un’idea chiara del gioco da poche partite. Quello che ci è sembrato però è di vedere un gioco ripartito dalla base di PES 2014, ma con un anno in più di esperienza sul nuovo motore, e che ha finalmente iniziato a sfruttare a dovere il vero potenziale del Fox Engine, che c’è ed è molto stando a quanto abbiamo visto in queste prime partite, anche grazie alle nuove risorse messe a disposizione della PlayStation 4.

Quello a cui Konami mira, stando alle dichiarazioni rilasciate da Adam Bhatti a IGN, è di ricreare il PES Feeling, un gioco che sia allo stesso tempo divertente e simulativo, immediato e complesso, segreto dei vecchi PES che hanno fatto la storia. Il raffinato sistema di passaggi e tiri, la fisica del pallone e dei giocatori, la migliore riproduzione delle individualità e la reattività sembrano essere gli ingredienti perfetti per ricreare proprio questo equilibrio tanto desiderato e ricercato. Speriamo che Konami continui a lavorare così nei prossimi mesi!

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