Home PES League Italia 2014 Renzo: piccolo, grande campione d’Italia!

Renzo: piccolo, grande campione d’Italia!

Un altro barese alza la coppa, il Team Supremacy si conferma campione Clan!

pes-league-italia-2014-podio-finaleIn principio erano “les enfants terribles”: Achtung Baby e Tonypello. Una coppia di tarantini forti e impertinenti che seminarono il panico ai tempi della PS2, senza tuttavia riuscire a lasciare un marchio indelebile nella storia. Poi l’evoluzione della specie pessistica ha seguito la strada che porta a Bari, e l’eredità dei primi due “bambini terribili” è stata raccolta, sviluppata, perfezionata da due player classe ’96 e ’97 che oggi rappresentano il miglior esempio di giocatore moderno: talentuoso, smaliziato, fortemente legato al territorio. Uno di loro è Ettore, che sbaglia un’altra finale secca ma dimostra sul lungo periodo di meritare quel suo “posto nel mondo”. L’altro è un ragazzino che è sempre stato considerato il braccio destro di Ettore, il goblin che evochi dal mazzo e mandi sul tavolo per creare un diversivo, nell’attesa di schierare la creatura gigante. Anche noi l’abbiamo chiamato piccola peste, o “mamma ho perso la connessione”, senza mai prenderlo davvero sul serio, collocandolo sempre all’ombra di Ettore, il player che completa la rosa con qualità, ma che non le fa fare il salto. Quello che non vorresti affrontare, ma che se ti capita pensi: “vabeh, poteva anche andare peggio”. Un Giovinco, toh, un Giuseppe Rossi… ma mai un Messi, o un Maradona. Al massimo un Igor Protti per restare in terrirorio Barese.

 

Ettore e Renzo erano come Batman e Robin, come Sherlock Holmes e Watson, Yoghi e Bubu, o Shrek e Ciuchino. L’uno l’aiutante dell’altro, in un rapporto di gerarchie tuttavia ben preciso e praticamente impossibile da sovvertire. Impossibile, già, ma l’impossibile domenica è diventato niente, e il piccolo Renzo, un gigante il cui nome comparirà per sempre nell’albo d’oro PES League; accanto a quelli delle leggende. Nell’eccezionale cornice del Genoa Museum and Store, con il commento live di Michele Corti di Mediaset Renzino Lodeserto si è laureato Campione d’Italia PES League, in quella che di certo, resterà una delle giornate più belle della sua vita; quella dopo la quale, tutti gli altri player lo guarderanno con occhi diversi, mostrando il rispetto che si deve a un numero uno. Dopo l’exploit di Augusto Spedo, il campionato nazionale trova in Renzo un personaggio diverso: non più la sorpresa che trova la giornata di grazia (nonostante la vittoria del veneto sia stata assolutamente meritata), ma un player che raggiunge uno stadio di maturità al termine di un percorso graduale e progressivo. Lo Scandalo, oggi, non sta più come Tom Becker a Oliver Hutton, brilla ormai di luce propria, e con Ettore andrà ai mondiali per difendere i nostri colori. E chissà che la sintonia tra i due, fatta di un legame che nemmeno Kerobba e Tigemask nell’età dell’oro, possa risultare un valore aggiunto nella corsa all’Iride. Renzo, o come dicevan tutti Lo Scandalo, torna a casa con la coppona in mano da sfoggiare su Facebook, rientra a Bari con l’Italia nello zaino, guardando tutti, per una volta anche il fratello-compagno-rivale Giannuzzi… dall’alto verso il basso. Due volte campione, perché accanto al trofeo di singolo, Lo Scandalo partecipa alla straordinaria riconferma del Team Supremacy tra i clan. Ma questa, è un’altra storia.

 

Nel tempio del club più antico d’Italia, domenica 4 maggio c’erano praticamente tutti, con un pad in mano e un sogno nel cuore. Una lunga trasferta, un torneo atteso per un anno intero e una formula severa: un singolo errore e sei fuori. Tutte le partite giocate a PES 2014 ti passano davanti quando ti siedi e fai la formazione. Feroce è la tensione che paralizza i polsi e ghiaccia i polpastrelli a quel pensiero, e la fase a gironi preliminare serve appunto a stemperare l’emozione, per prepararsi poi a dare il meglio quando si inizierà a fare sul serio.Un solo errore e sei out, ma la finale è la finale, e lascia avanzare soltanto i campioni veri. La giostra dei trentaduesimi accende presto l’emozione di sfide senza quartiere: Dorian Gray Pallotta deve riscattare una finale 2013 giocata come un cucciolo di foca, e parte col piede giusto spegnendo sul nascere l’ardore di Vincent Saiz. Caffarelli ridimensiona Garzotti, Allegretti pone fine all’esperimento di Torricelli mentre Marco Scalzi esce subito contro il soprendente Andrea Troiani. Ettore fa uno spuntino con pane e Felicini, Venom è l’uomo che vorresti avere a fianco in una scazzottata con Alloa mentre Palmisano accende i fendi-Nebbia e supera il primo ostacolo. Sciuto si arrende a Roberto Allocca, Pinto al meno famoso dei Millarte, poi è Giuseppe De Leo a pagare lo scotto della finale nella sfida con Macchia prima che anche Milvusss, il grande Pirata Rosso, si arrenda a Nick Frasca. E ancora, Bartoz fa valere le tante battaglie sostenute nel duello con Aresta, Perrone è carico nel 2-0 al primo Tubelli, Gennaro, Garghylupin ruba il Formaggio senza far scattare la trappola e un redivivo Umberto Bianchi non soffre il jet lag dalla terra dei canguri ottenendo subito una vittoria. Va peggio al grande Campball battuto da Filippetti, e severo è il fato anche per Tasso Rosso Matteo Regoli, che non passa la sfida di Quidditch con Manuel Tommasi. Bene Tex, e male Giannino sempre ai trentaduesimi, Moreno non ha pietà di Corlatti mentre Barberini deve sudare sette camicie per battere Impero. Pegoraro è poderoso su Salvatore Luongo, Di Sabatino rispetta il pronostico su Vernice, Scarfone doma Coviello e Pasquale Ferrante ha la meglio su un acclamatissimo Matteo Betzu alla sua prima partecipazione a una Finale Nazionale. Fear non poteva uscire subito, e Naclerio ne fa le spese, Luca Tubelli è tennistico su Raone, Di Vaio non ha paura di Schirone. Avanti Sias il sardo, fuori Carmine Luongo, Cardillo è il primo scalpo di Renzo, Painkiller onora il suo torneo ma è troppo arrugginito per reistere allo Zar. Bove e di Giacomo escono dal torneo sotto i colpi partenopei di Lillo e Caruso.

 

Scremata la prima ondata di player, le partite dei sedicesimi si caricano di tensione a Genova, e iniziano a cadere teste illustri. Pallotta è troppo nobile, e il nuovo bullo Caffarelli deve attendere ancora prima di potersi paragonare a Milanista. Allegretti batte Troiani e si conferma capace di grandi cose, ma nel secondo turno del tabellone finale è Venom a prendersi la fetta più grande: battuto Ettore, e quotazioni che schizzano alle stelle per l’alfiere degli Elminster. Allocca è in forma e abbatte L’Ostacolo Palmisano, la famiglia Millarte va forte con Germano su Macchia e Bartoz manda in crisi Frasca. Si continua, con il gancio di Balboa a Capurso, e la favola raccontata da un Ikasim competitivo come nei giorni migliori, a un incantato Filippetti. Seconda parte del tabellone con Grifondoro più forte di Tessitore, Barberini dimostra che può essere il suo anno facendo fuori il vicecampione in carica, Di Sabatino è ispirato, Scarfone lanciato, Tubelli va oltre le aspettative eliminando un fenomeno come Loris Iezzi: complimenti! La Sardegna sogna con Sias, Renzino resiste alle folate purpuree di Scarlata, e nel derby di Castel dell’Ovo Nicola Lillo affonda il fratello Caruso.

Sedici campioni arrivano agli ottavi: Pallotta sembra quello di Parma mentre affetta Allegretti come un prosciutto stagionato. Venom esce con Splinter, ed è un peccato perché sarebbe stato bello vedere il tedesco andare avanti, nonostante sia doveroso onorare la prestazione del clinico Allocca. Bartolozzi elimina Germano Millarte (autore comunque di un cammino sopra le aspettative), e Perrone accompagna Ikasim al Cristoforo Colombo, col bergamasco che fa in tempo a tornare in Austalia per la sfida coi Brisbane Roar. Barberini casta un Incanto Patronus e costringe Grifondoro al tugurio, Scarfone è in versione Tony Montana nella sfida con Di Sabatino, Sias avanza, ancora sul sorprendente Tubelli e Lo Scandalo acquista sempre più fiducia, abbattendo un gigante come Lillo. A quarti l’adrenalina è alle stelle, la fiducia in crescendo, e Mattia Pallotta continua il suo cammino da cavaliere bianco eliminando Roberto Allocca. Perrone ai quarti era pronosticabile, come per lui erano le quote prima della partita con Bartoz. Il 3-2 finale, però, premia il livornese che a questo punto è autorizzato a pensare in grande. Così come Scarfone, che spinge fino al limite e rimanda a casa Lelinho: Renzino lo imita, ma in maniera più fragorosa su Sias. Pallotta-Bartolozzi e Scarfone-Losederto le semifinali, ma Teclis si scioglie sul più bello non riuscendo a centrare nemmeno il terzo posto che va a Zio Teo. Nella finalissima, invece, Renzo si prende la coppa, si prende i Mondiali, si prende la gloria prima di concentrarsi sulla battaglia clan. Ma se a Lodeserto va ovviamente la prima pagina, i più grandi complimenti vanno anche a Francesco Bartolozzi, che nessuno probabilmente avrebbe mai pronosticato sul secondo gradino più alto d’Italia.

 

Per la prima volta nella storia della PES League, la Finale a squadre per stabilire il campione d’Italia Clan si tiene dopo quella di singolo. Una scelta azzeccata, perché a questo punto della giornata Genova è in fermento, tutti gli occhi sono puntati sui Supremacy, gli Adv, gli Elminster e i Quid. E la sfida può cominciare. E le gerarchie dettate dal ranking vengono rispettate anche al Museum Genoano, con il Team di Cesare e quello di Amedeo a giocarsi il primo posto nello scontro diretto. Con trenta punti conquistati nella prima fase contro i 22 degli avversari, sono gli Adv a scegliere gli accoppiamenti delle partite. Amedeo il grande decide per Coviello contro Caffarelli, Taibi contro Caruso, abbina Allocca al Campione d’Italia Lodeserto, mette Lillo in marcatura su Ettore e manda Balboa sul ring contro Fear. E’ il momento più intenso di tutta la giornata: Il Re Leone di Misterbianco ce la fa in extremis su Henry, Lillo riequilibra vincendo con Ettore, Renzino non ha problemi con Allocca ma Iezzi si fa raggiungere, e superare ai supplementari dal grande stallone napoletano. Ne manca una, che ancora si sta giocando, che va ai supplementari anch’essa catalizzando tutta l’attenzione della sala per un verdetto che balla filo del rasoio. Milvusss e Van Nistelrooy vanno ai rigori, tutti trattengono il fiato: è un batti e ribatti fatto di gol, errori, parate, e lacrime finali per un Ivan Taibi che regala l’ultima vittoria ai suoi, e si getta a terra nel delirio generale. Proprio lui, il Pirata Rosso che tanto ha fatto per contribuire alla leggenda dei Supremacy, è l’uomo decisivo nell’eguagliare il record dei DVDLandia. Un team perfetto quello di Cesare, una squadra nettamente più forte e più completa di quella che vinse lo scorso anno. E allora perché Taibi e compagni hanno fatto tanta fatica? Semplice, l’avversario era di quelli veri, affamati e pericolosi. La sconfitta degli incredibili ADV fa parte di un copione cinematografico che regge, e che in fondo ha più senso così. Al primo anno Amedeo fa tremare i campioni fino a un passo dall’abbatterli. Che cosa succederà nella prossima stagione? A dirlo sarà la storia, la stessa storia che oggi vede i Supremacy fare incetta di trofei e mandare due player ai mondiali.

E dopo Genova, la sensazione è che a difendere i colori italiani non ci andranno una prima guida e un gregario. Due piloti, bensì, capaci entrambi di imprese eccezionali con la stessa maglia cucita addosso. Perché se su Ettore bisogna puntare, sempre e comunque nonostante stavolta sia incappato in una giornata negativa… Genova 2014 ha chiarito a tutti un concetto semplice, ma tanto importante…

RENZO…ORA E’ DIVENTATO GRANDE!!!

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